Chapter 60 - A Bleeding Heart

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MIRIAM

Oggi, che doveva essere una giornata tranquilla e colma di felicità... si è trasformata in una mattinata cupa e oscura.
Io e mia sorella, mentre ci trovavamo all'interno dell'atelier, nello stesso istante in cui Heather, aveva deciso di provare l'abito; subitaneamente accadde qualcosa di terribile ed inspiegabile.
Quel giorno, il sorriso e la gioia che emanava Heather, si spensero, come una glaciale folata di vento, che soffiava su una candela ancora accesa... adesso quella luce è svanita per sempre, sovrastata dall'oscurità.

Emetto un urlo straziante, lasciandomi cadere sul freddo pavimento. Mentre i miei occhi, si colmano di lacrime.
La sua immagine, che fino a pochi istanti mi appariva raggiante, ora lentamente comincia a rabbuiarsi.
Mi precipito immediatamente verso di lei, cadendo in una profonda disperazione.
Cerco invano, di ammonirla, scuotendola con veemenza. Ad ogni movimento, mi è sembrato, che avesse aperto gli occhi e mi avesse sorriso. Ma invece, quella scena che si era creata nella mia mente, era soltanto un'illusione. L'amara è cruda realtà, è ben diversa purtroppo.

« HEATHER! TI PREGO, APRI GLI OCCHI! HEATHER! » continuo ad invocare fortemente il suo nome. Nutro ancora la speranza che lei, possa avere qualche minima possibilità di salvezza.
Alle mie orecchie giunge la frase, quasi incomprensibile:
«La ferita è stata mortale, non credo riuscirà a sopravvivere

Esamino il suo polso, per accertarmi che le vene pulsino ancora.
Con mio grande rammarico, invece, mi accorgo che il suo corpo è divenuto gelido e i battiti hanno cessato immediatamente.

« NO! HEATHER! NO! PERCHÉ NON MI HAI DATO ASCOLTO!» mi lascio andare ad un pianto liberatorio, mentre la tengo ancora per qualche istante fra le braccia.
In quel terrificante attimo, ricordi di me e la mia sorellina, della nostra infanzia, percorrono velocemente alla mia mente.
Ricordo, quando eravamo bambine e in allegria correvamo spensierate su un prato fiorito.

Le lacrime, scivolano copiose sulle mie guance e avverto la gola, farsi sempre più stretta come in una morsa.

Le due donne, da quando è accaduta la tragedia, sono rimaste silenti e sconvolte. E quel maledetto criminale; l'assassino di Heather, è già fuggito via. Al contrario del suo collega, invece che è rimasto scioccato e immobile, a fissare il suo corpo esanime, stramazzato al suolo.
« Mi dispiace, io avevo detto a Spencer di... » lo arresto d'acchito, lanciandogli uno sguardo odioso. Adirata latro:
« MI DISPIACE!? MI DISPIACE È DIRE POCO!? IL TUO BASTARDO DI AMICO, HA SPEZZATO LA GIOVANE VITA DELLA MIA ADORATA SORELLA! MI DISPIACE, NON È SUFFICIENTE! LA POLIZIA ARRIVERÀ TRA UN MOMENTO ALL'ALTRO E TU, VERRAI CONDOTTO IN CARCERE! E IL PROSSIMO SARÀ QUELL'ASSASSINO! » stringo energicamente i pugni, pervasa dalla rabbia.

Alice, lancia uno sguardo riprovevole contro la madre, asserendole:
« È tutta colpa tua! Tutto a causa di una cassaforte del cazzo, con dentro dei merdosi soldi! Quella ragazza, si è sacrificata per te, lo capisci o no?! » le urla.
L'anziana, volge lo sguardo verso il basso.
" Forse il rimorso, le sta rimordendo la coscienza."
« Mi dispiace tantissimo per quella ragazza! Così giovane! »
Alice, la blocca d'acchito, dichiarando:
« È MEGLIO CHE STAI ZITTA, MAMMA! »

Dopo qualche secondo, dall'esterno si ode il suono della sirena della polizia.
Il complice di quel bastardo, rimane in attesa che arrivino le forze dell'ordine, rintanato in un angolo del negozio. Non emette alcun fiato e tanto meno tenta di fuggire.
Gli agenti di polizia, irrompono immediatamente all'interno dell'atelier.
« Cosa è successo qui? » domanda uno degli agenti, gettando un occhiata sul corpo esanime, della povera Heather, che giace sul freddo pavimento. Riversa in una pozza di sangue.

« C'è stato un omicidio! » fa notare il collega all'agente.
« Povera ragazza, aveva più o meno venti, venticinque anni! Che tragedia immane! »
« Chiama il coroner e facciamo portare via il corpo! » afferma un altro degli agenti, con aria nefasta.
« Signorina, si faccia da parte, per favore! » mi dichiara l'uomo in divisa, poggiando entrambe le mani sopra le mie spalle.
« Ma io, non posso lasciarla qui! CHIAMATE L'AMBULANZA! VI SCONGIURO! » urlo divincolandomi, dalla presa dei due agenti. Con le lacrime agli occhi.

NEVER ENDING STORY (IN CORSO)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora