L. Yellow Submarine

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Il mesetto che separa Ginevra e Richarlison dall'esame teorico per la patente B è un tale susseguirsi di avvenimenti che, se Vittoria dovesse farne un riassunto, scriverebbe qualcosa dalla lunghezza paragonabile a quella della Divina Commedia. Il 18 febbraio c'è il derby, il 22 l'andata degli ottavi di Champions, il 26 l'Empoli in trasferta, il 2 marzo la semifinale di andata di Coppa Italia, il 6 lo Spezia in casa, il 12 la Samp a Genova.

A decidere la sfida con il Torino sono Paulo Dybala e Dušan Vlahović. I due compagni di reparto si contendono assist e marcature, allo Stadium finisce 2-1. Il primo gol viene messo a segno dall'argentino che, imbeccato dal serbo, incrocia e fa 1-0, la seconda rete porta la firma del classe 2000, trovato libero dalla Joya nel bel mezzo dell'area di rigore. Il suo gol, l'ultimo della partita, è l'apoteosi del tap-in vincente: modifica il tabellino e sancisce il vantaggio definitivo ed inappellabile della Juventus.

Juventus
📍 Allianz Stadium, Torino, TO

Juventus There's a goal not far from here 🔥

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«Mister, ma lei, ogni tanto, pensa allo scudetto?» l'inviato a bordo campo la approccia così, è questa la domanda che, alla fine, tutti vorrebbero porle.
«Chiunque ci penserebbe, trovandosi dove mi trovo a questo punto della stagione, no?» l'allenatrice si lascia sfuggire un sorrisetto consapevole, poi risponde a qualche considerazione sulla partita appena disputata, una buona prova da parte della Juventus, seppur il gol del pareggio granata sia dovuto ad un'ingenuità difensiva bianconera.

«Un'ultima battuta prima di lasciarla andare: martedì ottavi di Champions League contro il Villarreal, cosa servirà a questa Juventus per espugnare l'Estadio de la Cerámica?»
«Dušan Vlahović.» risponde Vittoria, a botta sicura. Quello tra Villarreal e Juventus è il primo incontro in assoluto tra le due squadre in una competizione europea, nonché soltanto la seconda volta che gli spagnoli affrontano un'italiana nella fase ad eliminazione diretta di Champions.

Precedentemente, infatti, il Submarino Amarillo aveva incontrato l'Inter, correva l'anno 2006 ed i nerazzurri erano stati eliminati ai quarti di finale della competizione proprio dall'armata valenciana, con la Gazzetta dello Sport che titolava "Inter, che disastro", Repubblica che definiva la stagione nerazzurra "al capolinea" e, secondo Eurosport, si trattava di "figuraccia Inter". Vittoria aveva 14 anni e ricordava benissimo lo sgomento che aveva permeato San Siro al momento dell'eliminazione.

«Ragazzi, qua tutti.» l'italiana richiama i propri giocatori. «Gli amici dei Beatles non vorranno perdersi una delle poche occasioni che avranno, vedendo l'andazzo non bazzicano nelle zone alte del calcio europeo molto di frequente.» inizia a parlare, sono appena rientrati dal riscaldamento. «È da anni che la UEFA attende un loro ritorno in Champions, dicono che le loro coreografie siano qualcosa di spettacolare, come se fosse un obbligo essere spettacolari, la dittatura dello spettacolo.»

«La possibilità che una partita possa affascinare anche nel caso in cui lo stadio sia deserto e si sentano le voci dei protagonisti darsi indicazioni e consigli non viene mai presa in considerazione. Faccio una rapida metafora ciclistica: avrete sicuramente visto almeno un secondo di una di quelle lunghe transumanze a pedali nelle quali non succede niente, se non una fuga che se ne va e viene ripresa un po' più avanti, durante le quali si pensa ad altro, a quanto la pianura non sia la migliore espressione del pedalare, per esempio.»

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