12. Di nuovo

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«Wow, sei davvero il primo della classe» commenta Taehyung, ammirando le stampe delle mie foto, incorniciate in dei quadri sparsi di fianco all'armadio della mia camera.

Dopo che sono svenuto sotto ai suoi occhi, ha deciso di venire a trovarmi fino a che non mi sarò ripreso del tutto. Fortunatamente sono abbastanza in forze da potermi preparare i pasti da solo, e già domani dovrei riuscire a tornare sia al lavoro che all'università.

«Già, eccetto che non è così» sbuffo, un po' sconsolato. Lui mi guarda inarcando un sopracciglio, in una silenziosa richiesta di spiegazioni.

«Ecco, vedi» inizio a parlare, grattandomi nervosamente il polso, «il signor Freed dice che mi manca qualcosa, e non sono ancora riuscito a colmare questa mancanza. Le mie foto gli piacciono, soprattutto quelle paesaggistiche. Sui ritratti, però, secondo lui non mi impegno abbastanza, come se i miei lavori non trasmettessero la passione che ci metto. E io penso abbia ragione. Sono estremamente carente.»

Taehyung mi afferra il braccio, e la sua espressione diventa quasi furiosa.

«'Fanculo Blaise! Queste foto sono fantastiche, è impossibile che ti manchi qualcosa! Forse sono i tuoi soggetti ad essere carenti» sputa arrabbiato, e mi stupisce talmente tanto il fatto che se la sia presa così, che mi dimentico che ha appena inveito contro il mio fotografo preferito.

Socchiudo gli occhi e osservo i suoi lineamenti contorti dall'irritazione. Mi torna alla mente la foto che gli ho scattato di nascosto, rinchiusa al sicuro in una cartella del mio pc. Se la mostrassi a Freed, troverebbe finalmente qualcosa di positivo nei miei scatti? L'unica risposta che riesco a darmi, per ora, è che voglio fare in modo di averlo come modello. Taehyung è la prima persona che ho fotografato d'impulso, senza nemmeno chiedere il permesso. È la prima persona che mi ha colpito più di un paesaggio, tanto da volerla immortalare. Mentre questa consapevolezza si fa strada lentamente nel mio cervello, lui ha lasciato la presa, e ha riposto le cornici a terra con cura.

«Posso...» comincio a dire, ma mi fermo. Volevo davvero chiedergli di fotografarlo? Il mio partner si gira verso di me, confuso, e io volto la testa in fretta. «Ahia» mugolo, toccandomi il collo.

«Che ti succede?»

«Ah, niente. In questo periodo soffro un po' di cervicali» replico, massaggiandomi la spalla dolorante. Un po' tanto, penso.

«Ti faccio un massaggio» afferma lui, come se avesse già deciso e me lo stesse comunicando invece che propormelo. «Sono bravo!» insiste, quando si accorge del mio sguardo sospettoso.

Non so se è colpa della febbre che deve ancora scendere del tutto, o se è il dolore che provo, ma in qualche modo mi convince, così ruoto sul posto, dandogli le spalle.

«Campione, è meglio se togli la maglia e ti distendi» dice lui sardonico. Sta scherzando? Spogliarmi davanti a questo demone che ci prova ogni volta che ne ha l'occasione? «Non mordo mica» continua, come se avesse intercettato i miei pensieri.

Resto impiantato dove sono, irremovibile, e lo sento sbuffare prima di iniziare a massaggiarmi le spalle con delicatezza. La sensazione che mi regala è magnifica, non mentiva quando ha detto di essere bravo. Dopo poco comincio a comprendere cosa intendesse: la maglia è un impiccio, e io inizio a stare scomodo, vorrei soltanto spiaccicarmi sul letto e lasciargli fare quello che vuole della mia schiena.

«Ho capito, ho capito, stop» gli dico, fermando i suoi movimenti. Lui mi segue con lo sguardo mentre mi alzo in piedi e mi sfilo l'indumento, e riesco a notare il rossore che affiora sulle sue guance e la bocca semiaperta.

«Asciugati la bava» lo prendo in giro, e lui d'impulso si porta una mano sulle labbra, facendomi ridacchiare.

«B-bei tatuaggi» commenta, ma so che sta guardando tutto fuorché il mio braccio tatuato.

dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora