66. L'inizio e la fine

824 88 157
                                    

«Buon compleanno, Jungkookie. Hai mai festeggiato giocando a nascondino?»

Taehyung mi accarezza i capelli, passando le dita tra le ciocche corvine stringendole appena, con delicatezza.

Riesco a intravedere il suo volto sorridente baciato dalla luce del sole che filtra dalle tapparelle, e per un momento mi godo la sensazione del tepore che emana il suo tocco.

Quando sbatto le palpebre e apro gli occhi, Taehyung è sparito.

Mi sveglio di soprassalto.

Era un sogno. Ho sognato Taehyung, come sempre, ma questa volta mi sembra di sentire ancora il suo profumo aleggiare nella stanza da letto.

Però sono solo. Sorrido lievemente, e mi fanno male gli angoli della bocca per lo sforzo.

1 settembre.

Da oggi ho ventiquattro anni.

Onestamente, ho sempre considerato il mio compleanno un giorno come un altro, niente di speciale o importante, ma questa volta mi aspettavo di festeggiarlo diversamente. O perlomeno di festeggiarlo, e basta.

Do uno sguardo al telefono, osservando le notifiche aumentare e sovrapporsi sullo schermo.

Controllo invano se, tra gli auguri, ci sia un messaggio di Taehyung, e rimango deluso solo per un istante.

Di certo non sa che è oggi. Non gliel'ho mai detto, del resto.

Mi alzo con un grugnito e mi preparo.

Perché, in un modo o nell'altro, questa è una giornata importante, per me.

Avrei voluto condividerla con lui, però...

Il telefono che squilla mi risveglia dai miei pensieri, e rispondo senza nemmeno verificare chi mi stia chiamando.

«Pronto?» bisbiglio, aspettandomi per qualche insano motivo di sentire la voce di Taehyung dall'altro capo.

«Jungkookie!»

Oh.

Mia madre.

«Mamma? Che fai sveglia a quest'ora?» domando, dopo essermi fatto qualche calcolo mentale per capire che ore siano in Corea del Sud.

«Buon compleanno, tesoro!» esclama lei, ignorandomi bellamente. «Sei pronto per questa giornata?»

«Uhm. Sì» mento. Lei non sa che io e Taehyung ci siamo lasciati, e io sono ancora convinto di poter sistemare le cose prima che lei lo possa scoprire. «Sto uscendo ora di casa.»

Ascolto distrattamente la donna che snocciola parole di incoraggiamento e chiudo a chiave, poi scendo le scale e raggiungo l'entrata.

Quello che c'è fuori non me lo aspettavo neanche un po'.

Non ho attaccato il telefono, e la voce di mia madre riecheggia nelle mie orecchie mentre richiudo il portoncino d'ingresso.

Quando alzo lo sguardo, i miei genitori sono lì.

«Sorpresa!» strillano contemporaneamente, e io lascio cadere il mio cellulare dallo stupore ma soprattutto per l'urlo che mi ha quasi spaccato il timpano.

«Buon compleanno, Jungkookie» ripete in un sussurro mia madre dopo avermi stretto tra le braccia.

Mio padre mi dà una pacca sulla spalla, il suo modo personale di farmi gli auguri.

«Cosa ci fate qui?» dico, trattenendo le lacrime di felicità.

Il volto di mia madre si decora con un broncio troppo tirato per essere credibile.

dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora