6. A chi stavi pensando?

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«Devi finirla di fare così» lo avverto, mentre lui cammina verso di me.

«Così come?» mi chiede, leccandosi di nuovo le labbra con uno sguardo di sfida, mentre con una mano si ravvia i capelli azzurri un po' spettinati.

«Lo sai» ringhio io, quando me lo trovo ad un soffio dalla mia faccia. Ovviamente non mi ascolta, perché lui è Kim Taehyung, non è contento finché non mi ha istigato all'inverosimile. Ma questa volta rispondo alla provocazione, sorprendendolo per la prima volta.

Attacco le labbra alle sue, e sorrido trionfante nel sentirlo trattenere il fiato. Finalmente è lui quello che non sa come reagire. Passo la lingua sulle sue labbra e le mordo. Taehyung mugola, e si aggrappa con entrambe le mani alla mia maglia, tirandomi verso di sé.

Gli afferro i fianchi e mi spingo contro di lui, facendolo arretrare finché il suo corpo non va a sbattere contro il bancone della cucina. Apre la bocca, lasciandomi libero accesso, e senza rimuginarci troppo faccio entrare la mia lingua, che subito si scontra con la sua. Lo accarezzo piano, percependolo tremare sotto al mio tocco. Quando raggiungo le sue natiche, ci affondo le dita, e lui si lascia scappare un gemito.

«Non sapevo che il culo di un ragazzo potesse essere così...» soffio al suo orecchio, sentendolo ridacchiare.

«Non tutti i ragazzi hanno il mio culo, Jungkook» sussurra lui, mentre lo sollevo da terra e lo porto a sedersi sul piano, le sue gambe che subito si intrecciano attorno alla mia vita, facendo scontrare i nostri bacini.

Lascio qualche bacio bagnato sotto al suo orecchio, scendendo lungo il suo collo fino a fermarmi su un punto che comincio a succhiare e mordicchiare, la mente offuscata dai suoi ansiti pesanti.

Alla faccia dell'etero, mi schernisce una vocina fastidiosa nel mio cervello, quando lecco il succhiotto appena formatosi sulla pelle abbronzata di Taehyung.

A quelle parole, mi stacco bruscamente.

«Io sono etero!» urlo, chiudendo gli occhi, allibito, ma quando li riapro c'è solo il soffitto della mia stanza davanti a me. Abbasso lo sguardo sul mio corpo, l'erezione che mi saluta costretta nei boxer neri.

"Stai dormendo?"

Non mi arriva nessuna risposta, invece ricevo una chiamata.

«Pronto?»

«Ci siamo visti oggi a lezione, ti manco già?»

Sbuffo. «Sei libera?»

Dieci minuti dopo, Tabitha è a casa mia. «Non mi hai mai cercato tu, è successo qualcosa? Hai bevuto?»

Ma perché non sta un po' zitta?

La spingo sul letto e lei ride.

«Ho capito, vieni qua» mi incita, sbottonandosi la camicia di seta nera. Credo di averne vista una addosso a Taehyung, quando non stava indossando quella sua ridicola tuta rosa, ovviamente... Oh, finiscila, Jungkook!

Vorrei prepararla, davvero, ma al momento non riesco neanche a pensare. Perché se lo faccio, ho paura di ciò che la mia mente potrebbe partorire.

Fortunatamente, so che a Tabitha piace quando non sono gentile. La faccio distendere sulla pancia, e le sollevo i fianchi. Lei si aggrappa al cuscino, soffocandoci il volto, consapevole che a breve urlerà di piacere.

In una mossa sola, le tiro giù pantaloni e mutandine di pizzo, poi libero la mia erezione dai boxer, la copro con un preservativo e la pompo un paio di volte, prima di seppellirla tra le sue gambe. Do colpi precisi, i suoi gemiti spezzati ne seguono il ritmo sostenuto, ed io mi lascio andare. Le tiro le treccine arancioni e lei inarca la schiena.

dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora