26. Non può essere nessun altro

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Non sto scappando.

Se non sto frequentando le lezioni e il gruppo dei miei amici in questi ultimi giorni è perché sono pieno di lavoro fino al collo.

Potrebbe sembrare una scusa, ma per chiunque abbia delle bollette da pagare sarà chiaro che non lo è affatto. In questo periodo ho saltato quasi tutte le consegne come rider, potendomi gestire gli orari, e il risultato è che le mie entrate sono calate drasticamente rispetto a quando vivevo praticamente solo per studiare e lavorare, e ora mi trovo un po' in difficoltà. È un caso che abbia deciso di rimettermi in carreggiata proprio dopo la festa a casa di Hoseok.

Okay, forse non è del tutto una coincidenza, forse sto usando il lavoro come modo per distrarmi da quel weekend assurdo. La verità è che sono rimasto sconvolto dal mio stesso comportamento: mi aspettavo che Taehyung approfittasse della situazione, non che lo facessi io.

Ho bisogno di stare un po' lontano da lui, devo capire cosa mi sta succedendo e-

E le bollette, davvero, non si pagano da sole.

Sbuffo inviando il denaro dal mio cellulare, che in quel momento suona per l'arrivo di una notifica. Ho perso il conto dei messaggi che mi hanno mandato gli altri, ho risposto solo un paio di volte spiegando brevemente nella chat di gruppo il motivo della mia assenza, sperando se la bevessero.

Taehyung mi ha scritto unicamente "buon lavoro, ragazzo delle consegne", e non l'ho più sentito.

Mi sento tremendamente in colpa.

Anche per questo mi sto spaccando di lavoro. Se lo evitassi e basta starei peggio, almeno così so che lo sto ignorando per un valido motivo.

Per quanto io mi impegni a non pensare a lui e a quello che è successo tra noi, la mia testa finisce per vagare sempre al ricordo del piacere che mi ha provocato.











«Perché stai chiedendo appunti a me e non a Taehyung?» domanda tranquillamente Tabitha, passandomi il suo bloc notes. L'ho raggiunta in pausa dal lavoro al campus, visto che non ho intenzione di restare indietro col programma.

«Non posso farlo?» ribatto io per non rispondere. Ma ovviamente la mia amica non demorde.

«Non se non mi dici che c'è tra di voi, prima» mi stuzzica, tirandomi via il quaderno dalle mani.

«Okay» borbotto sconfitto. «Alla festa di Hobi... è successo qualcosa» ammetto troppo in fretta. Credo di aver bisogno di sfogarmi con qualcuno.

«Grande, ci ero arrivata anche io. È per colpa di quello che ha detto Amy?» chiede incuriosita e un po' dispiaciuta.

«No, è per colpa di Yoongi» replico io. «Mi ha costretto a baciarlo.»

Tabitha scoppia a ridere.

«E quindi? Tutto qua? Hai 23 anni, Kook, non 15. Era solo un bacetto, dai!»

Non era solo un bacetto, Tabitha.

Ma non posso certo dirtelo, figuriamoci. Sono stato un idiota a pensare di poterle raccontare la storia a metà, senza dover spiegare anche di come mi sia venuto duro per uno stupido bacio.

«Ma Kook si è eccitato» chiarisce impassibile qualcuno alle mie spalle. Yoongi.

Cristo, ma di tutti proprio lui doveva arrivare? E proprio lui doveva essersi accorto del mio problema?

«Cos'avete fatto in bagno, sesso?» mi chiede tranquillamente, e per poco non sputo il tè dalla cannuccia di carta.

«Mi ha solo fatto un pomp-»

dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora