33. Anime imprigionate

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La settimana con i miei genitori passa in fretta, forse anche troppo, e come sono arrivati se ne vanno, lasciandomi un enorme senso di vuoto, ma questa volta anche qualcos'altro. Mia madre, prima di andarsene, mi ha confidato di voler rimanere in contatto con Taehyung, comunque vadano le cose tra noi. Le sue parole mi hanno nuovamente ricordato che ciò che abbiamo io e il mio compagno di corso non potrà restare una semplice amicizia, quale che sia la strada che sceglierò di percorrere.

Ancora una volta, mi sento in difficoltà. Lei mi ha detto che non devo per forza prendere una decisione, ma mai più di adesso mi sento come se invece fossi obbligato a farlo. Io e Taehyung ci siamo visti di nuovo, ci siamo accordati per incontrarci per fare foto e studiare insieme, ma di domenica non abbiamo parlato, come se l'argomento riguardante la nostra relazione, qualsiasi essa sia, fosse diventato un tabù. Da una parte, non posso che essergliene grato, perché questo ritarda il momento in cui dovrò riflettere davvero su tutta la questione. D'altro canto, però, comincio a chiedermi se lui sia ancora interessato a me, se non si sia stufato e stia iniziando lentamente ad allontanarsi.

Cerco di non soffermarmi sull'effetto che mi fa quest'ultima idea, e prima di uscire afferro il mio ombrello.

Sta piovendo da matti, mi sa che proporrò a Taehyung di abbandonare l'idea della pratica per concentrarci sulla teoria, anche se qualcosa mi dice che insisterà per scattare delle foto sotto la pioggia, e che io cederò alle sue richieste.

Raggiungo in fretta il Vixxxen, dove mi sta aspettando. Forse sono un po' in anticipo, ma non avevo assolutamente nulla da fare e l'attesa mi stava uccidendo. Non so da quando sono così agitato al pensiero di vedere il mio partner, ma preferisco assecondare il mio istinto, tanto il peggio che può succedere è che mi tocchi attendere Taehyung mentre ascolto i racconti di Kevin al bancone.

Appena apro la porta, però, mi fermo, sentendo le voci di Seokjin e Taehyung. La discussione sembra seria, quindi mi prendo un attimo prima di intromettermi.

«Tu continui a dire che nessuno si farà male, Tae, ma io riesco a vedere come andrà a finire» dice il maggiore, con un tono di voce irremovibile e allo stesso tempo preoccupato.

Sento di aver perso il momento giusto per fare la mia entrata in scena, così resto all'ingresso, senza farmi notare. Non vorrei, ma non riesco a fare a meno di ascoltare la conversazione.

«Alla fine sarai ancora tu a restare scottato. Proprio come l'ultima volta. Solo che ora sarete in due a soffrirne.»

«Ma che stai dicen-»

«Lui ci tiene a te, Tae. L'ho notato, come ti guarda. Quando sarà il momento di lasciarti andare, ci starà male anche lui.»

Mi rendo perfettamente conto che stanno parlando di me, e che non dovrei aver sentito una parola di ciò che stanno dicendo, ma il mio corpo è paralizzato.

«Ma figurati, perché dovrebbe star male? So benissimo che questa cosa non ha alcun senso, cosa credi?» borbotta Taehyung, e il mio cuore inizia a galoppare. Esatto, perché dovrei star male? Perché le sue parole già ora mi fanno male?

«Tu non te ne accorgi nemmeno. Quando succederà - perché è solo questione di tempo, prima che si renda conto di averti illuso e basta - io sarò qui a consolarti» gli assicura Seokjin.

«Perché dovresti consolarmi? Non succederà nulla, Jinnie. Te l'ho già detto, tra me e Jungkook non-»

«Perché tu lo ami, no?» Seokjin lo dice a bassa voce, eppure riesco a sentirlo. Il silenzio che ne segue è soffocante. Mi manca l'aria, voglio uscire e scappare via sotto la pioggia.

«Non dirlo» mormora Taehyung con un tono sommesso, la voce che trema. Non sono sicuro di aver capito bene, come un marinaio ammaliato dal canto di una sirena mi sporgo in avanti, abbassando la visiera del cappello sul naso.

dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora