14. È inutile scusarsi

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Quando arrivo a casa, dopo lavoro, sono quasi le nove. Non riesco a smettere di pensare a Taehyung. Rilascio un verso di frustrazione e mollo i miei abiti a terra, prima di dirigermi in bagno. Mentre l'acqua scorre lungo la mia pelle come se niente fosse, sento il mio corpo ribellarsi alla tranquillità che mi trasmette solitamente la doccia. Le mie mani si rifiutano di stare ferme dal nervosismo, e mi ritrovo a schioccare continuamente la lingua, infastidito dal volto che appare nella mia mente ad ogni movimento. Quello del mio partner, deluso dal mio atteggiamento. Continuo a credere che sia stato lui a creare problemi, non fraintendetemi. In ogni caso, però, mi sento come se dovessi rimediare in qualche modo.

È un po' tardi, ma dovrebbe essere sveglio, no?

Mi rigiro tra le mani la foto che ho fatto stampare, mettendo da parte l'imbarazzo e la sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato, per cercare nei lineamenti del ragazzo ritratto il motivo per cui mi sembra diversa dalle altre che ho scattato.

Nel frattempo, ascolto il cellulare che squilla. Si fa desiderare, il signorino. La linea cade, e riprovo.

Lo sto facendo solo perché me l'ha chiesto il professore, mi dico quando accetta la chiamata al secondo squillo.

«Pronto, Taehyung?»

«J-jungkook» risponde lui, con la voce un po' incrinata. Ha pianto? No, non è questo...

«Ti disturbo?» domando.

«N-no» farfuglia lui. Che stia male? Forse sono stato un po' troppo duro questa mattina.

«Ascolta» prendo un respiro profondo, prima di riprendere a parlare. È così difficile mettere da parte le mie convinzioni e andargli incontro. «Per quanto è successo oggi, io... Mi dispiace.»

Lui non ha idea di quanto mi pesi dire queste parole, considerando che continuo a pensare di non essere io quello che dovrebbe scusarsi, quindi spero che almeno apprezzi lo sforzo.

«...Non ti piace Blaise?» replica.

«Quante volte devo dirtelo? Sono etero, lui mi piace come persona, niente più» spiego, e non capisco perché mi sto giustificando con Taehyung, inoltre...

«Quindi non ho motivo di essere geloso?» insiste, facendo un po' fatica a parlare. Era davvero questo che lo preoccupava tanto?

«Ovviamente no. Primo, mi piacciono le ragazze. Secondo, non stiamo insieme, non vedo perché dovresti essere geloso» dico esasperato.

«Magari perché mi piaci?» suggerisce lui, con tono di scherno, ma percepisco comunque il suo imbarazzo. Accidenti, la sua schiettezza mi fa sentire tutto d'un tratto timido. Non dice più nulla, io nemmeno. Lo ascolto respirare, ed il mio cuore salta un battito. Devo assolutamente parlare d'altro, o è meglio buttare giù, perché questa situazione mi sta mettendo a disagio.

«Volevo parlarti del nostro progetto» esclamo all'improvviso. È l'unico argomento che mi viene in mente. «Se per te non è un problema» aggiungo, ma lui non risponde, se non con un breve "hmm" che prendo come un sì. Troppo pigro per usare le parole?

Comincio a spiegargli come voglio impostare il lavoro, ricevendo solo versi di assenso come responso. «Tutto okay?» chiedo dopo un po', leggermente preoccupato e irritato.

«Nh? S-sì, non è niente... Continua a parlare» mi intima e, anche se un po' titubante, procedo.

«Considerando il tema così ampio e il tempo a disposizione, potremmo provare più concetti e-»

«Ah...»

Una scarica elettrica mi trapassa la spina dorsale. Ha appena ansimato?

«Taehyung, che stai facendo?» Le mie mani si fanno improvvisamente sudate, sento un familiare calore prendere piede in tutto il mio corpo mentre lo sento sospirare pesantemente. «Tae...hyung?»

dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora