Capitolo 19

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Stanchi ma euforici ci recammo negli spogliatoi dopo la nostra vittoria

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Stanchi ma euforici ci recammo negli spogliatoi dopo la nostra vittoria.

I membri della squadra continuarono ad esultare per la vittoria, un ragazzo si caricò Collins sulle spalle per gli ultimi due canestri che ci avevano portato alla vittoria. In questa partita Mark aveva dato il meglio di sé, dovevo riconoscerlo, era stato il migliore in campo persino meglio di Derek che era il capitolo, non che ci voleva tanto ad essere migliore di lui, ma dettagli. Iniziava ad agognare disperatamente il posto di capitano che spronava il meglio di sé in campo per farsi notare dal coach e ottenere quel ruolo. Avevo notato che in campo persino Anderson lo aiutava: quando aveva la possibilità di tirare preferiva passarla a Mark e passando lui in secondo piano.

Tornammo in hotel e mi diedi una bella rinfrescata.

Il coach, prima della partita, aveva deciso di festeggiare in un locale scelto da lui se avessimo vinto: ci aveva promesso che avrebbe pagato la birra in caso di vittoria ma, tirchio com'era, dubitavo che avrebbe sganciato un solo dollaro.

«Mark è stato pazzesco, diventerà una vera stella del basket ne sono sicura. Sono la fidanzata di una futura stella» disse per la millesima volta Taylor elettrizzata, mentre si passava la piastra.

«Mi stai facendo venire il mal di testa» si lamentò Amanda, roteando gli occhi al cielo. «Sei invidiosa che io abbia una futura stella come fidanzato e tu no» Taylor le fece la linguaccia. «Sei solo la sua fidanzatina del liceo» Amanda le lanciò un cuscino sulla nuca.

«Stronza»

Continuai a sistemarmi senza partecipare nelle loro conversazioni. Dopo essermi truccata, indossai un vestito aderente di un verde rubino a maniche lunghe e un paio di louboutin nere.

«Credete che mi faccia grassa questo vestito?» ci chiese un parere Taylor, mostrandoci come le stava addosso il vestito. «Per nulla, risalta le tue forme invece» le disse Roxanna distrattamente.

«Le tue tette sembrano esplodere in quel vestito» ridacchiò Amanda.

«Mitchell e Johnson, siete stranamente silenziose. Successo qualcosa che dovete raccontarci?» chiese la bionda, mettendosi le mani sui fianchi e lanciandoci occhiate insospettite. «Io sono solo stanca per il viaggio» tagliò corto Roxanna. Era sdraiata a pancia in giù a giocherellare con un cubo di Rubik, pronta già per la serata.

«Tu Johnson, qual è la tua scusa?» si voltò in mia direzione Taylor. «Nulla» sollevai le spalle con nonchalance, passando un gloss pescato sulle mie labbra. «Non ce la racconti giusta» insistette Taylor. Sollevai semplicemente le spalle mentre presi un cappotto lungo e mi avvicinai alla porta «Sbrigatevi adesso puttanelle, ci stanno aspettando» feci cenno con la testa di uscire. «Finisco di piastrare i capelli e scendo» disse Taylor. «Potresti non trovarci quando finisci» le fece notare Roxanna. I ragazzi odiavano aspettare.

«In caso prenderò un taxi» replicò prima che noi altre chiudemmo la porta e uscimmo fuori, entrando in ascensore. «Cazzo» mi bloccai di scatto mentre ci avvicinammo all'uscita dell'hotel. «La borsa, torno subito» corsi sui tacchi, stando attenta a non cadere.

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