LII. Bandiera bianca

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A Torino, l'aria che si respira è insolitamente tinta di giallo. Il vantaggio acquisito dalla Juventus all'Estadio della Cerámica è minimo, i tifosi spagnoli accorsi nella capitale sabauda sono molteplici. Si sono portati bandiere e fumogeni, ricreando perfettamente l'atmosfera che aleggiava sul terreno di gioco situato al di là dei Pirenei. Mauro Icardi indossa la maglia termica, i pantaloncini, la 9. Posiziona i parastinchi sotto i calzettoni, metodico. Scarpini, lacci, guanti. Sono a Torino, è metà marzo.

A causa dell' alternanza tra lui e Dušan, è un po' che non calca l'erba di casa. Tornarlo a fare in occasione di un match di Champions è quanto di più bello possa esserci per lui, che salterà il prossimo turno di campionato contro la Salernitana, quando toccherà al serbo difendere i colori bianconeri. Vittoria lo guarda, è un automa. Si alza in piedi e si accoda ai compagni, prende per mano la bambina con cui attraverserà il tunnel e si fermerà davanti alle tribune di uno Stadium tutto esaurito.

Gli occhi determinati non vedono niente e nessuno, sono già sul pallone, sulla porta avversaria, sul passaggio del turno. Se tutto dovesse andare secondo i piani, giocherebbe il suo secondo quarto di finale della carriera nella massima competizione europea per club dopo quello disputato con il PSG. Se tutto dovesse andare secondo i piani. Il ritmo della partita è subito altissimo, il pressing è asfissiante da entrambe le parti e trovare spazi di manovra risulta ben più complicato del previsto.

L'aggressività del Villarreal potrebbe far pensare ad un calo fisiologico da parte della formazione ospite, calo fisiologico che, però, non arriva mai. Guidati dall'euforia dei propri tifosi, gli spagnoli attaccano a tutta, bombardando la porta di uno Szczęsny che è costretto a fare miracoli. L'estremo difensore polacco para un rigore a Gerard Moreno, toccando fortunosamente la palla, calciata a incrociare col sinistro. La devia con la punta delle dita.

Questa, sensibilmente rallentata dai guantoni del portiere di casa, sbatte contro il palo e, non si sa bene come, finisce una spanna più avanti, all'interno del campo. Si arena lì, l'attaccante avversario, convinto di aver calciato sufficientemente forte, non scatta tempestivamente, Szczęsny invece è prontissimo a lanciarsi sulla sfera, a bloccarla, ad indugiare con quella patata bollente tra le mani. Si alza toccandosi un polso, finge di aver percepito una fitta improvvisa per consentire alle squadre di allontanarsi il più possibile dalla propria porta.

Non serve a molto, a dire la verità, impiega 2 minuti il Villarreal a tornargli addosso, Pau Torres da solo nell'area piccola, la conclusione da pochi passi, 0-1 ospiti. Le telecamere volano sull'esultanza gialla, poi vanno a cercare Vittoria che, seduta in panchina non dà alcun segno di preoccupazione. Tende un angolo delle labbra, a dire la verità, un sorrisino quasi di scherno che sbigottisce chi, da casa, già pregusta l'ennesima eliminazione agli ottavi.

L'arbitro fischia il termine della prima frazione di gioco e manda tutti negli spogliatoi. Lei, con una calma serafica, rivoluziona la squadra e dice a chi subentra di trovare Icardi. L'argentino è stato un fantasma per 45 minuti ma, di fatto, qualsiasi punta centrale si sarebbe trovata in difficoltà in una situazione di gioco simile. Schiacciata nella propria metà campo, la Juventus non ha mai davvero condotto le danze, l'esigua percentuale riportata alla voce "possesso palla" consta perlopiù di interventi difensivi terminati in calcio d'angolo o fallo laterale alla velocità della luce.

Nella ripresa, la suonata non cambia particolarmente, se non che una fiammata di Douglas Costa innesca la corsa a perfidiato del 9 bianconero che, avendo pasticciato per tutto il primo tempo, ha praticamente conservato per intero l'energia che aveva a disposizione nel momento in cui ha calcato il terreno di gioco. Non è da lui scorrazzare per metà campo, non è da lui azzardare un dribbling, non è da lui mettere a sedere il portiere avversario e, quasi facendosi beffe del Villarreal, saltellare indisturbato verso la porta, un po' leprotto, un po' coniglio pasquale della Kinder.

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