Capitolo 69

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Brianna

Lo shopping per me era un po' come la cioccolata: un ottimo modo per consolarmi e affrontare il ciclo mestruale.

Nonostante una parte di me agognava ardentemente di rimanere accovacciata sul letto, deprimendosi del perché non fosse nata maschio, trovavo che lo shopping fosse un'ottima soluzione per sostenere la settimana rossa che mi attendeva, ed ogni donna, secondo me, avrebbe dovuto vezzeggiare il proprio corpo con dei nuovi capi da indossare, un po' come se fosse un piccolo risarcimenti danni. 

Camminai distrattamente mentre il mio sguardo saettava incuriosito tra i vari reparti d'abbigliamento nel negozio in cui eravamo, in mano avevo molte buste di acquisti che avevo fatto nei negozi precedenti.

«Cosa ne pensate di questa t-shirt?» Roxanna mi mostrò l'indumento con una stampa zebrata sopra. «Perfetta...per gli anni novanta» storsi il viso in una smorfia contraria e disgustata davanti al capo orrendo che teneva in mano. Lei, per tutta risposta, mi fece la linguaccia e il dito medio. La scuola era alle porte ormai, esattamente come lo era l'autunno, ed io e le mie amiche dovevamo armarci di nuovi capi dato che quelli dell'anno precedente erano passati di moda.

«Io la trovo molto carina invece» commentò Willa mostrandole un ampio sorriso dolce. Sebbene io sapessi dei suoi disturbi alimentari, dato che Blake me ne aveva parlato, avevo preferito non dirle nulla ed aspettare che fosse stata lei, se avesse voluto o meno, rivelarmelo. Ciò non toglieva il fatto che ogni volta che uscivamo insieme non la perdevo di vista; se lei avesse deciso di andare in bagno mi sarei inventata sempre una scusa che dovevo sistemarmi il trucco pur di non lasciarla sola. Anche se sapevo che non sarebbe servito a nulla

«Carina per rimorchiare un mandriano» replicai in disappunto. «Quando hai il ciclo sei insopportabile, non biasimo affatto Blake che ti sta evitando» lanciai un'occhiataccia ad Amanda mentre lei e Roxanna e Willa risero divertite. «Non sei affatto divertente» mormorai indispettita. Quel giorno stranamente Blake non si era fatto vivo e non rispondeva nemmeno alle mie chiamate, mi sembrava un po' insolito dato che lui era sempre il primo a cercarmi. Mi era passato per la testa persino di chiedere a Shane se sapesse dove fosse o se stesse bene, ma avevo come la sensazione che mi stesse volutamente evitando e, quindi, preferivo lasciarlo solo.

Ero confusa, non capivo perché mi evitava, sino a ieri tra noi le cose andavano bene. La mia mente si era prosciugata a forza di pensare a cosa avessi potuto fare di sbagliato che avesse innescato quel suo allontanamento improvviso.

Per un attimo nella mia testa sorvolò seriamente il pensiero che mi stesse evitando a causa del ciclo, ma nei mesi precedenti mi era sempre stato vicino, pronto a sopportare le mie continue lamentele; quindi, dedussi che fosse un momento suo dove mi escludeva. Magari si stava preparando al fatto che il giorno dopo sarebbe partito...

Quel pensiero mi attanagliò l'anima e mi fece sentire già terribilmente la sua mancanza.

«Non fare la permalosa, lo sai che scherzo» mi ridestò dai pensieri la mora. «Se cerchi la parola "scherzi" e il suo significato su Google, capirai che il tuo non è scherzare» ribattei pigra. Non ero realmente arrabbiata con lei, ma ero infastidita dal comportamento insolito di Blake e questo comportava ad avercela con tutti senza una vera ragione. «Quanto sei acida oggi, ci fermiamo a mangiare dei pancake? Magari ti addolciscono» propose divertita, prendendomi a braccetto e conducendomi verso una locanda seguita dalle altre due. Roteai gli occhi al cielo e sbuffai, lasciandomi trasportare dalla mora accanto a me. Infondo non era male come idea ed io non riuscivo proprio ad oppormi davanti a dei pancake, soprattutto con il ciclo.

Tra compere, pancake e passeggiate in spiaggia trascorsi l'intero pomeriggio in compagnia delle mie amiche, cercando di opprimere e non ascoltare quella vocina sottona che c'era in me che mi suggeriva in continuazione di chiamarlo. Era l'ultimo giorno che avevamo per passarlo insieme, chissà poi quando ci saremmo rivisti, e lui mi evitava.

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