Capitolo 24

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Secondo la fisica l'ombra combaciava all'assenza di luce, il fuoco invece, che produceva luce, non poteva fare ombra fin quando un oggetto opaco non si trovava ad una distanza tale da poter essere attraversato dalla luce da essa prodotta, provocan...

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Secondo la fisica l'ombra combaciava all'assenza di luce, il fuoco invece, che produceva luce, non poteva fare ombra fin quando un oggetto opaco non si trovava ad una distanza tale da poter essere attraversato dalla luce da essa prodotta, provocando cosi l'ombra di esso stesso.

Secondo questa legge, fuoco ed ombra erano opposti.

E per descrivere meglio questo concetto degli opposti mi serviva quel folle che sosteneva questa formula: Eraclito.

C'è chi sosteneva che tra gli opposti poteva essersi solo attrazione fisica, chi, invece, supponeva il contrario. Ma Eraclito da sempre sosteneva che i contrari si completavano che, malgrado si facessero la guerra tra di loro, non potevano fare a meno l'uno dell'altro perché, secondo lui, nulla potrebbe esistere se allo stesso tempo non esistesse anche il suo opposto, e credeva che l'armonia risiedeva proprio in tale fatto: la quiete, senza la tempesta, non sarebbe mai esistita.

Io non mi trovavo per nulla d'accordo con questo strambo filosofo: come potevano andare d'accordo due persone completamente diverse?

Due opposti si attraevano, però tutta questa attrazione lungo andare sarebbe svanita perché essendo così tanto opposti, sprecavamo molta energia per starci accanto l'un l'altro. E quando l'energia sarebbe svanita i nostri poli si sarebbero respinti.

Non ero un'esperta in fatto di amore o relazione, bastava guardare la mia ultima relazione per capire quanto io fossi negata, ma una cosa l'avevo capito: l'attrazione non bastava. In amore serviva la complicità cosa che credevo sarebbe stato difficile ottenere con un mio polo opposto, non ci sarebbe stata soluzione, né equilibrio con lui, inoltre si poteva cadere nel tranello del bisticcio e diventerebbe a lungo andare un rapporto malsano.

Perciò non credevo alle cazzate dell'armonia o della completezza che si creavano tra due opposti.

"Gli opposti si attraggono, ma i simili si pigliano"

I proverbi non sbagliavano mai infondo.

Sbuffai e sollevai lo sguardo verso William che studiava concentrato, con la testa china sul libro che aveva in mano, un paio di occhiali penzolanti sul naso e una matita in mano con cui sottolineava i paragrafi interessanti. Io, come mio solito, girovagavo con lo sguardo in silenzio e osservavo qua e là i pochi sfigati seduti in giro per la sala. Will Aveva trascinato me e Amanda in biblioteca per studiare Eraclito e la teoria dei contrari, sosteneva che lì dentro avremmo avuto lo stimolo giusto per lo studio, ma l'unico stimolo che sentivo era quello del sonno. Lì dentro ci eravamo noi e solamente pochi secchioni in quanto ultimo giorno prima dei giorni festivi per Halloween.

«Mi sto annoiando» sbuffò rumorosamente Amanda, beccandosi alcuni "shh" da parte dei nerd presenti che volevano studiare in disturbati dai sbuffi pensati di Amanda.

«Amanda, amore, dovresti provare a studiare qualcosina. Hai pessimi voti in filosofia, è il momento di migliorarli, non credi?» le sussurrò dolcemente Will. «Ci sto provando, ma qualsiasi cosa leggo mi fa venire sonno o mal di testa» ribattete lei, piagnucolando come una bambina di cinque anni. «Sforzati un po', inizia col leggere poco alla volta» le suggerì Will, prima di chiedermi: «Tu anche hai problemi riguardo lo studio?» ridacchiò in mia direzione. «Ho letto qualcosina» farfugliai a voce bassa. «Pensate che l'argomento possiamoci attribuirlo all'amore?» inarcò un sopracciglio scuro all'insù e attese curioso di sentire la mia opinione e quella di Amanda.

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