51. La quiete prima della tempesta

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In questi giorni, Taehyung è diventato un po'... scostante? Riservato, come dire.

O forse mi sembra così perché passiamo meno tempo assieme rispetto a prima, ma non si comporta come al solito. Non è appiccicoso, non mi cerca, anzi. Da quando siamo tornati dalla gita al lago ho l'impressione di essere io quello che non riesce a staccarsi dall'altro.

In un certo senso, credevo che saremmo stati ancora più uniti, dopo che abbiamo fatto l'amore nella baita del signor Newton. Ripercorro ogni attimo di quella giornata, per capire se ho fatto qualcosa per irritarlo, ma non mi viene in mente nulla. Cioè, pensavo persino che Taehyung mi stesse per dire che mi ama, prima che fossimo interrotti proprio dal proprietario del negozio di attrezzi per la fotografia. Invece avevo frainteso tutto. La verità è che io sono ancora più innamorato di lui di quanto non fossi già, e non riesco a comprendere il motivo per cui Taehyung ha iniziato a volere più spazio per sé.

Sto comunque cercando di assecondarlo. O meglio, non è che possa fare diversamente, visto che da una settimana quasi ogni sera se ne va a lavorare al Vixxxen, anche quando non ci sono spettacoli, per tornare talmente tardi che io sono già addormentato.

Persino quando siamo insieme mi pare distante. È come se faticasse a guardarmi in faccia, e anche quando mi risponde non mi sembra minimamente coinvolto nelle nostre discussioni.

Hoseok mi ha detto che penso troppo, che probabilmente sto esagerando perché effettivamente Taehyung si comporta come al solito, a parte questi dettagli di cui a quanto pare mi accorgo solo io.

Anche Jimin ha voluto rassicurarmi, spiegandomi che Seokjin ha bisogno di una mano al locale perché è a corto di personale, e che il mio ragazzo è soltanto stanco, ma mi adora come sempre.

E io non penso che i suoi sentimenti per me siano cambiati così all'improvviso, considerando il ritratto del sottoscritto che sta dipingendo con tanta dedizione in ogni momento libero delle sue giornate, rinchiudendosi in quella stanza – in cui non ho il permesso di entrare "finché non sarà finito!" – anche quando potrebbe stare con me.

Però mi sento un po' solo.

Certo, ho un sacco da fare anche io, tra il lavoro e lo studio, ma mi sembra di vederlo meno di quando non vivevamo insieme.

Forse hanno ragione gli altri. Magari la sto facendo più grande di quello che è, e Taehyung è soltanto stanco.

Allora perché continuo a sentirmi così irrequieto, mentre raggiungo esitante quella dannata porta chiusa in fondo al corridoio?

Non voglio entrare per fargli un dispetto. Non voglio nemmeno entrare.

Devo solo avvisarlo che sto per uscire di casa, niente di che. Niente di spaventoso.

Busso una volta, poi un'altra. Come mi aspettavo, non ricevo alcuna risposta e così, dopo aver fatto un respiro per calmarmi, abbasso la maniglia.

«Tae-»

Quelle maledette cuffie.

Aumento il passo e in un attimo mi ritrovo alle spalle del mio fidanzato, che ancora ignora la mia presenza.

Gli tiro via le cuffie dalle orecchie un po' troppo bruscamente, forse, perché lui si gira di scatto con gli occhi sbarrati.

I nostri sguardi si incrociano, ma è soltanto per un istante prima che lui abbassi il suo.

«Jungkook, mi hai fatto venire un infarto!» strilla mentre afferra il cavalletto e lo gira in fretta dall'altro lato. Forse dovrei dirgli che l'altra sera ho avuto modo di osservare ogni dettaglio della bozza. «Non potevi bussare?»

dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora