Capitolo 16

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«Perché hai preferito baciare quella ragazza?» Avrei tanto voluto incolpare l'alcol, che circolava nel mio corpo, per la stupida domanda che aveva appena lasciato le mie labbra, ma ero più che sobria: avevo bevuto solamente qualche bicchiere di te...

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«Perché hai preferito baciare quella ragazza?» Avrei tanto voluto incolpare l'alcol, che circolava nel mio corpo, per la stupida domanda che aveva appena lasciato le mie labbra, ma ero più che sobria: avevo bevuto solamente qualche bicchiere di tequila.

Blake mi lanciò un'occhiata confusa; mi guardava con un'espressione seria e allo stesso tempo aggrottò le sopracciglia in cerca di capire il perché gli avevo posto quella domanda mentre mi studiava attentamente in viso. Distolsi lo sguardo dalle sue gemme nere, sentendomi stranamente in imbarazzo. Da quando mi imbarazzavo davanti ad un ragazzo poi?

Maledetta bocca che non sapeva stare chiusa.

Ero ancora plasmata con la schiena contro la porta, con il cuore che batteva a mille, in cerca di dare una spiegazione a quel che stava succedendo dentro di me in sua presenza.

Perché mi sentivo così agitata?

«Eh dimmi...avrei dovuto baciare te?» mi domandò corrugando la fronte, mentre si avvicinava a me con un passo lento e studiato. Deglutii visibilmente.

«Non ho detto questo» mi sentii così tremendamente stupida a sostenere quella conversazione. «ma non l'hai neanche negato» notò lui. «ti ho semplicemente chiesto cosa ti ha spinto a baciare Testa di carote» ripetei nuovamente. Lo vidi serrare la mascella e distolse lo sguardo dal mio, incapace di darmi una risposta.

«Perché non mi rispondi?» perché insistei così tanto? Avrei voluto tanto sotterrarmi per via della mia bocca che blaterava senza prima riflettere.

Riportò lo sguardo nel mio mentre si avvicinava ancora un po', eliminando la poca distanza che ci separava. Il suo profumo di bergamotto e muschio bianco penetrò nelle mie narici, inebriando il mio cervello. Percepivo che nell'aria qualcosa era cambiato; era talmente carica di elettricità, saturava la tensione sensuale che emanavano in nostri corpi frementi. Persino un cieco avrebbe fiatato la tensione che c'era tra noi.

«Perché magari non ho una risposta da darti» scese lentamente con lo sguardo sulle mie labbra socchiuse, per poi lambire sensualmente il suo labbro inferiore. «O magari la risposta ti spaventa» mormorai incantata dal suo gesto. «Perché mai dovrebbe spaventarmi?» mi domandò con un timbro gutturale, senza mai distogliere lo sguardo dalla mia bocca.

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