«Vittoria.» Mauro si ferma in mezzo al corridoio del pullman, bloccando la fila. Sono a La Spezia, il Picco ad una distanza ridicola. Hanno battuto i padroni di casa per 3-2 in una partita rivelatasi più complicata del previsto: sono andati in vantaggio con Dybala, trovato dalla sponda di testa dello stesso Icardi servito ottimamente da Hickey, hanno subito il gol di Gyasi, il cui tiro è diventato imprendibile quando de Ligt ha provato a metterci una pezza, spedendolo contro la traversa che l'ha a sua volta messo in rete.
Sono andati in svantaggio per un'ingenuità che ha dato il via ad un contropiede fulminante degli spezzini, portatisi davanti sul tabellino con un bel destro di Antiste, dopo di che una cavalcata di Chiesa ed il sigillo definitivo di Icardi hanno chiuso i giochi, parcheggiando sul 3-2 la Fidanzata d'Italia e mantenendola a punteggio pieno. «Eh?» l'allenatrice aggrotta la fronte, interrogativa.
«Ti stavo chiamando, prima.»«Cos'è, adesso mi parli?» l'italiana storce il naso, è tutta la settimana che il 9 fa il sostenuto, meditando vendetta tra sé e sé: complice anche la situazione con Wanda, deve ancora digerire il coinvolgimento nella sfida social di qualche giorno prima.
«Ho già fatto la figura dell'idiota a sufficienza.» la punta si mordicchia il labbro inferiore. Non sembra sentirsi particolarmente in colpa, pare piuttosto limitarsi ad una mera constatazione dei fatti. Vittoria lo guarda e ripone l'iPhone nella giacca.«Vai avanti.» annuisce poi lei, sospirando.
«Exacto, sigue adelante, tonto.» Dybala lo spintona, rischiando di farlo cadere giù dalle scale di metà corridoio. La fila non scorre e la colpa è soltanto dell'attaccante intorno cui ruota il loro gioco.
«Paulo, sei un coglione. Se tu rompi lui, io uccido te, uccido lui e poi uccido pure me stessa. Fino a febbraio mi serve intero, ¿claro? È imprescindibile. Imprescindible. Vete.» Vittoria gli intima di proseguire senza allungarla oltre.«Una guru della simpatia, cariño.»
«So che non lo pensi, Joya.» la più grande scuote la testa. «Dai, vatti a sedere, andate tutti. Tu, se vuoi, puoi restare.» indica Mauro.
«Ma come? Non dai mai a nessuno la possibilità di sedere accanto a te ed io sono indubbiamente il più simpatico dei due!» protesta la seconda punta, sedendosi appena dietro di loro.«Paulo.» lo ammonisce l'italiana ed il 9 li guarda. È la prima volta che vede il suo connazionale zittirsi per così poco, un'occhiata ed il suo nome. Sapeva che i due fossero amici, non pensava così tanto. Ora che ci pensa, in realtà, Vittoria intrattiene un rapporto speciale con una marea di persone, peccato che sia un rapporto a senso unico: sono gli altri a parlare, lei commenta, consiglia, guida. Non si sbottona mai per davvero, non lascia mai che siano gli altri ad ascoltare.
Lo sguardo che scambia con Paulo, però, è diverso. Parla, e la cosa sembra scalfire entrambi. Li scalfisce così tanto che i loro visi si aprono contemporaneamente nello stesso sorriso, quindi Vittoria scompiglia al 10 i capelli ancora umidi e si gira, interrompendo quel momento sospeso.
«Allora?» domanda a Mauro, alzandosi per infilare la giacca nella cappelliera. Lo fa spostandosi in mezzo al corridoio, seppur non ce ne sia bisogno.Quella scelta dà semplicemente modo all'argentino di prendere posto dal lato della strada, dell'asfalto, dei pensieri. Il sedile vicino al finestrino è valvola di sfogo e gabbia dorata, ti protegge dagli occhi del resto del pullman ma ti toglie la possibilità di guardare verso gli altri. Mauro sa che Vittoria lo fa apposta, quella decisione significa apertura e rifugio, significa tutte le cose che lei non ha mai raccontato a nessuno di sua conoscenza, escluso, forse, Paulo. Significa pace, supporto, ascolto, aiuto.
«Grazie.» è la prima parola che pronuncia, quando imboccano l'autostrada. Non si sente in dovere di dirla, né crede che Vittoria se l'aspettasse.
«Di cosa?» l'allenatrice finge disinteresse, continuando il suo cruciverba.
«Di tutto, a partire dalla convocazione e dalla fiducia che hai riposto in me schierandomi titolare, per arrivare a questo posto, a questo silenzio.» l'attaccante si lascia sfuggire un sorriso timido.
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𝟙𝟘 | 𝕁𝕦𝕧𝕖𝕟𝕥𝕦𝕤 𝔽ℂ
FanfictionNon arrivi a condurre una squadra all'apparenza senza speranza verso la gloria eterna per caso. Entrata dalla porta sul retro come un generico Signor Nessuno. Una delle tante, diventata presto l'idolo di tutti.