Capitolo 3

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Nuovo giorno, nuova giornata da affrontare

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Nuovo giorno, nuova giornata da affrontare.

Questa mattina a scuola, dovevamo reclutare delle nuove ragazze per la nostra squadra di cheerleader. Io, essendo il capo cheerleader, non potevo mancare ai loro provini, pur non avendo voglia di vedere la faccia da schiaffi di Derek.

Scesi le scale e , come suo solito, Rose era già ai fornelli.

Mi avvicinai incuriosita quando notai un mazzo di rose rosse e una busta regalo firmata Dior sul tavolino in cucina.

«Buongiorno signorina, stamattina qualcuno ha deciso di farti la corte», mi informò allegra, posando i pancake dietetici e i mirtilli sul tavolo.

Presi il bigliettino che giaceva sulle rose e lessi il contenuto.

"Spero tu possa perdonarmi, Zuccherino -D."

Alzai gli occhi al cielo e accartocciai il bigliettino per poi buttarlo nel cestino. Patetico. Pensava davvero di poter ottenere il perdono con dei regali costosi? Non avevo bisogno del portafoglio di Derek per ricevere regali di valore.

Quello che poteva regalarmi lui, potevo benissimo permettermelo da sola.

Per me, lui era ormai un capitolo chiuso dalla sera a casa di Mark, e non avevo alcun interesse a rileggerlo. Porsi il regalo a Rose, senza alcuna curiosità su cosa contenesse.

«Dallo a tua figlia, sono sicura che le piacerà», le dissi. Mi guardava incredula e meravigliata, con lo sguardo che saltava tra me e la busta che le stavo dando.

Non capivo il suo stupore. Ero abituata a regalare vestiti, gioielli ed altro a Ella, la figlia di Rose, quando passavano di moda, mi chiedevo perché fosse così sorpresa.

«S-sei sicura?» balbettava in imbarazzo, prendendo la busta Dior con entusiasmo. «Se te lo sto dando è perché sono sicura, no?» risposi ovvia, portando un pezzo di pancake alla mia bocca.

«Grazie infinitamente! Sono sicura che ad Ella piacerà tantissimo», esclamò con un sorriso ampio, guardando la busta con entusiasmo.

«Di nulla, Rose», risposi brevemente, tenendo lo sguardo sul display del cellulare mentre cercavo il numero di Amanda. Avevamo la prima ora insieme quella mattina, ed era evidente che ancora non aveva voglia di alzarsi.

«Pronto», rispose con voce impastata dal sonno, e capii subito che era ancora a letto. «Alza il tuo culo dal letto, troia. Mancano esattamente venti minuti prima che inizino le lezioni», le dissi risoluta, finendo i miei pancake e andando a prendere la borsa prima di uscire di casa.

__________

Entrai nella caffetteria e raggiunsi il tavolo dove erano sedute le mie amiche e Willa. «Buongiorno stronzette» le salutai e mi sedetti accanto a Roxanna, che teneva lo sguardo fisso sul suo cellulare intenta a messaggiare con chissà chi e non si era nemmeno accorta della mia presenza. Del resto, come le altre due: Taylor era troppo presa dalla sua immagine allo specchio e l'attenzione di Willa era completamente rivolta a quello che stava scrivendo su un foglio.

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