Capitolo 13

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Annoiata passai il tempo seduta su un disgustoso divano in stoffa verde; con una gamba accavallata sopra l'altra, un chewing-gum alla mente in bocca, che masticavo in modo rumoroso e fastidioso mentre tenevo lo sguardo fisso sul cellulare con cui ...

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Annoiata passai il tempo seduta su un disgustoso divano in stoffa verde; con una gamba accavallata sopra l'altra, un chewing-gum alla mente in bocca, che masticavo in modo rumoroso e fastidioso mentre tenevo lo sguardo fisso sul cellulare con cui stavo smanettando da ore.

Ero nel salotto dello sfigato di William Baker in sua compagnia, che aveva insistito per studiare insieme oggi dato che domani avevamo quell'odioso e noioso compito in coppia che dovevamo presentare. Come le altre volte, lui era quello concentrato sullo studio ed io quella perennemente distratta e svogliata di collaborare al compito.

Continuai ad armeggiare con il cellulare, con espressione disgustata mentre facevo un giro sui social e commentavo i profili stomachevoli di alcune persone. Tipo quello di Willa Lee.

Mi aveva appena seguita con un nuovo profilo Instagram e aveva già postato tre post con lo stesso vomitevole outfit e due penosi selfie sfocati.

Era una stupida illusa se sperava davvero che ricambiassi il suo inutile follow.

Will continuava a spiegarmi cose che io ignoravo volutamente e continuavo a riservare l'attenzione sul mio cellulare.

Non avevo alcuna intenzione di far visita alla villa Baker, ma non avevo altra scelta; i miei genitori oggi avevano deciso di lavorare da casa e non mi andava di farmi vedere in giro con uno sfigato. Non avevo alcuna intenzione di mettere a repentaglio la mia reputazione.

«Credo possa andare bene» esclamò Will, accennando un mezzo sorriso soddisfatto mentre guardava le pagine della nostra relazione che teneva in mano. «Tieni, ripassa queste cose» mi porse due fogli e io allungai la mano e li presi svogliatamente. «Sono le più semplici, dovresti ringraziami» aggiunse con un tono scherzoso ed io reprimisi la voglia di alzare gli occhi al cielo infastidita, per il suo avermi dato palesemente della stupida. Non ero stupida, ero semplicemente troppo svogliata per applicarmi.

«Io ripasserò queste cose, miracomando: leggile e imparale!» mi puntò il dito contro e sbuffai pigramente. «Le leggo, tranquillo professor Baker» lo presi in giro «Bene, perché credo che una bella A nessuna ce la toglie dopodomani» affermò. «Lo spero per te» dissi disinvolta, sistemando i fogli bianchi nella mia borsa.

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