XLVIII. Oggi non ride più nessuno

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«Sai cosa mi ricordano? I panzerotti che faceva mia zia Luisa, la sorella di mia nonna... tu venivi a mangiare i panzerotti dalla zia Luisa?» Vittoria rallenta avvicinandosi ad un semaforo, c'è traffico e sta per scattare il rosso. Si accoda alla vettura che la precede, tamburellando con le dita sul volante mentre si ferma e chiacchiera con Luca del pranzo di qualche giorno prima. È il 28 gennaio, Dušan, al suo fianco, compie gli anni e soprattutto sta per diventare ufficialmente l'acquisto più costoso della storia del mercato invernale di Serie A.

«Io sicuramente venivo dalla zia Luisa ma non mi ricordo se a mangiare i panzerotti o meno.» commenta l'altro, sbuffando per il traffico milanese. È in tram, ma la confusione rimane.
«Secondo me non ti invitavamo dalla zia Luisa. Cioè, le chiedevamo di farci i panzerotti perché erano buonissimi ma...» cerca di ricordare lei.
«Non quando c'ero io.» si lamenta il gossipparo.
«Non ti invitavamo e basta.» Vittoria ride.

«Ehi, ogni tanto venivo anch'io, c'erano i cavalli e le caprette!» Luca protesta, storcendo il naso.
«Sì, ma tu venivi poche volte.» l'allenatrice fa schioccare la lingua contro il palato, portando avanti il battibecco per tutta la durata del viaggio. Dušan guarda fuori dal finestrino, tranquillo, dà i primi segni di tensione quando svoltano in corso Ferrara. Vittoria gli accarezza una mano, portandolo a rilassarsi leggermente. «Tranquillo.» sussurra, una volta conclusa la chiamata con Luca.

«Ho solo paura di non essere all'altezza e di aver rinunciato alla lotta per il titolo di capocannoniere. È la prima volta che mi metto così alla prova, in un club così prestigioso, in un contesto che pullula di giocatori assoluti, in una realtà costantemente nell'occhio del ciclone...» Dušan le vomita addosso tutti i suoi timori, liberandosene a poco a poco.
«Di questo non devi preoccuparti, io sono qua apposta per proteggervi.» lo rassicura lei.

«Un'altra cosa che mi spaventa è la rapidità con la quale viaggiano le notizie, se riguardano la Juventus. Non appena mi ci hanno accostato, sono diventato un fenomeno: il mio valore è schizzato alle stelle ed i miei followers sono aumentati in modo schifosamente veloce, per non parlare dei miei haters. Ero sulla bocca di tutti prima ancora di vedere la bozza di un qualsiasi contratto, senza peraltro che quest'attenzione mediatica derivasse dalle mie prestazioni calcistiche.» spiega la punta.

«Eri già sulla bocca di tutti per un semplice motivo: sei sempre stato un ragazzino che faceva gol molto meglio degli altri, che pensavano e pensano – sbagliando – di essere più calciatori di te.» Vittoria scrolla le spalle. «Adesso molliamo la macchina giù di là, ti mostro la tua stanza dato che siamo un po' in anticipo – prevedere il traffico è sempre difficile –, ci facciamo belli davanti ai tifosi, aspettiamo che ci urlino di portar loro la Champions ed entriamo, ok?» gli indica il parcheggio del J Hotel.

«Vieni.» gli fa strada, aprendo con un badge la porta sul retro. «Non so ancora dirti la frequenza con la quale verremo in ritiro, tendo a decidere di partita in partita, talvolta prescindendo dai risultati. La considero più che altro una scelta legata al clima che si respira nello spogliatoio.» gli mostra la camera ed i vari spazi comuni, rispondendo di tanto in tanto alle domande che lui le pone. «Il fatto che sia tutto di proprietà, in quest'ottica, aiuta molto: è un vantaggio enorme non avere vincoli.»

In ascensore, Dušan si appoggia con la schiena alla parete metallica, la giacca nera, così come la camicia bianca, gli tirano leggermente sulle spalle, quando avvolge le dita intorno al corrimano. Vittoria distoglie lo sguardo da quegli occhi scuri soltanto per premere il pulsante che li porterà al piano terra, sorridendogli da sotto la mascherina FFP2 che hanno entrambi indossato in vista dell'incontro con i tifosi. «Finito qui, visite mediche, firma del contratto, spogliatoi e Stadium. Poi passa.»

«Spero prima che poi.» scherza il più piccolo, aprendosi in un sorriso raggiante quando lei, oggi come quell'estate, a Forte dei Marmi, lo prende per mano, conducendolo fuori dalla struttura. È un sorriso che non muore mai, specchio dei sogni e dell'attesa, delle aspettative e, adesso, anche della realtà. In giro per la Continassa incontrano varie persone, da Capitan Futuro Bonucci, cui Vittoria si ostina a non concedere la fascia, a Chiesa che, allungando una stampella, fa inciampare Dušan.

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