18. Raccogliere la provocazione

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«Fortuna che i tuoi amici non erano gay, eh?»

La voce profonda di Taehyung mi accarezza le orecchie, avvolgente come sempre, e un brivido mi attraversa la spina dorsale. Ops.

«A quanto pare lo sono» replico sbuffando. Chissà se indossa ancora quelle calze a rete. Mi volto a guardarlo e sì, eccole là. Cazzo.

«Quanto hai bevuto?»

«Ma comunque non ci puoi provare con loro» continuo ridendo, ignorando la sua domanda.

«Perché no, Kookie?»

«Non lo vedi da te? La lingua di Yoongi sarà arrivata all'esofago di Chim ormai» gli spiego, indicandoli con le mani per enfatizzare la scena davanti ai nostri occhi. Ma è cieco o è scemo?

«Perché mi hai mentito allora?»

Che fastidio, quante domande inutili.

«Così non ci avresti provato» sbotto. «E comunque ti ho sentito, smettila di chiamarmi Kookie. Sembro un animaletto domestico.»

«Con te ci provo continuamente» ribatte lui.

«Con me è diverso!»

Percepisco il suo braccio irrigidirsi per un momento, e anche lui sta trattenendo il fiato.

«Quindi posso provarci solo con te?» chiede dopo un po', avvicinandosi di più. Le sue labbra sono ad un centimetro dal mio orecchio, e non so in che modo ma mi ritrovo con le spalle al muro.

«C-cosa?» farfuglio. Sono quasi certo che abbia interpretato le mie parole nel modo sbagliato, ma non sono sicuro di avere le capacità mentali per reggere una discussione al momento.

«Che ne dici di diventare il secondo cliente della serata che se la fa con un intrattenitore del Vixxxen?» mi soffia sul lobo. La risposta è no, come gli salta in mente?

Gli ho detto una bugia perché non volevo che si intromettesse tra i miei amici, non perché volevo l'esclusiva su di lui.

Ma quando alita di nuovo sul mio collo, il mio corpo agisce da solo, staccandosi completamente dal mio cervello, ed anche la mia bocca decide di formulare frasi senza senso, senza chiedermi il permesso.

«Taehyung, non mi provocare...» ringhio con voce roca, invertendo le nostre posizioni. Una mia mano finisce accanto alla sua testa, imprigionandolo contro la parete, mentre l'altra prende ad accarezzargli il fianco. Che cazzo sto facendo? Stop, Jungkook, fermatiiiii!

Strofino il naso sulla sua guancia, scendendo fino a sfiorare il suo collo, e lui non spiccica parola, preso alla sprovvista.

«Bravo» gli dico, inspirando a fondo il suo profumo. Se stesse sempre zitto sarebbe perfetto, non saremmo nemmeno in questa situazione. Lui però sembra riprendersi, e mi poggia una mano sulla nuca.

«Ti sto provocando?»

Dannato stronzo. Io sto cercando di trattenermi dal fare qualsiasi cosa, perché so di non essere lucido e che domani me ne pentirei.

«Non mi piacciono i bambini disobbedienti» sibilo, mordendogli appena il collo. Sospira pesantemente, al che stringo più forte la presa sulla sua vita. Quando infilo una gamba tra le sue, spingendo la coscia contro il cavallo dei suoi pantaloncini, non riesce a trattenere un gemito, che mi eccita fin troppo, ed è solo grazie ad un barlume di controllo rimastomi se non pianto le mie mani addosso al suo culo. Faccio ancora più pressione, mentre con la lingua decido di dedicarmi al suo collo. Voglio marchiarlo, far sapere a tutti che non si devono avvicinare a Taehyung, perché... Perché?

Sono sicuro che ci sia una risposta totalmente logica, ma al momento non mi viene in mente. Mi brucia la gola. Non capisco se qualcuno abbia spento le luci o se sono io che ho chiuso gli occhi, intento ad assaporare la pelle ambrata del ragazzo tra le mie braccia.





dear delivery boy [taekook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora