Capitolo 18

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Era giovedì pomeriggio ed io e le mie amiche avevamo ben pensato che, dopo una giornata pesate a scuola, quello era il momento perfetto per fare visita al nostro centro benessere preferito e prenderci cura di noi stesse

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Era giovedì pomeriggio ed io e le mie amiche avevamo ben pensato che, dopo una giornata pesate a scuola, quello era il momento perfetto per fare visita al nostro centro benessere preferito e prenderci cura di noi stesse.

Mi rilassai contro il cuscinetto deposto al retro dello schienale del lettino in qui ero sdraiata, e mi godetti i massaggi della massaggiatrice mentre un'altra si occupava della pedicure. Indossavo solo l'accappatoio bianco con lo stemma della Spa, e i capelli erano raccolti in un telo bianco. Sul viso avevo una maschera in tessuto alle erbe e sugli occhi due grosse fette di cetrioli.

Eravamo lì da qualche ora ormai; dopo un bagno nelle terme e una bella e lunga sauna, ci stavamo prendendo cura della nostra pelle e del nostro aspetto.

Feci un bel respiro, inalando il profumo dei frutti di bosco che saturava nell'aria. Canticchiai la leggera canzone che risuonava tra le mura e che conoscevo bene.

Se il paradiso potesse essere descritto l'avrei descritto con me sdraiata su un lettino e due ragazze che si prendevano cura di me, tra massaggio, pedicure e cura personale.

«Di che colore lo passiamo lo smalto, cara?» mi chiese la ragazza dall'orribile frangetta, intenta alla pedicure «bianco» risposi semplicemente, tornando a rilassarmi.

«Ragazze, avete visto come si è conciata Penny? Sembrava che Queen le avesse vomitato addosso» ci informò Taylor. Queen era la sua nuova gattina bianca.«Per favore, se le avesse vomitato addosso Queen non sarebbe stata nemmeno così male» replicò Amanda ed io risi divertita.

«Vi prego, avete visto come credeva di aver preso il mio posto affianco a quel coglione?» ribattei disgustata. Fisher e quel coglione di Derek a scuola si erano fatti vedere insieme, e dire solamente che sembravano essere la brutta copia di Angelina Jolie e Brad Pitt era un eufemismo; lei cercava di apparire come se fosse una diva hollywoodiana, con la sua minigonna presa al mercatino dell'usato e quel misero top che sembrava essersi scolorito nella candeggina. Dettava persino ordini alle matricole sfigate che dalla paura le ubbidivano. Poverina, cercava di imitare me, ma non era che se si metteva in tiro e prendeva i miei scarti poteva essere tale. Tutti riuscivano a distinguere le imitazioni, si era solo messa in ridicola. Era pur sempre la figlia di un pescatore.

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