Chapter 17 - April Disappeared

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PIET

Io e mio padre, ci allontaniamo dal Signor Carsol e da lei, cosicché possiamo avere la possibilità di parlare meglio; senza essere sentiti da nessuno dei due.
Si alza dalla sedia in vimini, togliendosi lentamente gli occhiali da sole; in quel momento i suoi occhi si scontrano con i miei ( entrambi abbiamo lo stesso colore).
« Signor Carsol, mi allontano per qualche istante, ho una discussione da fare con mio figlio»

Una volta esserci distanziati da lì, incrociando le braccia al petto con espressione confusa e adirata in volto proclamo:
« Io non voglio sposarmi adesso, ho ancora la mia libertà da assaporare! Non puoi farmi incatenare già all'età di diciannove anni! »
Porta una sigaretta alle labbra, avvicina l'accendino ad essa asserendo tranquillamente:
« Figlio mio, tu avrai la tua libertà ugualmente... anche se tu e April, sarete marito e moglie, tu sei liberissimo di andare con qualunque donna ti pare! »
Espira il fumo dai polmoni, con fare ammiccante, abbozzando un sorrisino soddisfatto.

Rimango per qualche minuto interdetto e subito dopo con curiosità gli chiedo:
« Per quale motivo io e April, dobbiamo sposarci? »
Con espressione tranquilla in volto afferma:
« Semplicemente perché suo padre, anni fa' è andato a giocare a Las Vegas. Per sua sfortuna, quella notte si è imbattuto nel sottoscritto. Con spavalderia ha voluto sfidarmi, perdendo una somma considerevole che non ha potuto restituirmi. All'ora era sposato di fresco. Inginocchiandosi mi chiese di avere pazienza. Io vedendo la sua sottomissione, ne fui compiaciuto. Soddisfatto di avergli fatto sparire quel suo sorrisino dalla faccia che prima aveva, gli proposi un alternativa comunicandogli:
«Caro Carsol, le abbonerò la cifra da restituire, in cambio dovrà accordarmi quello che chiedo»
Lui di rimando:
«Quello che vuole, qualunque cosa!»
Sicuro che non gli avrei chiesto del denaro, mi disse che era d'accordo su qualsiasi cosa io desiderassi.
Fissandolo negli occhi aggiunsi:
« Io sono sposato e ho un figlio di appena un anno e mezzo, lei a quanto mi ha detto non ha figli»
«Certo, mi sono appena sposato!
Bene, mi scusi se glielo chiedo»
Mi disse:
« Ma cosa c'entrano le famiglie adesso?» «C'entrano, perché la prima figlia femmina che avrà, dovrà sposarsi con mio figlio»
«E se dovessi avere un maschio?»
«Lei riprovi sempre, fino a che gli nasca una femmina!»
« È d'accordo o no?!»
A quelle parole rimasi inorridito, però da questo ho capito tutta la faccenda.
« Posso farti una domanda papà? Perché gli hai fatto questa proposta? »
Di rimando risponde:
« Semplicemente per avere conferma della sua devozione e poi perché mi andava! Preferivi forse un maschio?!»
« Dai non scherzare! T-torno dalla mia fidanzata! »

Mi allontano da lui lasciandolo, con un sorriso beffardo.

" Sinceramente non sono d'accordo, a dovermi sposare già, ma visto che il signor Carsol ha un debito con mio padre. Non posso fare altrimenti. April, poi è molto carina, magari potrei anche innamorarmi di lei... chissà! "

AMBER

"Sono trascorse due settimane da quando April è andata a trovare i suoi in Texas, da allora non abbiamo ricevuto alcuna notizia."
Ho tentato di chiamarla moltissime volte, ma da lei nessuna risposta... sinceramente non è da April, comportarsi in questo modo. Conosco bene la mia amica e so per certo, che mi avrebbe avvisata se le fosse accaduto qualcosa. "

Oggi devo recarmi dal ginecologo, per accertarmi che la gravidanza proceda bene.
Non credevo di diventare mamma, già all'età di diciassette anni, ma malgrado tutto, la cosa non mi dispiace molto.
Perché il bambino non c'entra nulla, con quello che è successo.
Purtroppo il padre, mi dispiace per lui, non verrà mai a conoscenza di avere un figlio.
Odio quel bastardo, con tutto il mio cuore... per tutto quello che mi ha fatto e che sono stata costretta a subire.
Eppure è strano, visto che un attimo prima, si era comportato da vero gentiluomo, senza sfiorarmi neanche con un dito.

Senza perdermi oltre nei miei pensieri, mi appresto a uscire dalla porta d'ingresso, salendo a bordo dell'abitacolo della mia auto viola, avvio il motore e mi reco in ospedale.
In quel frangente che sono intenta alla guida, dalla mia borsa sento provenire l'insistente vibrare del mio cellulare.
Accosto al semaforo per rispondere, accorgendomi che si tratta della mia amica Lauren.
« Ciao Amber, come stai? »
Mi domanda con entusiasmo.
« Ciao, bene grazie»
« Volevo chiederti se per caso, avevi avuto notizie per quanto riguarda April! »
Affermo delusa:
« No, purtroppo no. Da quando è andata a trovare i suoi genitori in Texas, non abbiamo avuto più notizie di lei! »

Dall'altro lato, per un attimo Lauren rimane silenziosa e dopo qualche secondo asserisce:
« April, fino ad ora, non si era mai comportata così! Cosa potrebbe essere successo? »
Poggio una mano sul volante viola tempestato da una miriade di strass, picchiettando le mani nervosamente.
« Dovremmo andare a vedere di persona, Lauren. Ipotizzando non arriveremo mai a una conclusione! »
Preoccupata afferma:
« Sinceramente sono un po' in pensiero per lei, sono sicura che sarà accaduto qualcosa! Spero solamente nulla di grave! »
« Che proponi di fare... Amber? »
Mi domanda.
« Partiamo in Texas! »
Interviene lei, dubbiosa:
« Come, visto che fra pochi giorni Mirna si sposerà? Non possiamo abbandonare la nostra amica! Lei ci tiene tantissimo, ad averci al suo matrimonio. Ma April, è anche importante... oh, cavoli! Che dramma! »

Riflettendo sulle parole appena pronunciate da lei, mi martello la mente affinché mi possa venire un idea.
Al momento il buio assoluto, mi circonda non so proprio come agire.
Nel frattempo che sono rimasta con la mia amica, ancora in linea, il semaforo scatta in rosso e io proseguo ad avanzare tra l'ingorgo di auto.
« Più tardi ne riparleremo Lauren, per il momento non so proprio cosa fare. Anzi adesso devo lasciarti, perché mi sto dirigendo dal ginecologo»
« D'accordo, ci vediamo allora! »
Termino la chiamata e nel frattempo, giungo alla via predestinata.

Dopo aver terminato la visita, e aver appurato che il bambino non corre alcun rischio e la gravidanza procede bene. Decido di avviarmi in un bar, per prendere qualcosa di fresco, visto che stamattina il caffè mi dava la nausea.
Entro nel locale, ordino una granita al limone, accomodandomi sopra la sedia d'acciaio.
Poggio entrambe le mani sulle guance, con i gomiti posati sul tavolino rimango assorta nei miei pensieri.
"Cosa sarà successo a April, per quale motivo non risponde al cellulare? Cosa le ha riservato l'improvviso l'invito dei suoi genitori?

NEVER ENDING STORY (IN CORSO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora