«Ciao ragazzi, io sono Vittoria e sono il vostro nuovo allenatore. Prima di iniziare, vorrei chiarire brevemente alcuni punti del mio modus operandi. Are foreigners understanding what I'm saying or do I have to translate every now and then?» la ragazza aspetta che i suoi giovani allievi si radunino a centrocampo, quindi li accoglie con un sorriso.
«If you could translate...» un giocatore alza la mano e lei annuisce, ripetendo il preambolo del discorso.
«Le mie regole sono poche: disciplina, ordine, rispetto.» elenca, spostando lo sguardo sui vari componenti del suo uditorio. «La prima per arrivare lontano, il secondo per arrivarci senza perdersi, il terzo per arrivarci come squadra.»«Chi arriva in ritardo termina la seduta di gruppo e rimane ad allenarsi con me almeno il doppio del tempo che ha perso facendo altro. Chi lascia in disordine gli spogliatoi non se ne va finché non ha rassettato tutto. Chi ha come obiettivo, uscendo da qui, quello di farsi bello perché gioca nella Juventus, domani può anche non presentarsi.»
«Per quanto riguarda gli allenamenti, non c'è l'obbligo di frequenza ma, se non frequentate perché vi compie gli anni il criceto, andate in gita con gli scout a rincorrere i piccioni, organizzate raid per cacciare le nutrie sugli argini del Po, avete la partita di briscola con il cugino interista e cose simili, vi schiero a pulire i bagni della tribuna vip.»
«Avete due bonus-ritardo annui, che possono essere usati solo nel caso in cui troviate traffico, veniate con i mezzi pubblici o subiate un contrattempo del tipo foratura della camera d'aria della bicicletta. Accompagnare la morosa a fare shopping, uscire con gli amici o perdersi in gloria perché si ha la testa tra le nuvole non sono motivazioni valide.»
«Penso di avervi detto tutto, senonché, dopo l'eliminazione ai quarti contro il Palermo dell'anno scorso, il mio obiettivo sarebbe quello di raggiungere almeno le semifinali. A quel punto, vedremo cosa succederà. Ci sono domande?» Vittoria guarda i ragazzi, che scuotono unanimemente la testa. «No?»
«Bene, allora possiamo iniziare. Buon campionato a tutti e che non vinca il Torino.» scherza, riferendosi al risultato della stagione precedente, quindi allunga una mano verso il centro del semicerchio ed i ragazzi fanno lo stesso, chiudendo la circonferenza prima di darsi la carica per incominciare al meglio quella nuova avventura.
La stagione inizia a Villar Perosa, in una sfida tra i ragazzini della primavera ed i pesi massimi della prima squadra, che arriva da 4 Scudetti consecutivi e da una Coppa Italia che non giungeva a Torino dal 1995. L'atmosfera è brillante ed il risultato importante, perché i bianconeri, sabato, a Shangai, contenderanno alla Lazio la Supercoppa Italiana e questo match è l'unico test in vista della finale.
Tra i neoacquisti ci sono Mandžukić e Dybala, due giocatori che a Vittoria piacciono da morire. Essendo però questa la sua prima esperienza in bianconero, ha evitato di scherzare con il Presidente e di chiedergli la Joya tutta per sé – a quale squadra non farebbe comodo un prospetto del genere? –, limitandosi a decidere la sua formazione ed a sedersi in panchina, obiettivo profilo basso, bassissimo.
Allegri schiera Buffon, Barzagli, Bonucci, Cáceres, Sturaro, Marchisio, Pogba, Lichsteiner, Evra, Coman e Mandžukić, con il difensore svizzero e quello francese che rinforzano il centrocampo, facendo la spola sulle fasce. Lei risponde con Del Favero, Vogliacco, Parodi, Romagna, Lirola, Cassata, Vitale, Muratore, Pozzebon, Favilli e Vadalà: uno squadrone senza precedenti.
«No, no, no, no...» piagnucola, tra sé e sé, all'ennesima palla persa a centrocampo su pressing di Pogba, sempre molto lucido nell'innescare il contropiede della squadra avversaria. Il numero 10 francese triangola con Coman, quindi serve Mandžukić, cui uno strepitoso Del Favero nega la gioia del gol, deviando sopra la traversa una conclusione insidiosissima.
STAI LEGGENDO
𝟙𝟘 | 𝕁𝕦𝕧𝕖𝕟𝕥𝕦𝕤 𝔽ℂ
FanfictionNon arrivi a condurre una squadra all'apparenza senza speranza verso la gloria eterna per caso. Entrata dalla porta sul retro come un generico Signor Nessuno. Una delle tante, diventata presto l'idolo di tutti.