69. Bentornato

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«Cosa?»

«Sì, in realtà - mi sento quasi in colpa nei confronti del signor Kim, forse avrei dovuto trovare un momento migliore per dirlo a Taehyung - viene qui spesso, da quando hai lasciato la casa di tua madre.»

Taehyung non dice nulla, resta a fissarmi a bocca aperta come se stesse ancora cercando di immagazzinare l'informazione, e quando lo fa serra le labbra ancora tremolanti. Non riesce a replicare, così continuo a parlare.

«Era preoccupato per te.»

Ora pare che gli occhi possano uscirgli dalle orbite, tanto che mi metto a sedere anche io per accertarmi che restino dove sono.

«Ma mio padre? Ti sbagli» mormora, la voce strozzata. «Probabilmente sarà qui per lavoro. E poi, tu come...?»

«Me l'ha detto lui.» Lo sguardo di Taehyung passa dal lenzuolo stropicciato che ci copre al mio volto. «Tua madre l'ha chiamato quando te ne sei andato da casa Hayes e lui... diciamo che ha iniziato a vegliare su di te. Quando poi io... tu...» Non riesco a dirlo. Non ce la faccio a dire ad alta voce che per un periodo io e Taehyung non siamo stati insieme. Non voglio più avere un'esperienza del genere. La vita prima di Taehyung andava bene, ma da quando l'ho conosciuto la vita senza di lui semplicemente non è accettabile. Gli sfioro una guancia e lui si appoggia al mio palmo, chiudendo gli occhi. «L'ho trovato per strada e l'ho invitato a fare due chiacchiere. Così mi ha raccontato di tua madre, a cui credo abbia fatto una ramanzina per il suo comportamento, tra l'altro, e di te.»

Taehyung accenna una risatina quando sente che la signora Hayes ha ricevuto una strigliata dall'ex marito, ma torna serio poco dopo, e resta in attesa.

«Non sono io la persona che deve spiegarti perché non si è fatto vedere prima, credo che dovrebbe farlo lui. So che lo vorrebbe, per lo meno. E qualunque cosa deciderai di fare, sarò al tuo fianco, se lo vorrai.»

Il mio ragazzo resta in silenzio, e lo sento rannicchiarsi di più contro di me. Prendo a carezzargli la schiena delicatamente, e poso le labbra sulla sua testa.

«Qualsiasi cosa tu voglia, Taehyung. Per te posso fare tutto.»

Lo stringo tra le braccia e lascio che ascolti il battito regolare del mio cuore.

Non so per quanto tempo stiamo così, abbracciati in silenzio. Quando penso che si sia addormentato, Taehyung sussurra qualcosa, che non capisco subito perché ha la faccia piantata sul mio petto.

«Voglio un cane» ripete con la voce appena più alta, quasi un borbottio.

Sorrido.

«Anche due.»

«E dei bambini» riprende, questa volta più convinto di prima. Alzo un sopracciglio divertito. Al momento è lui che sembra un bambino capriccioso.

«Va bene.»

«Non dico che li voglio ora, non penso che siamo ancora abbastanza maturi» spiega, «ma voglio diventare papà, un giorno.»

«Ne sarei felice.»

Taehyung alza la testa verso di me, incrociando il mio sguardo.

«E non mi importa se per adesso sono più ricco di te, devi stare con me. Voglio che mi dici tutto e che affrontiamo tutto insieme.»

Ridacchio, e lui mi tira una sberla sul petto.

«Sono serio!»

«No, hai ragione. È che lo stavo pensando poco fa. Non ti lascerò più andare, davvero. Volevo che tua madre ti accettasse, e l'ho fatto per te, ma ero anche spaventato di non essere abbastanza. Non è mai stato per i soldi. Però adesso non mi importa più, non credo di riuscire a vivere un altro giorno in tua assenza. Credimi.»

dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora