«Kook!»
Non mi volto mentre salgo le scale, non mi fermo nemmeno.
Quando lo faccio, a metà del corridoio del piano superiore, il volto di Taehyung appare nella mia mente. Era innaturalmente pallido, aveva la faccia sconvolta mentre mi pregava con gli occhi di restare ad ascoltarlo. Il tremore delle sue labbra ha seguito la voce con cui ha chiamato il mio nome.
In quel momento, mi sono sentito totalmente estraniato dal mio corpo. Il mio cuore mi ha implorato di rispondergli, di restare lì e ascoltarlo, per lo meno, ma è stato inutile, le mie gambe si sono mosse da sole.
D'altronde, cos'altro potevo fare? Chiedere al signor Freed cosa intendesse dire, come se non fosse già abbastanza chiaro? Il signor Freed... Non mi sono preoccupato di guardarlo, alle spalle di Taehyung, quindi non ho idea di che espressione avesse. E neanche mi importa.
È lui l'uomo che ha ferito Taehyung. Che lo ha abbandonato, quando Taehyung aveva bisogno di lui più che mai.
E io ho appena fatto la stessa cosa. La realtà mi si schianta addosso come una frusta.
Mi sono accorto che stava soffrendo, era evidente. Ma questo non mi ha impedito di lasciarlo lì, con la persona che gli ha causato così tanto dolore da fargli mollare l'università.
Guardo la mia mano tremante, per un momento penso di stringerla in un pugno per colpirmi da solo.
Quel suo sguardo supplicante... Non importa cosa c'è stato con il professore, né tantomeno cosa prova per lui adesso, avrei soltanto dovuto stargli accanto. Devo correre da lui e stargli accanto ora, se me lo permetterà.
Devo provarci, nonostante i miei piedi siano ancorati al pavimento come se ci avessero piantato le radici. Come posso anche solo sperare di non averlo deluso?
Giro sui tacchi e con il cuore in gola ritorno sui miei passi.
Taehyung sarà ancora lì? Vorrei che fosse rimasto ad aspettarmi, anche se allo stesso tempo ho paura di ritrovarmi davanti al corridoio vuoto.
Me lo meriterei, perché sono un idio-
Taehyung.
È seduto sul gradino più alto della scalinata, le spalle ricurve e la testa china sulle ginocchia, le gambe strette tra le braccia. Deve avermi seguito, per poi rinunciare a metà di scale, fermandosi al pianerottolo tra le due rampe.
Mi viene da piangere a guardare la sua schiena, che ora mi sembra così piccola. Non si è accorto di me, sta silenziosamente tirando su col naso come se non volesse farsi sentire da nessuno.
Non resisto, mi inginocchio dietro di lui e lo stringo in un abbraccio, nascondendo il mio volto tra il suo collo e la sua spalla.
«J-Jung...»
La sua voce è incrinata. Sta piangendo. E sono più che certo che la colpa sia mia. Non c'entra niente Blaise Freed. Sono io che l'ho ferito, questa volta. Stringo più forte la presa, e sento le sue mani raggiungere il mio avambraccio.
«Mi dispiace» mormora. A lui dispiace? Sono io il coglione, qua.
Mi siedo meglio, circondandolo con le mie gambe e premendo il mio petto contro la sua schiena. Lui si rilassa appena, piega la testa all'indietro appoggiandosi sulla mia spalla, e io alzo la mia, riuscendo finalmente a scorgere il suo volto.
«Ti amo» affermo, e lui spalanca gli occhi. Sono sorpreso quanto lui, ma per un motivo diverso.
Ero talmente preoccupato di essere amato o meno da Taehyung, che per tutto questo tempo non glielo avevo ancora detto chiaramente, dando per scontato che i miei sentimenti fossero arrivati al mio ragazzo. E in un certo senso, so che lo sapeva già, ma questo non rende meno necessario dirglielo.
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dear delivery boy [taekook]
FanfictionJungkook consegna un pacco ad un ragazzo moooolto infastidito che non vuole pagare il dazio doganale, perché sostiene di averlo già fatto. 📦📦📦 taekook AU ATTENZIONE! Presenza di smut~ top!kook bottom!tae coppie secondarie: yoonmin, probabili acce...