Capitolo 48

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Blake

Arriccio il naso in una smorfia sentendo un groviglio di capelli profumati di rose, solleticarmi il naso.

Apro lentamente gli occhi cercando di mettere a fuoco qualcosa con scarsi risultati per via della poca luce, che riflette nella stanza.

Mi soffermo sulla ragazza che dorme come un ghiro accanto a me, e di come si è arrampicata sul mio corpo come un piccolo koala.

La sua fragranza intensa e seducente di ciliegie avvolge tutti i miei sensi, mandandomi in visibilio di lei e del suo profumo.

La guardo con la poca luce che riflette in queste quattro mura; i suoi capelli arruffati coprono la maggior parte del suo viso sereno mentre le sue labbra carnose sono socchiuse ed emettono versi incompresi.

Se qualcuno mi avesse detto tre giorni fa, che io mi sarei addormentato con questo uragano gli avrei riso letteralmente in faccia.

Le ci è voluto un giorno per abbattere il mio muro fatto d'indifferenza, grazie alla sua testardaggine di voler a tutti costi farmi perdere il controllo, usando ogni mezzo a sua disposizione è riuscita a fottere il mio cervello.

Lei non è timida, tutt'altro; è ha suo agio con il suo corpo e con la nudità, non si crea problemi a prendere l'iniziativa di un rapporto se ne ha voglia e sicuramente non si fa scrupoli ad usare un linguaggio volgare.

Lei è determinata, testarda, imprevedibile, egocentrica, maliziosa, presuntuosa, irrazionale, permalosa e oserei dire anche stronza a volte ma sa essere anche premurosa, diventa una piccola leonessa pronta a difenderti se le stai a cuore, sa essere simpatica e di buona compagnia, quando vuole però.

Non finirei per oggi se continuassi a descrivere il suo carattere dalle mille stacciature.

Non ho mai frequentato ragazze come lei, diciamo che sono sempre stato attratto dalla timidezza delle ragazze. Fino a questo weekend, dove la mia attrazione per lei cresce a dismisura, ogni minuto che passo in sua compagnia.

Si muove pigramente, nascondendo il suo viso nell'incavo del mio collo mentre con il braccio avvolge la mia vita e con la sua gamba di piombo, schiaccia letteralmente il mio cazzo, appena svegliato.

Sobbalzo leggermente con il busto e Ingoio un gemito di dolore puro.

La vedo alzarsi di scatto, mettendosi a sedere per poi guardarmi con espressione allarmata e confusa stampata in viso.

Infilo il braccio destro sotto il caldo piumone e mi faccio spazio dentro i miei boxer, accarezzando la parte dolente del mio corpo.

«Cosa hai fatto? Perché fai questi scatti così all'improvviso? Mi hai messo paura» mi rimprovera con la voce impastata dal sonno, per poi sdraiarsi nuovamente accanto a me dandomi spalle.

«Scusami tanto se il tuo ginocchio delicato, colpisce una parte del mio corpo molto sensibile» replico, trattenendo una risata mentre lei si gira dalla mia parte.

Il mio braccio autonomo non smette di accarezzare il mio membro, sentendo la mia erezione mattutina svegliarsi.

È una cosa davvero da depravati quello che sto facendo, toccandomi accanto ad una ragazza ignara di tutto.

Estraggo la mano dai boxer, imponendomi di darci un taglio e lasciando la mia erezione pesante e dolorante nei boxer.

Detesto lasciare le cose a metà, soprattutto di prima mattina.

Magari potrei andare in bagno e sbrigarmela da solo o magari potrei farmi dare una mano, in tutti i sensi.

«Mi ascolti? Terra chiama la scimmia azteca» riporto nuovamente l'attenzione alla ragazza accanto a me.

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