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La mattina seguente aveva deciso di alzarsi presto e di raggiungere Taehyung al locale.
Sapeva che il maggiore era andato li molto prima e gli aveva anche sussurrato che per oggi poteva restarsene a casa a riposare, visto quello che era successo la notte prima, eppure a Jimin questa cosa non piaceva affatto. Dopo tutto era stato suo marito a piombare li a casa del maggiore alle 5 del mattino, disturbando il suo sonno e quello dell'amico.
Quindi, non solo lui aveva il diritto di starsene a riposo, quindi, si era alzato e si era vestito,
Indossando una t-shirt rossa e un paio di Jeans neri strappati alle ginocchia.
In quel momento non aveva l'auto con sè cosi, uscito da casa cercó nel garage del maggiore, trovando una vecchia bicicletta, dopo tutto avrebbe respirato un pó d'aria fresca e avrebbe goduto del paesaggio.
Quella mattina aveva trovato 20 chiamate perse da parte di Ji-hoon, e questa volta non aveva alcuna voglia di perdonarlo, non cosi facilmente come succedeva sempre, quindi, aveva ignorato quelle chiamate.
Salito sulla bici, portó le cuffie alle orecchie e accese la musica, pedalando fuori dal vialetto e via in strada.
Conosceva benissimo quelle vie, erano anni che conosceva Taehyung e quelle strade erano ormai parte del suo essere, avrebbe tanto voluto trasferirsi li, ma a Ji-hoon non era mai piaciuto la campagna, preferiva la città e alla fine aveva ceduto e aveva deciso di abitare in cittá con lui, lasciando il suo paese e lasciando i suoi amici per lui.
Svoltato a destra al semaforo pedaló più forte, arrivando davanti al locale del maggiore, scendendo dalla bici e allacciandola al paletto li di fronte.
Quando varcó la soglia lo sguardo di disapprovazione i Taehyung non attese dall'arrivare.
- Ti avevo detto che potevi restare a riposare per oggi.. -
- Allora anche tu avresti dovuto restartene a riposare, mi volevo scusare per stanotte. Ji-hoon non aveva alcun diritto di piombare a casa tua a quell'ora della notte.. Só quanto il tuo lavoro ti piaccia ma, quanto stress hai addosso.
Fai ore sù ore e la notte vorresti dormire, quindi per scusarmi per lui, perchè conoscendolo non si scuserá mai con te.. Inizio oggi il mio turno qui al locale.. -
Il maggiore mise il broncio, sospirando poi sapendo che non avrebbe vinto contro di lui, cosi controvoglia gli passó un grembiule da indossare.
- Per oggi resti al bancone, só che sei un maestro a fare cappuccini e a servire i cornetti.. Ricordo come le signore ci provavano con te ogni volta che entravano al locale.. -
- Ho il mio fascino, che credi? Poi le signore mi divertono, sono cosi gentili che l'ultima volta una di loro mi ha lasciato una mancia davvero alta.. Ho dovuto inseguirla fuori dal locale perchè ho avuto paura che avesse sbagliato.. -
Taehyung rise a quel ricordo, erano bei tempi. Entrambi erano single e li si che ci divertiva, poi aveva sposato Ji-hoon e tutto era finito.
Proprio in quel momento entró un gruppo di persone, cosi Jimin andó dietro al bancone indossando il grembiule e iniziando a prendere le ordinazioni, lui in quel momento si occupava dei caffè e dei cappuccini mentre Taehyung serviva i cornetti.
Fù una giornata intensa ma per la prima volta dopo due anni, Jimin si sentiva sè stesso.
- Jimin, ti dispiace andare a prendere l'ordinazione al tavolo 6? -
- Certo.. vado io.. -
Prese il bloccetto e la penna, scendendo dal bancone e andando verso il tavolo 6, quella giornata poteva trascorrere senza dei drammi? No.. ovviamente no.
Ji-hoon era a quel tavolo, era evidente che nemmeno Taehyung si era accorto che fosse li, altrimenti non lo avrebbe mandato a prendere l'ordinazione.
Ji-hoon era al tavolo con i genitori e una ragazza seduta al suo fianco che con un sorriso da smorfiosa gli stava parlando e portava la mano al suo braccio.
"Era cosi? Ottimo.. Che voleva dimostrare esattamente?"
- Buongiorno, sono Jimin.. Il vostro cameriere, cosa posso portarvi? -
La madre di Ji-hoon alzó lo sguardo dal menù, sorridendogli e portando lo sguardo al suo.
- Oh Jimin, lavori qui? -
- Ho iniziato oggi.. Stó aiutando un amico.. Pensavo che Ji-hoon ve lo avesse detto. Anche lui conosce Il mio migliore amico.. -
La donna scosse leggermente la testa, mentre Ji-hoon, spostó lo sguardo dalla ragazza a lui, senza proferire parola.
- A dire il vero Ji-hoon non ci ha detto che qui ci avremmo trovato te.. -
Disse il padre del maggiore, non guardandolo nemmeno negli occhi, A Jimin il padre di Ji-hoon non faceva nè caldo e ne freddo cosi lo ignoró soltanto.
- Quindi è per questo che alla cena sei dovuto andar via cosi presto. -
- Giá.. -
Prese il blocchetto e la penna, voleva solo iniziare a prendere quell'ordinazione e allontanarsi da quel tavolo il prima possibile.
- Quando non si è ricchi di famiglia è questo quello che ti spetta, non è cosi Jimin? -
Disse nuovamente l'uomo, sollevando il menù.
Jimin sperava con tutto il cuore che suo marito pur facendo finta di non conoscerlo, dicesse almeno qualcosa a suo padre, dopo questa frase infelice sul suo conto.
Ma, come al solito non lo fece, si limitó soltando a guardare il padre, per poi tornare a guardare la ragazza accanto a sè.
- Beh ecco, non ci vedo nulla di male a lavorare in un locale.. Penso che guadagnarsi da vivere sia la cosa migliore di sempre, ti aiuta ad essere responsabile e indipendente.
Almeno io non chiedo i soldi a papá.. Come molti invece fanno.
Io non ho avuto la fortuna di nascere e crescere in una famiglia ricca, ma almeno posso dire che la mia famiglia mi hanno insegnato l'educazione e il rispetto verso il prossimo. -
- La stessa famiglia che ti ha cacciato di casa? Quella famiglia? -
Non aveva scelto lui la famiglia a cui appartenere, e per quanto sua madre e suo padre si fossero rivelati degli stronzi, avevano comunque insegnato a lui, come rispettare gli altri.
Almeno, fino a quando non avevano saputo che lui era gay.
- Per quanto mi rincresca doverlo ammettere, si. Parlo proprio di quella famiglia. Ora sè non dispiace vuole dirmi la sua ordinazione? Altrimenti passo ad un altro tavolo e per ordinare dovrete far la fila alla cassa.. -
- Questa è maleducazione.. -
Intervenì la ragazza, guardandolo stizzita.
- La maleducazione a questo tavolo non manca.. Ho solo risposto a tono, signorina.. ! -
- Ji-hoon.. perchè ci hai portati qui? -
Ji-hoon a quel punto si alzó dal tavolo, afferrando Jimin per il polso e strattonandolo fuori dal locale, lo sguardo che gli lanció Taehyung era pura preoccupazione.
- Ji-hoon, lasciami.. mi stai facendo male! -
Il maggiore lo spinse dietro la locale, in un vicolo. Lasciandogli poi andare il polso.
- Che cos era quello? -
- Quello cosa? - chiese Jimin, massaggiandosi il polso lentamente.
- Quella scenata con mio padre! -
- Ah.. Perchè tuo padre non meritava una risposta?
Cazzo Ji-hoon sei proprio un coglione!
Ma perchè ti ho sposato? -
Ji-hoon si avvicinó, bloccandolo al muro e puntando lo sguardo nel suo.
- Perchè mi volevi.. Perchè ti divertiva fartela con il tuo insegnante.. -
- Sei un coglione, io ti ho sposato perchè ero davvero innamorato di te.. -
Ji-Hoon lo guardó attentamente, portando la fronte contro la sua spalla.
- Mentre tu? A me viene il dubbio che mi hai sposato solo perchè mi volevi.. L'idea di non avermi ti faceva star male.. cosi.. Eccoci qui Ji-hoon.. A litigare ogni due minuti.
Pensi sia semplice? Non mi difendo mai. E a tuo padre non piaccio.
Tua madre sembra sempre pronta a sfoderare il suo lato da vipera.. -
- Jimin.. stai parlando dei miei.. -
- Lo só, e tu ci stai andando dietro.. Che farsa è quella la dentro? E chi cazzo è quella ragazza? -
Ji-hoon si morse il labbro, distogliendo lo sguardo da lui. Jimin lo guardó attentamente, assottigliando lo sguardo.
- Non dirmi che.. Non dirmi che quella la dentro è la ragazza con cui dovevi uscire a cena..? -
Non rispose, questo era davvero troppo.
Cosi Jimin lo spinse via, avviandosi all'interno del locale e tornando dietro al bancone.
- Hey Jimin.. Va tutto bene? -
- Si, stó bene.. Inizio con questo va bene? -
Taehyung annuì lentamente, tornando a servire un gruppo di ragazzi.
Mentre Jimin inizió a fare diversi caffè e cappuccini per un gruppo di signore.
Fù un attimo di distrazione che il vapore per riscaldare il latte lo colpì alla mano.
- Cazzo! -
Strinse i denti e finì di preparare il tutto, passando il vassoio ad un ragazzo li di fianco.
- Servili tu al tavolo 6.. -
Andó verso il lavandino passando la mano sotto l'acqua fresca.
Cosi almeno quel bruciore che sentiva gli si allevvió leggermente.
- Dimenticato di Ji-hoon.. Non farti rovinare la serata.. Stai andando bene.. -
Jimin si voltó a guardare Taehyung, sospirando piano per poi annuire
- È venuto con una ragazza.. Quella stessa ragazza che sua madre voleva presentargli e che doveva andare a cena insieme.. E lui che fá? La porta qui.. insieme a sua madre e suo padre. -
- Lo sai com è fatto.. probabilmente vuole farti ingelosire.. -
- No, lui mi conosce.. queste cose a me fanno incazzare.. non ingelosire. -
Stava per parlare ancora quando si sentì un gruppo di ragazzi ridere ed entrare all'interno del locale.
Jimin guardó oltre la spalla di Taehyung, notando un ragazzo all'interno del gruppo che rideva e scherzava con i suoi amici, quel ragazzo lo aveva giá visto..
si avvicinarono al bancone.
- Possiamo avere da bere, ragazzi? Eravamo fuori ma nessuno ci ha serviti.. -
Disse uno di loro, guardando prima Jimin e poi Taehyung.
- Certamente, cosa volete che vi porti? -
Iniziarono ad ordinare, mentre Jimin si asciugó la mano e tornó al fianco del maggiore ad aiutarlo.
- Hey.. Ma tu sei.. il ragazzo impegnato? -
In quel momento Jimin alzó la testa, ritrovandosi lo stesso ragazzo della cena a casa di Ji-hoon, piegato sul bancone e un sorriso stampato in faccia.
- Ci conosciamo? - disse Jimin, cercando di non far capire che sapeva esattamente chi fosse.
- Jungkook.. Ci siamo conosciuti a casa di Ji-hoon.. -
- Penso che tu ti stia confondendo con qualcun altro.. -
Jungkook emise una risata, prendendo il bicchiere di birra che Taehyung gli aveva appena messo di fronte e bevendone subito un sorso.
Tornando a guardare Jimin.
- È improbabile che io mi stia sbagliando sai? -
- perchè? - chiese guardandolo incuriosito.
- Perchè è difficile dimenticarsi di uno come te.. -
Detto questo si allontanó dal bancone seguendo i suoi amici all'esterno del locale.

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