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Jimin a quel punto addossó la testa alla porta, dopo tutto dopo due anni che non vedeva il padre ancora oggi, veniva giudicato dalla propria famiglia.
Sospiró piano, cercando di rallentare il proprio respiro, tenendo lo sguardo rivolto verso il soffitto. Si lasció cadere del tutto a terra, appoggiando la schiena alla porta.
Asciugando le lacrime con la manica del maglione.
Il proprio cellulare che squillava, ma in quel momento non voleva parlare con nessuno.
Voleva starsene da solo, riprendersi e non pensare al disastro che stava diventando la sua vita.
Voleva soltanto vedere Jungkook e sperare che tornasse a casa il prima possibile, solo cosi, si sarebbe davvero calmato.
Sospiró piano prendendo il proprio cellulare, le chiamate perse di Ji-hoon lo fecero ribollire di rabbia.
Bloccô quel numero, non voleva più nè sentirlo e nè vederlo. Doveva sparire dalla propria vita e l'unica maniera per poterlo fare era affrontare quel video, assicurarsi che ci fosse davvero anche lui e denunciare il tutto.
Li sarebbe finalmente stato libero.
Si alzó dal pavimento raggiungendo la cucina e prendendo una tazza di caffè, appoggiando il cellulare sul tavolo.
Si sedette sulla sedia, appoggiando la tazza sul tavolo con mano tremante, passando lentamente le dita tra i capelli.
Prese un lungo respiro, entrando nella propria galleria,  cercando quel video.
Trovato.. prese un lungo respiro, per poi avviarlo.
In quei primi minuti, inizió a sentire lo stomaco che iniziava a ribaltarsi.
Bloccó il video, cercando di respirare.
Passando più volte le mani sul proprio volto, finendo tra i capelli che tira leggermente.
Prese un altro lungo respiro, riavviando il video.
Non poteva credere ai propri occhi.
A cosa avesse permesso suo marito quella sera.
Alzó il volume sentendo chiaramente la voce di Ji-hoon che incitava quelle persone a toccarlo.
A farci quello che volevano, mentre lui era sù quel letto, che si lamentava, che perdeva conoscenza.
Come poteva l'uomo che diceva di amarlo fare una cosa del genere?
Come poteva aver scordato quella sera?
Spense il video, lanciando il cellulare sul pavimento.
Si alzó andando verso le credenze della cucina, cercando qualcosa di forte da poter buttare giù.
Dimenticare quel video sarebbe stato difficile.
Trovó una bottiglia di whisky, la stappó bevendo direttamente dalla bottiglia.
Peccato che quella serata, gli avrebbe ricordeto di quella sera.

"Jimin-ah.. andiamo!"
Urló dal piano di sotto Ji-hoon, Jimin a quel punto stava finendo di prepararsi, dovevano andare a questa festa a cui era stato invitato il maggiore ed essendo sposati, aveva deciso di portare Jimin con sè.
Aveva indossato una camica rossa e un paio di jeans neri strappati, mentre per concludere aveva messo un filo si matita agli occhi.
- Jimin-ah! -
- Arrivo.. Arrivo.. -
Corse giù dalle scale, raggiungendo alla porta il maggiore che lo squadró dalla testa ai piedi.
- Che cosa indossi? Non vorrai davvero venire vestiti cosi, vero? -
Jimin si guardô attentamente, che cos aveva di sbagliato quell'outif?
- È una camicia e un paio di jeans.. -
- Non puoi venire vestito cosi.. -
- Ji-hoon, a quella festa nemmeno sanno che siamo sposati, perchè dovrebbe essere un problema?
E poi lo sai come sono no? Non sono io quello che si diverte a flirtare con le ragazze che ci sono a queste feste. -
Ji-hoon a quel punto si avvicinó a lui, fronteggiandolo.
- Sono tuo marito.. Sè ti dico di cambiarti, lo devi fare. Ti è chiaro? -
- Anche io sono tuo marito e sè ti chiedo di non provarci con gli altri dovresti farlo, eppure.. Non mi sembra che tu lo faccia. Quindi, non ho alcuna intenzione di cambiare il mio outfit.. Ti è chiaro? -
Mormora, riportando cosi le parole del maggiore.
A Jimin non piaceva essere comandato, nè tanto meno amava che qualcuno decidesse cosa poteva o meno indossare ad una festa.
Il maggiore a quel punto alzó le mani in segno di resa e Jimin sorrise soddisfatto.
- Ti ringrazio.. -
A quel punto erano usciti di casa, raggiunta l'auto erano saliti e Ji-hoon aveva avviato il motore ed era finalmente partito.
Non proferì parola, e questa cosa a Jimin piacque, cosi poteva godersi la musica che in quel momento risuonava nell'abitacolo e sperava vivamente che a quella festa ci fossero anche Tae e Yoon, almeno avrebbe avuto qualcuno con cui interagire.
Un bip risuonó nel proprio cellulare e come sempre i ragazzi stavano scrivendo nel loro gruppo, Tae scrisse che purtroppo non poteva venire alla festa, ma che si sarebbe fatto perdonare, mentre Yoon, scrisse che sarebbe venuto, ma non poteva arrivare prima delle undici. Il problema era che in quel momento erano solo le nove. Avrebbe passato due ore a guardare suo marito ballare e provarci spudoratamente con quelle ragazze.
E non riusciva a sopportarlo.
"Yoon.. Non riesci proprio a venire prima?"
Scrisse velocemente Jimin.
"Spiacente Chimchim.. Non riesco a staccarmi prima.
Ma hey, tieni un drink anche per me.
Sè mi libero prima, correró da te. Promesso. Per ora cerca di non esagerare con l'alcool e non lasciare che i comportamenti di quell'idiota ti buttino giù. Già sappiamo cosa fará a quella festa."
Jimin guardó il maggiore, che svoltava a destra e teneva lo sguardo fisso sulla strada.
"Potrebbe non essere cosi, questa volta.."
"Lo pensi davvero?" Scrisse Yoon e Jimin sapeva che non lo pensava davvero.
Sapeva esattamente come sarebbe andata la serata.
Ji-hoon non avrebbe perso l'occasione di mostrare a tutti che fosse etero e che quelle voci che giravano nel suo ufficio fossero solo delle dicerie.
- Con chi ti stai scrivendo? -
Chiese a quel punto, mentre Jimin riportó il cellulare nella tasca dei jeans, voltando appena la testa per poterlo guardare.
- Con i ragazzi. -
- Quei due verranno? -
- Quei due hanno un nome.. E per la cronaca sono i miei migliori amici.. Potresti per una volta evitare questo tuo modo arrogante che hai, ogni volta che parlo dei miei amici? -
Ji-hoon emise una risata, non spostando minimamente lo sguardo dalla strada per poterlo guardare.
- Migliori amici eh? Uno aveva una cotta per te e per settimane ha cercato di provarci.
L'altro invece ti sbatteva quando nè aveva voglia. Penso che sia lecito da parte mia avere dei dubbi, no? -
- No, affatto.
Yoon e Tae mi rispettano.
Rispettano il fatto che io abbia scelto di sposare te. -
- Dunque verranno? -
Jimin scrolló appena le spalle, addossandosi completamente al sedile.
- Tae non puó venire.. Mentre Yoon.. Riuscirá soltanto verso le undici.. -
- Quindi il mio piccolo Jiminie dovrá starsene da solo per due ore, mentre io mi divertiró.. Spero soltanto che tu non finisca per fare delle cazzate.. -
Jimin lo guardó, scuotendo appena la testa.
- Sembra quasi che io non ti basti.. Hai bisogno di altri per soddisfarti? -
- Oh credimi.. Tu mi basti. Solamente non voglio che le voci che girano in ufficio risultino veritiere.
Tutto qui.. -
Mormora portando la mano sulla sua coscia, accarezzandola lentamente.
Jimin portó la mano sulla sua, bloccandone il movimento.
- Sei arrabbiato? -
- Tu che dici? -
- Andiamo Jimin-ah.. anche sè fingeró cosa vuoi che sia?
Alla fine torneró a casa con te.
E poi, ti devo ricordare che sei uscito vestito come volevi tu?
Quindi permettermi di farlo, visto che tu non hai eseguito i miei ordini.. -
- Non è la stessa cosa.
Tu ci provi con loro, te le baci, le tocchi. Io invece i vestiti mica me li tolgo.. e tanto meno ci proveró con qualcuno e lo sai questo. Quindi non paragonare le due cose. -
Ji-hoon tolse la mano, parcheggiando finalmente nel parcheggio del locale.
- Entro prima io.. -
Jimin gli fece cenno con la mano, come tutte le altre volte, Ji-hoon entrava per prima e poi in seguito lui. Cosi nessuno avrebbe pensato che erano venuti insieme.
Il maggiore scese, chiudendo la portiera e allontanandosi dal parcheggio.
Jimin attese qualche minuto scendendo poi dall'auto e raggiungendo la festa.
Entrato cercó con lo sguardo Ji-hoon, trovandolo in centro della sala, circondato da diverse ragazze. Una di quelle cercava la sua attenzione, che trovó e iniziarono a ballare troppo vicini.
Ma non poteva fare una scenata di gelosia, nessuno sapeva che Ji-hoon era Gay e tanto meno sapevano che era sposato.
Quindi, ancora una volta doveva starsene in disparte e fingere.
A questo punto avrebbe potuto starsene in appartamento a guardarsi un film, che rimanere li e guardare quelle cose.
O richiedere un secondo Drink al barista.
- Grazie. -
Prese il drink buttandolo giù tutto d'un fiato.
Più Ji-hoon toccava quelle ragazze, più Jimin buttava giù drink, ritrovandovi ubriaco nel giro di qualche ora.
Addossato al muro della sala, portó lo sguardo al soffitto, sentendo una mano toccare il proprio fianco, voltato la testa notó un tipo che non aveva mai visto, e quella mano apparteneva a lui.
- Che ci fai qui tutto solo? Non ti vá di divertirti un pô? -
- Potresti togliere la mano? -
Il ragazzo spostó la mano dal suo fianco, mentre Jimin si allontanava velocemente da lui.
Andando al bancone per richiedere un altro drink, quello fù la fine e l'inizio di tutto.
La testa che girava, Ji-hoon era sparito, non riusciva a trovarlo, eppure. Sperava di vederlo e chiedergli di tornare a casa, ma quel malessere lo fece semplicemente addossare nuovamente alla parete.
Potè sentire una voce sussurrargli all'orecchio.
- Andiamo, dovresti stenderti un pochino.. Cosi ti sentirai meglio.. -
Non era riuscito ad allontanarlo.
Finendo in quella stanza e buttato letteralmente su un letto.
- Ora possiamo divertirci.. -
Jimin, potè sentire quelle mani che lo toccavano, quelle labbra che sfioravano il suo corpo.
Mentre le proprie energie lo abbandonavano.
Voleva soltanto andarsene da li.
Voleva Ji-hoon.
Dove era suo marito?
- J-Ji-hoon.. -
Una mano gli coprì la bocca per tenerlo zitto.
Jimin in quell'ora d'inferno, non riuscì a liberarsi.
A cacciarli via.
C'era chi lo colpiva, chi lo mordeva. Chi lo zittiva.
E quel malessere lo fece perdere più volte conoscenza.
Soltanto una volta sola, quella notte sentì la voce di Ji-hoon.
"Eccitante.. Dannatamente eccitante"
A quel punto perse del tutto conoscenza, sentendosi esausto, dolorante e sporco.
Quando riaprì gli occhi, si guardó attorno, non notando nessuno.
Mentre sentiva il
Proprio corpo che bruciava, tremó finendo in uno stato di shock.
Portó le mani ai propri capelli per proteggersi quando senti la porta riaprirsi, sentendo solo dopo la voce spaventata di Yoon.
"Ji—Jimin-ah! CAZZO! Che è successo?"
- Y-Yoon.. -
Jimin a quel punto si risveglió urlando, qualcuno che lo tenne fermo, mentre non riusciva a calmarsi.
- Jimin-ah.. sono io.. sono Jungkook.. J-Jimin-ah. -
Jimin a quella voce si bloccó, cercando di rallentare il respiro, guardandosi attorno e non riuscendo a riconoscere quel posto.
- Do.. Dove sono? -
- In ospedale.. -
Jimin voltó la testa per poterlo guardare, sentendo una
Fitta alla fronte d'istinto portó la mano, ma Jungkook lo afferró per il polso, stringendolo delicatamente
Bloccando cosi quel movimento.
- Non dovresti toccare... Hanno dovuto metterti dei punti.. -
- Co.. cosa? -
- Non só cosa sia successo, sono tornato a casa e ti ho trovaro a terra.
Tremavi ed eri privo di sensi.
Non mi rispondevi.. Ho.. Ho avuto paura.. -
Mormoró il moro, passandosi le dita tra i capelli, rilassando l'espressione nel vederlo finalmente sveglio.
- Hai battuto la testa contro il mobile che è accanto alla porta d'ingresso..
è per questo che hanno dovuto mettere dei punti.
E hai completamente finito la bottiglia di whisky..
Non ho più alcuna intenzione di lasciarti da solo.. questo è poco ma sicuro.
Esco che sei felice e torno che sei privo di sensi... Non puoi capire lo spavento.. puoi spiegarmi cos è successo? -
Jimin rilassó il braccio, ma Jungkook non lasció la presa sul suo polso.
- È venuto Ji-hoon e mio p-padre.. Ho guardato quel video e... Ho ricordato ogni cosa.. -
Mormoró piano, stringendo le coperte.
Socchiudendo gli occhi, cercando cosi di trattenere le lacrime.
- Mio padre ancora una volta non ha avuto una buona parola per me. Dopo due anni ancora mi giudica.. Mi odia.. -
A quel punto le braccia di Jungkook lo avvolsero.
Jimin strinse le sue braccia lasciandosi andare contro il suo petto, non riuscendo più a trattenere le lacrime.
- I-Io non.. non voglio più soffrire cosi.
Ju-Jungkook... Che.. che cosa devo fare? -

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