42•

290 21 12
                                    

Jimin guardó il padre che ancora teneva la piccola fede tra le dita, senza dire una parola.
- Ci verrai? - chiese scrutandolo attentamente, mentre sentiva le mani di Jungkook lo accarezzavano lentamente sulla schiena.
Gesto che Jimin aveva scoperto essere rilassante.
Si sentiva meno nervoso e più coraggioso.
Si perchè con suo padre non aveva mai avuto un rapporto padre e figlio.
E averlo li, avrebbe dovuto renderlo nervoso e intimidito, ma la presenza del moro lo stava decisamente aiutando a reggere quella situazione senza crollare.
- Tesoro? - intervenì la madre che dalla porta si era avvicinata al marito, anche lei fissava la piccola fede.
Era rimasta in disparte ad ascoltare, solo adesso avevo preso coraggio e si era avvicinata al letto, gli occhi di Jimin saettarono in quelli della madre.
Quanto avrebbe voluto che sua madre a quel tempo non gli avesse detto tutte quelle cattiverie e non lo avesse sbattuto fuori di casa.
Perchè Jimin aveva sempre saputo com era il padre, un tipo taciturno, che spesso non partecipava alle discussione famigliari, ma sua madre.
Sua madre avrebbe dovuto proteggerlo, avrebbe dovuto sostenerlo e aiutarlo, ma com erano andate le cose non era stato cosi.
Eppure Jimin non sapeva come comportarsi con lei, perchè sè a quel punto voleva che il padre partecipasse l'indomani a quell'incontro con l'avvocato, per quanto riguardava sua madre non era del tutto pronto ad averla in quella situzione.
Sospiró piano, spostando lo sguardo dalla madre a Jungkook che alle sue spalle sè nè stava tranquillo, e i suoi occhi si spostarono nei suoi.
Non aggiunse parole ma quel sorriso che gli regaló lo fece sorridere.
- E lui, invece è? Jimin non è che.. Questa cosa sia tutta una finzione e vuoi solo vendicarti di lui e la persona che è stesa dietro di te è il tuo amante? -
Jimin spostó lo sguardo verso la madre, stringendo le mani a pugno, stava per parlare e risponderle a tono ma la voce profonda del padre lo precedette.
- Questa è veramente una fede nunziale.. C'è veramente una data e il nome di quel tipo.
Pensi davvero che tuo figlio costruirebbe una menzogna cosi grande?
Andiamo... -
- È solo che.. - inizió lei, portando la mano alla bocca, socchiudendo gli occhi.
- è solo che per te sarebbe più facile sè questa fosse una menzogna, che credere che qualcuno abbia realmente abusato di nostro figlio in quel modo.. eppure hai visto quel video.
Lo abbiamo visto entrambi.. Era evidente che Jimin non fosse in sè quella notte, chiunque lo avesse guardato lo avrebbe capito. -
Il padre tornó a guardarlo, passando la fede a Jimin che la prese tra le dita e la posó sul comodino, non aveva alcun senso indossarla di nuovo.
- Domani mattina verró con te a quell'incontro... Vuoi che ti passiamo a prendere? -
- No.. Voglio dire, Grazie ma.. Preferisco che venga Yoon.. Vi giro l'indirizzo e ci vediamo direttamente li.. -
I due annuirono, l'uomo prese la moglie per il braccio attirandolo lentamente verso la porta.
- Andiamo tesoro, lasciamolo riposare... Domani saremo di nuovo da Jimin, avremo tutto il tempo per rimediare all'errore che abbiamo commesso.. -
- Sè Jimin ci permetterà di rimediare.. - sussurró lei guardandolo di nuovo, Jimin strinse le mani a pugno, socchiudendo gli occhi e guardando entrambi.
- Un passo alla volta.. Ok? - disse in un sussurro.
- Perchè non puoi perdonarci? -
- Papà non ha mai detto nulla che potesse ferirmi.. È vero, mi ha ignorato, non partecipava alle discussioni che tu ed io avevamo.. Non si è nemmemo mai schierato dalla mia parto e tanto meno dalla tua.
È stato coerente con il suo essere.
Ma tu?
Hai idea di quello che mi sono sentito dire quella notte?
Immagino di no.. Visto che pretendo il perdono cosi sù due piedi.. Andiamo... Due anni.. Due fottuti anni da quando mi hai chiuso quella porta in faccia.
E non ti sei mai voltata indietro e nemmeno ti scusi per quello che hai fatto. Era più importante che le tue amiche e colleghe non spettegolassero sul fatto che tuo figlio fosse Gay.
Hai ottenuto quello che volevi no? Una vita senza di me.. una vita senza pettegolezzi e ora? Che cosa vuoi esattamente?
Siete voi che dovete rimediare, non io.. Sè vuoi, un passo alla volta dovrá bastarti.. altrimenti.. -
Stava per aggiungere che poteva girare i tacchi e andarsene quella sera stessa, ma la mano di Jungkook posata nella sua lo bloccó dal dirlo. Forse il moro sapeva che nel momento di rabbia quella frase poteva sembrare giusta, ma sapeva che poteva pentirsene in futuro, cosi stette in silenzio, intrecciando le dita alle sue.
Dalla porta fece capolinea un infermiera, che guardó prima i genitori di Jimin fermi accanto alla porta e poi lui.
- abbiamo portato la documentazione per lasciarti tornare a casa... -
- Firmo io per lui.. - disse il padre, avvicinandosi all'infermiera, la donna annuì indicando dove andava la firma.
- Qui e qui.. perfetto, quando sei pronto puoi prepararti e tornare a casa.. Buonaserata.. - disse per poi uscire dalla stanza.
Il padre spinse di nuovo la donna per farla muovere.
- Andiamo dai.. Per oggi abbiamo fatto un passo. Vedrai che Jimin prima o poi ci perdonerá.. -
Detto questo i due uscirono dalla stanza e Jimin rilasció un lungo sospiro.
Nemmeno sapeva di aver trattenuto il fiato cosi a lungo.
- Và meglio? -
Chiese Jungkook attirandolo verso il materasso, abbracciandolo per tranquillizzarlo.
- Ero cosi teso, sono passati due anni da quando li avuti nella mia vita e quella notte non è stato affatto piacevole. Sono cosi esausto.. vorrei soltanto dormire ma, voglio tornare a casa.. -
Jungkook annuì piano, passando la punta delle dita tra i suoi capelli, sorridendo.
- Grazie per.. Avermi fermato dal dirle quello che avrei voluto dire in quel momento.
Non sarei stato gentile con lei.. -
- Per quanto possa essere doloroso quello che ci fanno passare, sono pur sempre i nostro genitori.
Mia madre non è sempre stata perfetta con me.
Abbiamo avuto i nostri alti e bassi, mi sono incazzato con lei quando si è innamorata di quell'uomo e ho dovuto far parte della vita di uno come Ji-hoon..
Eppure, quando la famiglia di Ji-hoon o quell'uomo stesso parla male di mia madre io la difendo a spada tratta.
Ora che è ammalata più che mai.
Per quanto quella notte possa aver detto cose brutte contro di te, sono certo che in fondo si penta di quello che ti ha detto.
Le contesto solo una cosa.. Non aver avuto il coraggio di chiederti scusa, prima di voler il tuo perdono.
Ma il tempo è breve e potresti non aver più la possibilitá di averla al tuo fianco. -
Jimin lo guardó attentamente negli occhi, passando la punta delle dita sul suo viso, accarezzandoglielo lentamente.
- Tua .. madre.. -
- Mia madre stà lottando per sopravvivere.. Ma non penso che vincerà la battaglia..
E immagino che per Ji-hoon e sua madre sia una buona notizia... -
- Per quanto un tempo avrei potuto dire che Ji-hoon non avrebbe mai gioito del dolore altrui, ad oggi non nè sono poi cosi convinto.. -
- Perchè dopo aver denunciato Ji-hoon non vieni con me a conoscerla? -
Jimin si tiró a sedere guardarlo negli occhi,
Jungkook sorrise, tirandosi a sedere e portando il mento contro la sua spalla.
- Hai paura? -
- Beh si.. Insomma, che dovrei dirle? -
- Ciao, sono Jimin... Tranquillo, sà giá chi sei.. -
- Vuoi dire che.. -
Jungkook emise una risata, distogliendo lo sguardo da lui, abbracciandolo e tenendolo vicino.
- Quando sono con lei, le piace ascoltare quello che faccio nella mia vita.. -
- E io nè faccio parto? -
- Si.. Direi proprio di si.
E a mia madre piaci.. Non come piaci a me ma, dice che devi essere un ragazzo davvero speciale sè dopo tutti questi anni sei riuscito a farmi sorridere di nuovo.. -
Jimin sorrise, pizzicandolo sul fianco.
- Sorridi mentre parli di me? -
- Sorrido mentre parlo di te, mentre ti penso.. mentre aspetto che arrivi l'ora di rivederti..
e lo sà anche lei che erano anni che non sorridevo cosi.. -
Jungkook avvicinó il volto al suo e gli occhi di Jimin scattarono dai suoi occhi alle sue labbra.
- Non qui.. -
- Non vuoi? -
- Lo voglio.. Ma non mi sembra corretto qui in ospedale.. e.. non voglio che mi sentano.. -
- Quindi vuoi che solo io ti ascolti mentre urli? -
Jimin arrossì colpendolo sul petto e spingendolo lontano da sè, scivoló giù dal letto.
- Torna qui.. Stavo scherzando.. -
Jimin aprì l'anta dell'armadietto che c'era nella stanza prendendo la propria valigia e i propri indumenti.
- Io no. Quindi sè hai ancora voglia di me, ti conviene aiutarmi a preparare la valigia e a tornare a casa. Altrimenti per stanotte la passi in bianco, bello mio.. -
Jungkook non se lo fece ripetere due volte, saltó giù dal letto, sfilando gli indumenti dalle mani di Jimin e mettendoli all'interno della valigia.
- Come siamo impazienti.. -
Scoppió a ridere e Jungkook scrolló le spalle.
Il cellulare di Jimin inizió a squillare, lo prese dalla tasca dei Jeans, trovandoci un numero sconosciuto, solitamente non amava rispondere a chiamate anonime o a numeri che non conosceva ma quella volta decise di rispondere.
- Pronto? -
Voltó le spalle a un Jungkook intento a richiudere la valigia.
"Jimin-ah.. sono Ji-hoon.."
Jimin sapeva che avrebbe dovuto intuirlo, visto che aveva bloccato il suo numero,
Ma sapeva anche che avrebbe potuto come in questo caso usare un numero di persone che conosceva per tormentarlo.
Stava per riagganciare quando la voce di Ji-hoon risuonó di nuovo al suo orecchio.
"Non riagganciare.. Per favore.."
- Perchè dovrei restare qui a sentirti? Pensi di meritarlo? -
Jungkook sentendo il tono di voce cambiare si voltó a guardarlo.
"Voglio solo parlare.."
- Io invece no, quindi dimentica il mio numero, dimenticati completamente di me e lasciami in pace.. -
"Possiamo discuterne davanti ad un caffè domani?"
Jimin emise una risata, sedendosi sul letto.
- Pensi davvero che accetteró di venire da te?
Sei un illuso sè pensi che lo faró... -
"Avanti Jimin, possiamo discuterne da persone adulte quale siamo.
Non puoi andare dall'avvocato senza prima averne discusso con me. Mi sembra di essere stato chiaro.."
- Forse non ti è chiara una cosa Ji-hoon.. Non hai chiara la situazione.
Hai permesso che quelle persone abusassero di me.
Hai permesso che mi picchiassero.
E hai tenuto un video che hai registrato tu.. Non ti fai schifo?
Perchè a me stà venendo la nausea solo a parlarti tramite telefono.. -
"Non ti conviente denunciarmi Jimin-ah.. sè io affondo.. affondi anche tu. Non lasceró che tu viva la tua vita.."
- Fai quello che vuoi, minacciami pure sè vuoi, ma nulla e nessuno mi fermerá dal denunciare l'accaduto e che tu lo voglia o no, otterró il divorzio da te. -
"Per farti scopare da Jungkook?"
- Sai cosa ti dico Ji-hoon? Sono libero di fare ció che voglio.
Vuoi una conferma a quello che hai appena detto? Beh.. Non lo negheró sè è quello che speri.. Non hai più alcun diritto sù di me o sulla mia vita.
E sè vorró stare con Jungkook è affar mio.. Ora puoi andare a sposarti con quella ragazza e viverto la tua vita da etero. -
"Non riagganciare.."
Ma Jimin chiuse la chiamata, sollevando lo sguardo dal cellulare a Jungkook che si era avvicinato a lui.
- stai bene? -
- Si.. Mai stato meglio.
Non voglio più che Ji-hoon condizioni il mio umore.
O la mia vita.
Questa sera voglio godermi la serata... Voglio godermi la persona che ho qui.. Davanti a me e che mi stá guardando con uno sguardo preoccupato.. Ma, davvero.. Stó bene. -
Jungkook annuì offrendogli la mano e aiutandolo ad alzarsi.
Jimin strinse la sua mano, intrecciandone le dita. A quel punto Jungkook prese la valigia e spinse dolcemente Jimin fuori dalla stanza.
Salutarono i medici e uscirono fuori, il moro lo guardó.
- Vado a prendere l'auto. Mi aspetti qui? -
Jimin si strinse tra le braccia per il freddo che sentì li fuori in piedi.
- Ti aspetto qui, ma fà in fretta.. -
- Promesso.. -
Jungkook tenne la valigia scendendo i gradini e correndo poi verso il parcheggio, nel mentre Jimin si spostava da un piedi all'altro per riscaldarsi.
- Jimin-ah.. ! -
Jimin voltó la testa, Ji-hoon e sua madre erano li, di fronte a lui.

behind your back Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora