«Dov'è il mio principito preferito?» Vittoria raggiunge Gavi per dirgli che Mauro se n'è andato.
«Gary? Si sta allacciando le scarpe.» lo spagnolo accenna al cane, che sonnecchia beato con il musetto immerso nelle sue Nike personalizzate.
«Vedo che il tuo sarcasmo ti segue ovunque.»
«Vedo che la tua discrezione, invece, non lo fa.»
«Touché. Vieni a dargli da mangiare?» l'italiana gli dà un colpetto su un ginocchio.«Vamos, Gary.» il più piccolo si alza dal letto.
«Gary, andiamo, è ora della pappa.» l'allenatrice accarezza il cane, che trotterella con loro fino in cucina. «Comunque potresti invitare Leonor...»
«Vittoria, sei peggio di una suocera.»
«Stavo dicendo che, prima o poi, incroceremo una spagnola in Champions e tu potresti regalarle un biglietto per la partita. Un biglietto, niente secondi fini.» scrolla le spalle lei.«No, affatto, soltanto un biglietto ed un messaggio subliminale: resta a guardarmi finché non t'innamori.» Gavi scuote la testa con un sorriso.
«La facciamo vestire un po' leggera, le piazziamo di fianco mia sorella che si intrufolerà negli spogliatoi chiedendomi una felpa che casualmente proprio tu mi presterai ed il gioco è fatto.»
«Possiamo parlare d'altro? Magari ci eliminano domani, chi ti dà la certezza di...»«Me la dà il fatto che ho promesso ad uno di voi che solleveremo la Coppa dalle Grandi Orecchie.»
«Un difetto degli esseri umani? Quello di non saper mantenere le promesse.» borbotta l'andaluso.
«Il difetto delle mie promesse? Dipendono da voi.»
«A chi l'hai promesso?»
«Perché ti interessa?»
«Per capire. Sai com'è, il mercato di gennaio... se questa persona dovesse andarsene...»«Quindi ti importa della principessa.»
«Ripeto: a chi l'hai promesso?»
«Ripeto: hai appena ammesso, seppur in maniera involontaria, che ti importa della principessa.»
«Correggo: la maniera non era involontaria.»
«Non era involontaria? Non era involontaria?!»
«È quello che ho detto.»
«È Dušan Vlahović.»«Manco gioca con noi!»
«Appunto. Devo portarlo a Torino.»
«Devi. Ne va della mia ascesa al trono.»
«È una conversazione surreale.»
«Sei tu che spari fesserie.»
«Vivo la mia vita un quarto di gossip alla volta.»
«È vero che Eugenia, prima di mettersi tra Mauro e Wanda, s'è messa tra Rodrigo e Martina?»«È ancor più vero che gli argentini sono una manica di idioti: Camila è un'amica, non meritava che quel pirla del suo ex marito la mollasse per Violetta.»
«Ti sta simpatica.» Gavi scuote la testa, ridendo.
«Devo dare un senso alla mia data di nascita? Non la conosco, non posso giudicarla. Non ho nemmeno mai visto la serie che l'ha resa famosa, a dir la verità, è uscita troppo dopo la mia adolescenza. Vorrei conoscerla, parlarle. Ricredermi, se possibile.»«Meglio lei o meglio Oriana?» lo spagnolo ne studia la reazione, sapendo benissimo di averla messa in difficoltà con quella domanda. Vittoria gli riserva un'occhiata eloquente, che sbatte come la pallina di un flipper tra uno scettico "me lo stai chiedendo davvero?", un dubbioso "risponditi da solo, non saprei cosa dirti", un critico "peggio, non meglio" ed un sornione "meglio io, mi pare ovvio".
«Vado ad aprire.» finisce per dire l'italiana, salvata in corner dal trillo del campanello.«Vogliono mandarmi via.» è la prima cosa che afferma Dybala, catapultandosi tra le braccia dell'allenatrice, che non ha nemmeno il tempo di salutarlo, di salutare Oriana, di ringraziarla per la splendida orchidea, un esemplare che ancora mancava alla sua ricchissima collezione. Un Gary scodinzolante va a fare le feste all'argentina, che pare dimenticarsi immediatamente dei drammi del fidanzato per dedicarsi completamente al cane.
«Anche a costo di andare in scadenza.» la seconda punta scioglie l'abbraccio soltanto per passarsi una mano sugli occhi quasi lucidi. «Non rientro nei loro progetti, costo troppo e mi rompo sempre. Non merito quello che chiedo, non ho dimostrato di valere ciò per cui mi hanno prelevato dal Palermo.»
«Chi ti ha raccontato questo mare di frottole?»
«Non sono frottole, Vittoria, è la verità.»
«Ti sei lasciato suggestionare da...»
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𝟙𝟘 | 𝕁𝕦𝕧𝕖𝕟𝕥𝕦𝕤 𝔽ℂ
FanfictionNon arrivi a condurre una squadra all'apparenza senza speranza verso la gloria eterna per caso. Entrata dalla porta sul retro come un generico Signor Nessuno. Una delle tante, diventata presto l'idolo di tutti.