VI. La prescelta

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«Ragazzi.» Vittoria batte le mani un paio di volte, richiamando l'attenzione della sua squadra. Nello spogliatoio c'è tensione, più che confusione: al Mocagatta di Alessandria stanno per scrivere una pagina di storia che passerà agli annali del calcio italiano. Quella del 22 agosto 2018 è già una data che sa di leggenda, è la prima gara ufficiale in assoluto di una seconda squadra, la Juventus U23.

Ad assistere all'evento che impreziosisce la storia di innovazione di Madama, 560 spettatori. A provare a confermarne la tradizione vincente, 11 titolari più le riserve. Sfideranno il Cuneo, giocandosi il passaggio di turno nella Coppa Italia di Serie C. Gli avversari sono una squadra interessante ma giovane e Vittoria è certa del fatto che possano anche batterla.

«Giochiamo insieme al completo da 3 giorni, non abbiamo mai disputato neanche un'amichevole e scendiamo in campo a fare la storia. Zero pressioni, direi.» scherza, stemperando un po' la tensione che sente anche lei. È normale, è giusto, è il motivo per cui lo fa. «Rimaniamo ordinati e compatti, senza lasciarci né lasciarli da soli.»

«Fraseggio veloce, baricentro alto. Il tempo c'è, piuttosto che fare cose avventate aspettiamo il momento giusto, facciamo valere la nostra voglia di ottenere il risultato. Sfruttiamo i loro errori evitando di commetterne, per concedere poco e, se possibile, ancor meno. Sono alla nostra portata, abbordabili. Oggi passiamo il turno, domani ci pensiamo.»

Non è facile affrontare il debutto, men che meno se a debuttare è una squadra appena nata. Mancano i giocatori, gli schemi, quello che può dirsi il manuale di istruzioni. Vittoria non ha ottenuto nessuno dei ragazzi che aveva chiesto alla dirigenza e le è capitata in mano una squadra che non sente sua. Si ritrova ad assecondarla, più che a guidarla.

La formazione decide da che parte andare, spesso senza una meta. Il fulcro del gioco viaggia per il campo seguendo strane linee, le aperture sono intuizioni confuse che portano avanti un pallone che all'improvviso torna indietro, come se avesse dimenticato dove volesse andare.

Vittoria guarda il suo ibrido dall'area tecnica e non lo capisce, le capita da quando ha ricevuto l'elenco – in continuo aggiornamento fino a 3 giorni prima – dei giocatori che ne avrebbero costituito la rosa. Lei da mesi e mesi prova a mettere mano a schemi e tattiche andando avanti un po' alla cieca e affidandosi alla regola del prova e incrocia le dita: se sbagli, almeno sai cosa non devi fare.

I suoi colpiscono una terna di pali con un'indisciplina che genera mal di mare persino nei fili d'erba dello stadio alessandrino, quindi aggiustano il tiro. È Luca Zanimacchia a spiazzare il portiere del Cuneo, portando in vantaggio la squadra di casa, ed a porre fine a quella serie di tentativi e di errori. L'1-0 stabilizza il catamarano bianconero e, sulla scia del vantaggio, gli dona un nuovo equilibrio: il gioco rimane da sistemare ma, almeno, ai tifosi passa il mal di mare.

Al 28º del primo tempo, Madama cambia atteggiamento e, di fatto, sulle ali dell'entusiasmo, nonostante il gap irrisorio in termini di risultato, chiude la partita. Nella ripresa sfiora il raddoppio con Kastanos, quindi Del Favero si supera, mantenendo la rete involata e proteggendo il passaggio del turno. Vittoria abbraccia ad uno ad uno i suoi, ringraziandoli per averle dato ascolto nonostante fossero più che impreparati alla sfida, quindi si lascia trascinare sotto la curva, godendosi le acclamazioni del pubblico.

L'allenatrice sta crescendo come la grande speranza della ciurma bianconera. È uno di quei personaggi che, senza che nessuno sappia bene il perché, si ritrova ad essere subito speciale. Tra lei e la tifoseria c'è un feeling inspiegabile di cui la società s'è accorta e che la dirigenza stessa intende sfruttare, anche perché Vittoria ha quel quid in più che ogni allenatore di un certo livello dovrebbe avere.

Di base, il punto forte della ragazza è quello di trovare una soluzione in anticipo grazie ad un colpo d'occhio fuori dal comune. La retroguardia avversaria è apparentemente invalicabile? Vittoria individua la crepa, la zona consunta, il punto debole, il difetto pressoché impercettibile che le dia la possibilità di fare breccia nel cuore dell'altrui difesa e portare i suoi in area di rigore.

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