Capitolo 40

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Era un mese intero che mi evitava come se avessi la peste

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Era un mese intero che mi evitava come se avessi la peste.

Mi ero sentito uno stronzo per il modo in cui l'avevo rifiutata e lasciata andare, dopo che mi aveva rivelato, in un momento di rabbia, che fosse innamorata di me.

Dopo le vacanze natalizie avevo provato ad avvicinarmi a lei per parlare dell'accaduto, ma non faceva altro che allontanarsi ogni volta che mi avvicinavo. Non le facevo una colpa, infondo ero il bastardo che aveva calpestato i suoi sentimenti.

Per due settimane non ero riuscito a pensare ad altro, la mia mente mi riportava a quella notte; persino mentre dormivo c'era lei ad invadere i miei sogni con un intensità quasi malata.

Una parte di me la detestava perché riusciva insinuarsi così facilmente nella mia testa, pur standomi lontana per un cazzo di mese intero. Più la scacciavo via, più lei riusciva a conficcarsi nella parte più profonda del mio cervello.

Era come un tarlo che mi prosciugava l'energia e la concentrazione in qualsiasi ambito della mia vita. Era come se la mia mente volesse torturarmi per averle spezzato il cuore.

Dal modo in cui si comportava e mi lanciava di tanto in tanto delle occhiate velenose per poi ignorarmi per tutto il tempo, sembrava che volesse la mia testa su un vassoio d'argento. Ma il modo in cui si era comportata ieri, in infermeria, mi faceva dubitare che, quella notte della viglia di Natale, non avesse mai detto di provare qualcosa per me. Avevo evitato per tutto il tempo di non rammentare l'accaduto per non metterla a disagio, ma proprio quanto mi volevo accertare che tra me e lei fosse tutto ok, Amanda si era catapultata li.

Mi staccai dalla barra per le trazioni e mi passai una mano tra i capelli umidi. Avevo fatto solamente venti trazioni e già avevo i muscoli doloranti, ma anche rilassati.

Una vibrazione nella tasca dei pantaloncini sportivi mi distrasse. Presi il cellulare e interruppi Snap Out Of It degli Arctic Monkeys che risuonava all'interno dei auricolari, per ascoltare il messaggio vocale di Davina che mi sorprese di trovare. Non la sentivo da più di un mese.

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