Capitolo 56

85.6K 1.3K 1.6K
                                    

Brianna

«Cibo preferito?» domando sistemandomi meglio tra le sue gambe. «Pizza. Potrei mangiarla per tutta la vita» risponde con un tono sognate. Scuoto la testa divertita.

Un'ora fa sono ufficialmente iniziate le vacanze estive, ed io ancora mi capacito di come sia volato il tempo e di quante cose siano cambiate nel giro di un anno. Non l'avrei mai detto, ma è proprio vero quando dicono che la vita è imprevedibile, e che può essere stravolta con un battito di ciglia.

Tra me e Blake le cose vanno benissimo, stiamo insieme da quasi un mese, è a parte qualche litigio, che ovviamente l'inizio io, e che a detta sua sono bambinate, non abbiamo ancora avuto modo di conoscere il peggio dell'altro.

Non voglio portate sfiga, ma stiamo andando troppo bene; senza insultarci pesantemente, senza scannarci a vicenda e senza nemmeno scenate di gelosia.

Ho come la sensazione che tra non molto avremmo modo di conoscere e di sperimentare i nostri lati peggiori, e questa cosa mi spaventa.

«Brianna mi ascolti?» scuoto la testa scacciando via questi pensieri. «Mi ero distratta, dicevi?» farfuglio guardando una coppia di ragazzini tenersi per mano.

Dopo scuola abbiamo deciso, più che altro lui ha deciso, di trascorrere un pomeriggio un po' diverso dagli altri, e quindi siamo qui, immersi nel verde del Central Park; seduti su un muretto, dove io sono comodamente appoggiata tra le sue gambe a mangiare patatine.

«A che pensi?» mi domanda avvolgendomi tra le sue braccia. «Se mio padre riuscirà a convincere il preside a chiudere un occhio, così da non farmi studiare i corsi estivi» invento, anche se in realtà sono agitata per questa cosa. Non voglio essere bocciata o avere debiti, ma le tre insufficienze da recuperare allettano molto la mia bocciatura.

«Il preside è davvero così lecca culo?» mi domanda sorpreso. «Mio padre sa essere molto persuasivo quando si tratta del suo nome» sospiro rumorosamente. «Che c'entra questo con i tuoi voti?» chiede confuso.

«Vorrebbe che seguissi le sue orme; vuole che diventi un avvocato di successo, proprio come lui. Essere bocciata è come sé macchiasse il nostro nome» sbuffo raccogliendo una margherita al mio fianco e inizio a staccare i petali.

«Saresti un avvocatessa delle cause perse» ironizza, ed io mi metto a sedere e gli schiaffeggio la spalla scherzosamente. «Grazie eh» commento facendo la finta offesa.

«Non prenderla a male, ma io non ti vedo come un avvocato, e tantomeno ti vedo a leggere e ripassare le cause d'affrontare in tribunale. Saresti sprecata dietro ad una scrivania» chiarisce, estraendo dalla tasca dei jeans il pacco delle sigarette.

«Sono curiosa di sapere come mi vedresti adesso» sorrido, mentre lui si accende la sigaretta.

«Non so, ma ti vedrei molto più a tuo agio con qualcosa che ha che fare con i vestiti, i trucchi, queste robe con cui sei fissata tu» mormora, gesticolando con la mano.

«Non ho proprio idea su cosa io voglia fare sinceramente, pensa che le ragazze hanno già scelto quale college frequentare una volta finito il liceo. Mentre io, invece sono confusa, non trovo nulla che mi appassiona. Se ci pensi è una cosa triste» sospiro sconfortata, e mantengo lo sguardo basso.

«Non è una cosa triste. Hai diciotto anni, un'intera vita davanti per scoprire cosa ti appassiona. Pensa che ci sono persone che lo scoprono anche dopo quarant'anni se non di più» mi fa notare, spostandomi delle ciocche dal viso.

«Ma non è la stessa cosa, nel frattempo che aspetto quali sono i miei veri interessi cosa faccio? Seguo i consigli di papà e divento un avvocato?» sbuffo, e mi sistemo il top che è sceso leggermente.

Different Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora