42. Chiacchiere notturne

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Non so per quanto tempo ho dormito. Ci abbiamo dato dentro per un bel po', tanto che mi sento quasi in colpa per Taehyung, che alla fine sembrava veramente esausto, ma la sua espressione appagata mi ha fatto capire che non ho nulla di cui preoccuparmi.

Quando apro gli occhi, Taehyung non è più accanto a me sul letto. Superato un primo momento di agitazione, mi guardo intorno spaesato, e dopo qualche secondo sento un rumore di passi accompagnato da un profumo dolce che mi fa venire l'acquolina in bocca.

Il mio ragazzo fa capolino da dietro alla porta, con una mia maglietta oversize addosso.

Soltanto una mia maglietta oversize addosso.

«Che c'è, non ne hai avuto abbastanza?» domando famelico, spostando lo sguardo affamato dalle sue gambe abbronzate alle sue guance, che si colorano di un rosa acceso a causa delle mie parole.

Ciononostante, sul suo volto si apre un sorriso a trentadue denti, da farmi perdere il fiato.

Entrando nella stanza, mi lascia vedere cosa sta portando con una mano: un piatto di pancake, letteralmente una torre da quanti ne ha preparati.

«Hai fatto i pancake?» domando sedendomi meglio sul materasso, aspettando che mi raggiunga. «Ma è tipo mezzanotte!»

Taehyung emette un verso di dissenso. «E quindi? È sempre l'ora dei pancake! E noi non abbiamo cenato. E poi...» mormora, la voce che si abbassa sempre di più man mano che parla.

«E poi...?» lo imbecco con un ghigno, facendolo sbuffare.

«E poi lo sai, non so cucinare. Questo è l'unico piatto che mi riesce» borbotta con un broncio che vorrei baciare via, per cui mi protendo verso di lui e poso le labbra sulle sue.

«Sai di dolce» commento, accarezzandogli una guancia.

«Volevo controllare che fossero venuti bene» spiega, mugolando quando sente la mia mano disegnare trame invisibili sulla sua coscia. Lo bacio di nuovo, approfondendo il contatto e assaporando il sapore zuccheroso della sua bocca. Prima di lasciarlo andare, per assaggiare la pietanza che ha preparato – un po' preoccupato per lo stato in cui potrebbe trovarsi la mia cucina – gli lecco le labbra.

«Se hanno lo stesso sapore che hai tu, devono essere buoni. Di sicuro lo sembrano» replico, afferrando il piatto che ha abbandonato sul materasso, dove la pila di pancake ancora fumanti, ricoperti di sciroppo d'acero e frutta in pezzi riposano come se fossero usciti dalla più sofisticata delle pasticcerie. Ammiro la composizione per una decina di secondi, estasiato. Gli piace proprio impiattare il cibo, non c'è che dire.

«Non so se te li meriti» mi prende in giro, togliendomi il piatto di mano e appoggiandolo sul comodino. In tutta risposta, io lo prendo per la spalla e lo spingo sul letto, mettendomi a cavalcioni su di lui e facendogli fare un urletto sorpreso.

«Scegli: posso mangiare i pancake, o posso mangiare te» dico sogghignando, aspettandomi che si tiri indietro e mi spinga via. Invece Taehyung allunga le braccia incrociandole intorno al mio collo e avvicina i nostri volti.

«Oppure puoi fare entrambe le cose» ribatte, gli angoli delle labbra piegati all'insù e il suo ginocchio che sfiora appena il mio inguine. Abbasso lo sguardo e, notando come la maglia si è sollevata a causa del movimento della sua gamba, posso confermare il sospetto che aveva destato in me quando è entrato in camera, ovvero che avesse deciso di non prendere in prestito anche delle mutande. Credo di averlo già detto, ma questo ragazzo sarà la mia morte.

«Passami quei pancake, prima che ti salti addosso un'altra volta» mormoro, più a me stesso che a lui, cercando di essere considerato dopo la nostra intensa... sessione di prima.

dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora