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Jimin era salito in auto e aveva abbassato il sedile, cosi durante il tragitto avrebbe potuto riposare un pó, mentre Jungkook percorreva la strada, tenendo lo sguardo di fronte a sè, Jimin si rilassó portando la mano dietro al suo collo, accarezzando piano i capelli del moro.
A Jungkook non dava fastidio questa cosa, ed era un altra cosa da aggiungere alle cose che piacevano a Jimin.
- Al semaforo vai a destra.. -
- Quindi dove stiamo andando ora è dove vivevi da piccolo? -
- Si, è casa dei miei. Li dovrebbe esserci anche la mia vecchia stanza.
Dovrebbe perchè sono passati due anni da quando non ci metto piede.. e potrebbero aver tolto tutto. -
Jungkook annuì piano, svoltando a destra al semaforo.
- È la seconda casa a sinistra, puoi parcheggiare al lato della strada o dietro l'auto di mio padre nel vialetto.. -
Jungkook preferì parcheggiare al lato della strada.
Scesi Jimin si strinse nel cappotto e Jungkook una volta avvicinato avvolse il suo braccio per stringerlo al suo fianco, proteggendolo ancora di più dal freddo.
Attraversata la strada raggiunsero il vialetto della casa e poi il portico, Jimin prese un lungo respiro e suono al campanello, erano in casa perchè poteva vedere la luce della cucina accesa, infatti poco dopo si udì la serratura scattare e la porta aprirsi.
La prima persona che Jimin vide fù la madre e poi il padre che alle spalle della donna sorrise.
- Finalmente siete arrivati.. Avete avuto qualche problema che non siete riusciti ad arrivare prima? -
- Abbiamo avuto un contrattempo.. Nulla di grave ma non sono riuscito a liberarmi prima. -
Il padre fece spostare la donna dalla porta, lanciandole uno sguardo.
- Entrate che fuori si gela.. -
Jimin prese per mano Jungkook spingendolo dentro casa e tenendolo accanto a sè, la sua presenza era davvero d'aiuto, fosse stato da solo probabilmente non sarebbe nemmeno sceso dall'auto e avrebbe fatto marcia indietro.
Le dita del moro accarezzavano distrattamente le sue mentre lo sguardo passava da una foto all'altra.
Davvero tenevano ancora le sue foto di quand'era piccolo sul muro accanto alla porta?
Ebbene si, erano ancora li. Sembrava tutto uguale a quando viveva ancora con loro.
La madre si avvió verso la cucina e il padre fece cenno ai due di seguirla.
Quando entrarono in cucina, Jimin notó che la tavola non era preparata per quattro.. E in effetti avrebbe dovuto esserlo, visto che si presumeva che quella cena fosse per loro quattro.
- Perchè è apparecchiato per sei? Avete degli ospiti? -
- A dire il vero si, abbiamo invitato qualcun altro oltre a voi due.. -
Intervenne la madre, mentre mescolava qualcosa che stava cuocendo ai fornelli.
Jungkook non proferì parola, rimase al suo fianco.
Jimin si voltó a guardare il padre.
- Chi avete invitato? -
- Abbiamo alcune cose da chiarire oggi.. A dire il vero avrei preferito che venissi da solo. -
- Mamma.. È cosi che tratti un ospite? Sè Jungkook avesse detto che stasera non poteva, non sarei nemmeno qui.. quindi dovresti ringraziarlo invece. -
Il padre si mise tra Jimin e la donna, cercando di calmare gli animi, a lui questa serata stava giá iniziando a stancare.
- Jimin. Non fà niente.. -
Mormoró Jungkook al suo orecchio.
- Non voglio che ti trattino cosi.. Non nè hanno il diritto. -
Jungkook sorrise, guardandolo negli occhi.
- Mi stai proteggendo? -
- Si.. ! -
Il padre si avvicinó ad entrambi, e Jimin distolse lo sguardo dal moro per posarlo sù di lui.
- Jimin, potresti cercare di mantenere la calma?
Sai com è tua madre.. -
- Proprio perchè só com è che avevo detto espressamente che sè avesse detto qualcosa di sbagliato non sarei venuto..
E stà succedendo. Non voglio che tratti male Jungkook.
Sè lo fá, esco da quella porta e non mi vede più.
E questa volta non serve che si scomodi a cercare di rimediare agli errori. -
- Dalle tempo.. -
- Ha avuto due anni.. quello non conta? -
Il padre a quel punto non proferì parola, fù in quel silenzio che si sentì il suono del campanello. Gli altri ospiti erano appena arrivati.
- Tesoro vai ad aprire per favore? -
Il padre annuì, guardando prima la moglie e poi Jimin,
Sentì il padre che parlava con i nuovi arrivati, quando fecero capolinea Jimin non ci credette.
Che diavolo ci facevano Ji-hoon e sua madre a casa dei suoi?
- Che diavolo è questa storia? -
- Jimin ascolta.. -
- No.. Ascoltatemi voi.. Spiegatemi che diavolo succede qui! -
Il padre tornó vicino a lui, mentre Ji-hoon sorrideva alla madre di Jimin. Salutandola pure con un abbraccio.
- Vogliamo solo che parliate.. -
- Parlare? Che c'è da dire? E poi che ci fà qui sua madre? -
Jungkook spostó lo sguardo da Jimin a Ji-hoon che da lontano li fissava.
La madre di Ji-hoon si avvicinó, salutando il padre e ringraziandolo per l'invito, spostando poi lo sguardo da lui a Jimin, che sul posto ribolliva di rabbia.
- Jiminie.. Mi dispiace che poco prima all'ospedale non abbiamo potuto parlare di più.. -
- Non voglio affatto parlare con lei.. -
- JIMIN! -
Urló a quel punto Ji-hoon.
Lo sguardo tradiva la sua rabbia, ma poco gli importava.
Non voleva vederlo, non voleva nemmeno vedere quella donna.
- Che diavolo ci fate qui a casa dei miei?! -
- Siamo stati invitati! -
Intervenne la donna.
- Perchè? A quale scopo? -
Il padre di Jimin intervenì, cercando di calmare gli animi.
- Fuori dall'ospedale abbiamo incontrato Ji-hoon e sua madre.
Abbiamo parlato con loro.
Ci sono sembrati sinceri Jimin.. dopo tutto, insomma.. Sei rimasto a casa di Ji-hoon per anni. -
- Signore senta.. - Jungkook non era più disposto a rimanere un disparte cosi aveva cercato di parlare con suo padre, ma Ji-hoon lo bloccó dal farlo.
- Non metterti in mezzo.. Hai idea di cosa significhi tenersi in casa qualcuno per anni? E questo sarebbe il ringraziamento? -
- Ji-hoon.. Perchè non ammetti che sei soltanto un bastardo senza cuore? -
- Jungkook.. Per dio, non dovresti parlare cosi a Ji-hoon.. È la veritá.
L'ha ospitato a casa sua per anni.
Ho saputo che gira quel video e che Jimin voglia denunciare mio figlio.. -
Jimin guardó il padre, che come allora non stava prendendo affatto le sue difese.
Perchè aveva sperato che fosse diverso da allora?
- Suo figlio ed io sà perchè vivevamo insieme? -
- Jimin, lo só che tu ti sei invanghito di Ji-hoon. Só che avresti voluto che mio figlio ricambiasse i tuoi sentimenti. Ma non succederá.. -
Jimin la guardó, ribollendo di rabbia.
- vada al diavolo.. -
Ji-hoon a quel punto si avvicinó, fregandosi di dove si trovasse, del fatto che fossero in mezzo a tutte quelle persone, a sua madre e ai genitori di Jimin.
Cercó di afferrarlo per la maglia, ma Jungkook non glielo permise, allontanandolo da lui e spingendolo al muro.
- Te l'ho detto che non devi toccarlo.. sparisci dalla sua vita.
Fattene una ragione e vattene.
Dovresti dire la veritá.. -
- quale veritá? -
Chiese la madre di Ji-hoon.
- Che suo figlio era sposato con Jimin.. Che suo figlio le stà mentendo. Che suo figlio si è divertito a ferire Jimin. E la cosa peggiore è che voi tutti crediate a lui ma non a Jimin. -
Spostó lo sguardo sù Jimin che con le mani strette a pugno e la testa bassa tremava.
Si era fidato, ed ora stava crollando.
Jungkook vide come le lacrime scivolarono sulle guance di Jimin.
Quando il padre si avvicinó a lui, Jimin i scansó.
Non voleva essere toccato.
Voleva soltanto andarsene di li.
Sollevó lo sguardo portandolo in quello di Jungkook.
- Andiamocene a casa.. Per f-favore.. -
- Aspetta aspetta.. Non potete andarvene adesso.
Che significa che sono sposati?
Ji-hoon.. che significa? -
Ji-hoon guardó la madre scuotendo piano la testa.
- Stà mentendo. Vuole solo passare per la vittima.. -
A quel punto Jungkook lo colpì con un pugno.
- Sei un idiota! -
Urló, avrebbe voluto colpirlo di nuovo, ma in quel momento voleva soltanto andare da Jimin e portarlo via di li.
- Domani accompagneró personalmente Jimin a denunciarti.. -
Disse, guardandolo mentre il maggiore steso a terra passava la mano sul taglio al labbro.
Jungkook si voltó, avvicinandosi a Jimin.
Che tremava ancora e cercava di trattenere le lacrime.
- Andiamocene a casa... Non hai niente a che fare con gente del genere. -
Gli prese la mano spingendolo fuori dalla cucina, raggiungendo la porta.
Il padre di Jimin li seguì, fin fuori sotto al portico.
- Jimin-ah.. -
- Lasci perdere.. Per quanto ho detto a suo figlio che spesso i genitori sbagliano e che sè non vi avesse perdonato, sè nè sarebbe pentito, ammetto di avergli dato un consiglio sbagliato, ma non avrei mai pensato che dei genitori potessero tradirlo cosi.
Avevate un occasione di rimediare agli errori che avete fatto, quando la veritá verrá fuori.. Non tornate a chiedere perdono.. Non meritate di stare al suo fianco.
Come potete credere a quel bastardo e voltare ancora una volta le spalle a vostro figlio? -
La voce di Jungkook si stava alzando, era arrabbiato.
Arrabbiato e deluso.
Mentre Jimin sembrava indifeso, alle sue spalle, le mani aggrappate al suo braccio.
Tremava ancora.
- Non abbiamo prove che sia realmente colpevole di quello di cui lo accusate! -
- Non pensa che sè suo figlio andrà a denunciarlo la prova ci sia?
Dovrebbe credere a suo figlio.. !
Ji-hoon è molto bravo a manipolare le persone, sua madre nemmeno sá che è sposato con Jimin.
In quella cucina poco fà non ho visto nessuno alzare un dito per difendere Jimin.
Nemmeno quando quello stronzo ha cercato di colpirlo.
Non oso immaginare cosa sarebbe successo sè si fosse presentato qui da solo..
Mi fate schifo.. ! -
Detto questo Jungkook si voltó, avvolgendo Jimin tra le braccia e portandolo verso la macchina.
Lo fece salire, entrando al posto di guida, accese il motore e il riscaldamento.
Le mani tremavano per la rabbia, mentre Jimin, appoggió la testa alla portiera, stringendosi nel cappotto.
- Jimin-ah.. -
- S-Stó bene.. P-Possiamo andarcene. -
Jungkook si immise in strada, portando la mano in quella di Jimin e quel gesto sciolse tutta la sua forza, lasciando andare finalmente quelle lacrime che aveva trattenuto.
Pianse, pianse disperatamente aggrappandosi alla mano di Jungkook che si fermó al lato della strada, spegnendo l'auto e attirandolo a sè.
- Sfogati Jimin-ah.. sfogati.. -
Mormoró, mentre Jimin si strinse a lui, continuando a piangere.
Non si sarebbe mai aspettato che i propri genitori gli avrebbero fatto una cosa del genere.
Non dopo che aveva permesso loro di tornare nella propria vita.
Si era aperto a loro, aveva raccontato cosa Ji-hoon avesse fatto.
Come potevano credere al maggiore ma non a lui?
Jungkook lo stringeva più forte a sè, accarezzando la sua schiena lentamente.
Lasciandolo sfogare senza dire niente.
E lo apprezzó.
- P-Possiamo tornare a casa? -
- Si, certamente.. -
Mormoró, passando le dita sulla sua guancia, asciugando piano le sue lacrime.
- Mi dispiace.. Non avrei mai pensato che dei genitori potessero fare questo.. -
- Non è colpa tua.. -
- Jimin-ah.. -
- Non è colpa tua, avrei dovuto dare ascolto al mio istinto e non fidarmi.. Ho sbagliato io a credere che sarebbero tornati nella mia vita e mi avrebbero ascoltaro e che fossero stati dalla mia parte. Non lo sono mai stati.
L'hai detto anche tu. Ji-hoon è molto bravo a manipolare le persone.. -
Jungkook chiuse gli occhi, sospirando piano.
- questa volta non sono riuscito a trattenermi. Ho dovuto colpirlo.. -
Jimin appoggió la testa al suo petto, stringendo la maglia del moro tra le dita.
- sono stato felice nel averti li con me.. Non só cosa sarebbe successo sè fossi andato li da solo. -
- Non ti avrei mai lasciato andare da solo a quella cena..
per quanto spero che le persone possano cambiare, non ero del tutto tranquillo.
Hai ragione a dire che qualcosa ci doveva essere sotto, hanno passato due anni senza mai farsi vedere o sentire. Perchè proprio ora?
Domani andremo insieme a denunciarlo..
non voglio più che ti ferisca cosi tanto.. Lo voglio fuori dalla tua vita. -
- Jungkook-ah.. Sei la cosa migliore che mi sia successa in tutta la mia vita.. -
- Puoi contare sù di me.. Non permetteró che Ji-hoon, sua madre o i tuoi genitori, ti facciano piangere ancora.. Te lo prometto! -

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