III. Fare pace con i sentimenti

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«Oh, ma non è possibile che schieriate sempre lei in porta, è troppo forte!» protesta Alessandro, indicando Vittoria che, bloccato il pallone con sicurezza, serve Alberto, il quale, complice anche un rimpallo, riesce a far salire la propria squadra fino alla trequarti avversaria, sempre che di trequarti si possa parlare trovandosi loro in spiaggia.

«Colpa vostra che giocate con il portiere volante.» la ragazza gli rifila uno scappellotto sulla nuca, guardandolo tornare sui suoi passi per supportare i compagni. La verità è che Vittoria non è mai stata la più scarsa del gruppo ed, essendole sempre piaciuto avere il pallone tra i piedi ma venendo da un paesino in cui era l'unica femmina a coltivare quella passione, è sempre stata schierata in porta nelle partitelle, maturando così un'abitudine alla porta più o meno involata molto maggiore rispetto a quella del suo gruppo di amici.

Intraprendendo poi la carriera di allenatrice, ha continuato a trastullarsi tra i pali in occasione delle sedute punitive – se così si possono definire – dovute al ritardo di attaccanti e centrocampisti, spesso obbligati, tra le altre, ad esercitarsi con i calci di punizione. In assenza di portieri altrettanto ritardatari, si sobbarca lei l'onore di difendere strenuamente la propria porta, mantenendosi allenata e, anzi, migliorando le proprie qualità.

«Dai, ma che palle!» si lamenta ancora, vedendo il pallone schizzare via sull'intervento fulmineo della ragazza. «Io non gioco più.» incrocia le braccia al petto, guadagnandosi gli insulti scherzosi dei suoi compagni, che non vogliono proprio ritrovarsi in inferiorità numerica per un capriccio bambinesco. «È pieno di miei sostituti più che accettabili... gioca lui.» indica un ragazzo che li guarda, poco più in là.

È arrivato in spiaggia in compagnia di una certa Sara, la quale non sta perdendo tempo ed ha già iniziato a sfotterlo, interrogandosi ed interrogandolo su una questione di vitale importanza: «Quanto tempo impiegherai ad unirti a loro?»
«Il dovere chiama.» il ragazzo ride, cogliendo al volo l'opportunità servitagli su un piatto d'argento da Alessandro, il quale non si fa troppi problemi a lasciargli il posto ed a raggiungere Blanca.

Tra di loro le cose vanno e non vanno, nel senso che lei sta ancora con il suo ragazzo storico ma, in sua assenza, pare che non sia così.
«Il fatto che tu ti sia autoinvitato nella squadra avversaria mi preoccupa. Devi dirmi qualcosa, Nicolò?» Vittoria saluta il giocatore dell'Entella con un sorriso, aspettando che lui si presenti agli altri.

«Che la tua società non pare apprezzarmi tanto quanto mi apprezzi tu.» Zaniolo scrolla le spalle.
«Ale, eri tu lo scarso!» esclama Sergio, additando con fare accusatorio l'amico quando Nicolò spedisce il pallone in porta, alle spalle di Vittoria.
«Non è gol, ha abbattuto il palo!» Vittoria gli mostra l'infradito riversa, esanime, sulla sabbia.

«Ma palese, ti pare che sia gol?» le dà manforte Alberto, risistemando il terreno di gioco.
«Di quanto siamo sotto?» Nicolò chiede a Sergio, che gli agita davanti al naso una mano con tutte le dita alzate. «5? Allora figuriamoci se non è gol, dai, siete troppo in vantaggio. 5-1 e ripartiamo.»
«Te lo sogni, 5-0 e ripartiamo.» Vittoria raccoglie il pallone dalla sabbia.

«Non devi prendertela se sono più forte di loro e, soprattutto, di te.» l'ala destra le dà una pacca sulla spalla che le fa soltanto alzare gli occhi al cielo con uno sbuffo. «Vediamo quanti altri te ne faccio.»
«Cos'è, una sfida? Vediamo quanti altri te ne paro.» Vittoria gli stringe la mano ed annuisce con fare battagliero. «Ah, stai attento: lui potrebbe essere un tuo tifoso, l'anno prossimo, non spezzargli il cuore.» accenna ad Alberto, che le rivolge un bel dito medio.

«Interista che si affida ad una juventina?»
«Strana la vita, eh?» il moro allarga le braccia, sconsolato. «Anni a San Siro e mi ripaga così.»
«Mantenendoti in vantaggio di 4 o 5 gol? Mica male.» anche l'attaccante ride, nonostante abbia capito alla perfezione che lui si riferiva all'essere bianconera dentro, da sempre e per sempre.

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