27. Quel che Kim Taehyung vuole, ottiene

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In questo momento, sto aspettando che Taehyung esca da casa sua.

Per la prima volta sono eccitato all'idea di fotografare qualcuno. Le mani mi vibrano e ogni volta che abbasso lo sguardo sulla macchinetta fotografica non riesco a fare a meno di sorridere.

Potrei essere felice di avere Taehyung come partner.

Il mio compagno di corso supera il cancello e ha un sorriso a trentadue denti mentre mi raggiunge in macchina.

«Sei pronto?» chiedo leggermente preoccupato vedendolo in difficoltà nel sistemarsi la cintura. Lui si gira di scatto, mantenendo il sorriso.

«Sono nato pronto!» replica, ma vedo che le dita gli tremano mentre cerca di allacciare il gancio.

«Andrà tutto bene» gli assicuro, spostandogli le mani e finendo il lavoro al posto suo.

«Ovvio, lo so. La foto che mi hai fatto era davvero stupenda» ridacchia lui, il nervosismo che lo abbandona lentamente, mentre il mio petto si gonfia di orgoglio. «E anche se tu diventassi gay dopo questa giornata, ci guadagnerei comunque.»

«Chiaro» sbuffo, mettendo in moto.

«Non staremo andando un po' troppo lontano? Dove mi porti?» domanda impaziente, guardando fuori dal finestrino.

«In un posto dove non troveranno il tuo cadavere» rispondo tranquillamente, godendomi quel secondo e mezzo in cui resta a bocca aperta. «In un posto bello, Taehyung. Stai tranquillo, tornerai a casa integro stasera.»

«A casa mia o tua?» mi provoca, facendomi strozzare con la mia stessa saliva. «Perché mi andrebbe bene anche non essere integro in caso» mi fa presente con un occhiolino.

«A casa tua, Taehyung» insisto, stringendo più forte la presa sul volante.

«Siamo arrivati» dico dopo un quarto d'ora, e Taehyung è rapido a slacciarsi la cintura e smontare dall'auto.

«Finalmente, non mi sentivo più il cu... Hai davvero intenzione di uccidermi e seppellirmi qui da qualche parte?» domanda guardandosi intorno prima di lanciarmi un'occhiata piena di una nuova angoscia: siamo in una strada secondaria, intorno a noi c'è solo il bosco. Apro il bagagliaio e tiro fuori uno zaino, che mi metto in spalla.

«Esattamente. Mi hai stufato e ho deciso di farti fuori» lo assecondo, sfoderando il mio ghigno più inquietante. «Adesso muoviti, che non ho tutta la giornata. Voglio tornare a casa per cena.»

Taehyung deglutisce, ma dopo essersi voltato a destra e sinistra un'ultima volta, agitato, decide di seguirmi. Pensa davvero che abbia intenzione di ammazzarlo? Trattengo una risatina, lanciando qualche volta un'occhiata alle mie spalle per controllare che sia ancora dietro di me.

«Manca tanto?» chiede dopo un po', stanco della passeggiata nella foresta. «A questo punto facciamola finita, dammi il colpo di gra-»

Non finisce la frase appena gli intimo con un gesto del braccio di guardare davanti a sé, immagino a causa dello stupore. «Ma è bellissimo, Jungkook!»

Rido sotto i baffi, fiero di me stesso. In effetti, l'ho portato in un posticino niente male. È una radura che ho trovato con Yoongi e Jimin, un giorno in cui siamo riusciti a convincere Yoongi a camminare in montagna, ancora mi domando come. Non essendo una località turistica, non c'è praticamente nessuno, a parte il proprietario di una baita dall'altra parte del piccolo specchio d'acqua davanti a noi. Qui vengo ogni volta che ho bisogno di calmarmi e rilassarmi, ci vuole un po' per arrivare ma ne vale la pena. E credo che Taehyung abbia bisogno di allontanare alcuni pensieri dalla sua testa.

«Jeon, se volevi conquistarmi ci sei riuscito» mormora lui, e vorrebbe essere una battuta ma la sua espressione è talmente meravigliata che non mi infastidisce.

dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora