59. La fine di una relazione

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Mi rilasso sotto il tocco delicato di Taehyung, che prima mi friziona i capelli bagnati con un asciugamano e poi li passa sotto al vento tiepido del fon.

Le sue dita mi pettinano delicatamente, indugiando di tanto in tanto sulla pelle della mia nuca.

Spingo il capo all'indietro tutte le volte, lasciandomi accarezzare dal mio fidanzato, mentre i miei pensieri vagano, un sacco di domande a cui non so se riceverò risposta che mi affollano la mente.

Il padre di Taehyung... dov'è? Gli manda dei soldi, da quello che ho capito, quindi è vivo. Ma perché Taehyung non vuole usarli? Sembrava infastidito, ma allo stesso tempo tiene a quella tuta?

Non posso di certo impormi solo per soddisfare la mia curiosità, aspetterò che sia pronto per parlarne, però-

«Ho finito. Ti sto abituando troppo bene, ragazzo delle consegne?»

La risata del mio ragazzo mi risveglia e mi volto a guardarlo con un'espressione colpevolmente compiaciuta. Come se i suoi, di capelli, si fossero asciugati da soli.

«Non vedo il problema, se continuerai a farlo.» Gli faccio l'occhiolino prima di dargli un bacio sullo zigomo. «Andiamo a letto, dai.»








Taehyung mi segue un po' troppo in silenzio per i miei gusti lungo il corridoio, e quando mi infilo sotto le lenzuola si sistema addosso a me, dandomi per la prima volta le spalle – sono abituato ad avercelo aggrappato al collo come una scimmia.

Mi tira per il polso e fa scivolare il mio braccio lungo il suo fianco fino al torace coperto dal cotone leggero della sua t-shirt, prendendomi per mano e intrecciando le dita con le sue.

Mi avvicino maggiormente, aspirando il profumo dei suoi capelli che mi sfiorano naso e labbra, e lo stringo un po' più forte tra le braccia in attesa di prendere sonno.

«Ho fatto coming out... quando avevo quattordici anni.»

Alzo la testa di scatto, preso alla sprovvista dalle sue parole perché credevo che Taehyung volesse dormire, ma mi ricompongo subito. Mi riabbasso e gli lascio un bacio leggero dietro l'orecchio, invitandolo a continuare.

«Non credo fosse un mistero, comunque» mormora ridacchiando debolmente, senza trasporto. «Il protagonista del mio primo sogno bagnato era un uomo, e da lì tutte le mie fantasie sono sempre state incentrate su persone del mio stesso sesso. Ho deciso di dirlo ad alta voce puramente per proforma, pensando che non sarebbe stato un problema.»

Prendo a disegnare dei motivi circolari col pollice sul dorso della sua mano, cercando di reprimere tutte le idee che stanno prendendo forma nel mio cervello su come sia andata la storia.

«Per mia madre, come ben sai, era una fase destinata a passare col tempo. Povera donna, il tempo le ha solo dimostrato quanto si sbagliasse, e ancora non riesce ad accettarlo.»

Era solamente un ragazzino quando la signora Hayes gli ha fatto credere di averla delusa? E suo padre...

«Papà mi ha regalato quella tuta in barba all'espressione contrariata di mia mamma, che diceva fosse roba da femmine quando me la sono provata. Soltanto perché era nel reparto sbagliato» borbotta, schioccando la lingua irritato. Sorrido al suo tono di scherno. In effetti, chi ha deciso che una tuta rosa con dei gattini dovrebbe stare nella sezione femminile? «Lui invece mi ha detto che mi calzava alla perfezione, ed è andato in cassa a farsela impacchettare.»

Un moto di orgoglio per quest'uomo sconosciuto mi scuote lo stomaco, e sento gli occhi pizzicare.

«Mamma non gli ha parlato per una settimana perché aveva deciso di assecondare uno dei miei capricci. Ho dovuto lavarla personalmente e tenerla nascosta per evitare che la buttasse via, ogni volta che me la vedeva addosso storceva il naso.»

dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora