XXXVI. Crisi Juve

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«Seriamente sbandierate la parola "crisi" riguardo la Juventus, senza nemmeno prendervi la briga di fare 2 o 3 semplici considerazioni?» domanda Vittoria, retorica, avvicinandosi al microfono. È la vigilia di Chelsea-Juventus, i bianconeri non sono in forma smagliante – arrivano dalla doppia sconfitta contro Sassuolo e Hellas Verona, la prima casalinga, la seconda in trasferta – e l'allenatrice ha trascorso ogni secondo libero degli ultimi 4 giorni a leggere qualunque articolo possibile e immaginabile su un tracollo apparentemente inarrestabile.

«La prima: prendiamo in esame le ultime 2 partite, in cui non abbiamo brillato né, come avete visto tutti, vinto. Tra Covid e acciacchi vari, sono stata costretta a schierare mediamente 5-6 giocatori dell'Under 23, cioè più del 30% del totale. Chi è sopravvissuto si è caricato sulle spalle l'intera squadra ma, per ovvi motivi, non è bastato.» inizia ad elencare, gesticolando il giusto. Supporta la sua tesi con fermezza e determinazione, difendendo a spada tratta i suoi ragazzi, che si sono trovati ad affrontare 2 squadre galvanizzate da un inizio di campionato tutt'altro che scialbo.

«La seconda: martedì, nonché domani, giochiamo in casa del Chelsea campione d'Europa in carica. Ho dovuto fare un po' di turnover per avere la certezza di poterne schierare 11 per la lista Champions e tutte le questioni burocratiche che questa porta con sé. Se avete visto il bollettino, i reduci sono 12 più Perin e Pinsoglio, non una situazione semplicissima.» si tocca l'indice, l'unghia laccata di un nero lucido, alcuni glitter bianchi ad illuminarlo, evidenziando che sono al secondo punto. «La terza: dato quanto di buono fatto prima d'ora, in campionato siamo ad una vittoria di distanza dalla vetta della classifica.»

«Davanti a noi abbiamo soltanto Milan e Napoli, tra l'altro ad un tiro di schioppo. Aggiungo la quarta considerazione e concludo: i bilanci si fanno a fine stagione, non adesso, e le squadre hanno bisogno di tempo. Dobbiamo arrivare a maggio, non a domani, quello è l'orizzonte temporale, adesso è un di cui. È chiaro che si deve vincere ma, se qualcuno pensa che io o chi per me possa fare miracoli, è fuori strada. Il tutto e subito non esiste, men che meno all'11ª di campionato. Novembre non è iniziato nemmeno da 24 ore e noi saremmo in crisi? Non esiste.» scuote leggermente la testa, inattaccabile.

«Conclusione: a molti fa comodo parlare di crisi, in primis ai giornalisti che non sanno cosa scrivere, in secundis a gente che ci aspetta al varco per la resa dei conti. Gli atleti facciano gli atleti, gli allenatori gli allenatori e via dicendo, ma nessuno pontifichi prima del tempo. Di crisi si muore, si muore anche di paura, ma fa un po' ridere, dai. La verità è che gran parte di chi vi legge o ascolta conosce il calcio e sa benissimo che, senza spina dorsale, certi ostacoli sono insormontabili. Finché non torna chi di dovere siamo letteralmente in trincea. Una volta sopravvissuti, ne parliamo.»

«Pensa di riuscire a recuperare qualcun altro prima di domani? Icardi come sta?»
«Mauro no di certo, al momento i giocatori su cui posso contare per i 90 minuti sono, al di là dei portieri, Alex Sandro, Østigård, de Ligt, Cuadrado, McKennie, Locatelli, de Ketelaere, Gavi, Kulusevski, Chiesa e Dybala, fine. Valuterò con lo staff medico le condizioni degli altri e proverò a capire chi sarà in grado di sostenere uno spezzone di partita ma più di questo non posso fare.» risponde lei, senza nemmeno il bisogno di fare mente locale: gli allenamenti dell'ultima settimana sono paragonabili alle giornate di scuola in cui nevicava, quando in classe, di 24, si era letteralmente in 5.

«Stai sorridendo.» Dybala la indica, il giorno dopo, salendo sul pullman che li condurrà a Stamford Bridge. «Tu non sorridi mai prima di una partita. Cosa c'è di sbagliato?» lascia teatralmente cadere la mano con cui l'additava, afflosciandosi poi sul sedile mentre, con un gesto veloce, si sfila gli auricolari.
«Ho letto cose in merito alla presunta goleada che subiremo di qui a poco. La pittoresca descrizione del naufragio più rumoroso dai tempi di Calciopoli è affascinate e al contempo struggente. Quasi mi spiace che tali illazioni non diverranno realtà.»

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