Sbucando sul terreno di gioco del Meazza, Vittoria viene investita da una tonnellata di ricordi. Le servirà un po' di tempo prima che lo Stadium raggiunga la stessa importanza nella sua vita, da un lato per il tempo trascorso nel primo piuttosto che nel secondo impianto sportivo, dall'altro perché, per quanto il suo cuore sia sempre stato bianconero, è principalmente merito di San Siro se oggi occupa la panchina di uno dei club più prestigiosi e vincenti d'Italia e d'Europa.In Serie A, l'Inter è la squadra che la Juventus ha battuto più volte (85), con 44 pareggi e 47 sconfitte a completare il bilancio. È, inoltre, dal 2010 che i nerazzurri non vincono 2 match casalinghi contro Madama. All'epoca in panchina c'era Mourinho, che è uscito dall'Allianz piuttosto nervoso, e per la sconfitta e per le affermazioni di Vittoria in merito all'allontanamento di Zaniolo. L'allenatrice, dal canto suo, aveva colto la palla al balzo, versando qualche goccia di benzina sull'accaduto, anche e soprattutto nell'ottica di innalzare un bel muro di cinta tra il gossip e Mauro Icardi.
Il bomber juventino, già messo alle strette per la valenza che auto-impone alla partita meneghina, ha vanamente cercato un confronto con Wanda Nara. È da prima che iniziasse la pausa nazionali che l'argentina si diverte a pubblicare storie con L-Gante e, dopo la patetica scenetta della nuova coppia a letto insieme, il capocannoniere della Serie A inizia anche a chiedersi che senso abbia continuarci a provare. Prende per mano la bambina con cui calcherà, per la prima volta da ospite – anche durante i derby ospitati dal Milan si è sempre sentito a casa, per quanto il tabellino non fosse dell'idea –, l'erba di San Siro.
«Mauro.» la piccola gli tira verso il basso la mano, distraendolo dai suoi pensieri, una miscellanea tra ciò che non funziona nella sua vita e le lunghe chiacchierate con Vittoria. Negli ultimi giorni hanno trascorso insieme probabilmente il 90% del tempo che avevano a disposizione.
«Dimmi.» il numero 9 si china sulle ginocchia, appuntandole una ciocca di capelli sfuggita alle trecce alla francese dietro l'orecchio sinistro.«Mi piacevi un sacco quando giocavi all'Inter, sai?» la bambina sorride, comunque contenta.
«E adesso non ti piaccio più?» il calciatore finge di imbronciarsi ma poi scoppia a ridere.
«Di nascosto: se dico a mio fratello o a mio papà che continui a piacermi, smetto io di piacere a loro.» scherza lei, facendo scuotere la testa al più grande, che le accarezza una guancia prima di alzarsi e riprenderla per mano, avviandosi, con i suoi compagni, ultimo della fila, verso l'uscita del tunnel.L'Inter non perde 2 gare consecutive in A dal marzo 2020. Curiosamente, in quell'occasione, il primo dei 2 KO fu proprio contro la Lazio, che ha battuto i nerazzurri per 3-1 all'Olimpico il turno precedente, ed il secondo potrebbe essere, oggi come allora, contro la Juventus. Mauro alza gli occhi al cielo, quella di Vittoria è una fissazione che sta diventando anche sua. In pullman, leggeva anche che, escludendo la Lazio, affrontata una sola volta, la Juventus è la squadra contro cui Simone Inzaghi ha perso più partite da allenatore in A (8) e contro cui vanta la peggior media punti (0.64).
Il suo obiettivo, stasera, è abbassarla ancora un po', rovinando la festa a ex tifosi e compagni. Con gli ultimi ha scambiato qualche parola nel momento in cui lo sono andati a salutare, cosa cui lui si è educatamente prestato ma che non ha iniziato né portato troppo avanti. Al suo fianco, Vittoria ha deciso di schierare Kulusevski, a centrocampo Cuadrado, Locatelli, Gavi e Bernardeschi, in difesa Danilo, Østigård, Chiellini e Pellegrini, in porta Szczęsny. Ad affrontarli, Handanovič, Škriniar, de Vrij, Bastoni, Darmian, Barella, Brozović, Çalhanoğlu, Perišić, Džeko e Lautaro.
Quando Mariani fischia l'inizio del match, l'Inter dichiara apertamente le sue intenzioni: condurre il gioco. La fase di studio passa veloce, poi è tutto pressing. Perišić, sulla sinistra, mette in mezzo un cross pericoloso, respinto in angolo dal colpo di testa di Østigård. Çalhanoğlu batte il corner a rientrare, Škriniar impatta di testa ma non trova la porta. La Juventus si fa vedere per la prima volta al 15º, quando un lancio lungo di Locatelli va a cercare Bernardeschi, il cui 1 contro 1 con Darmian non si concretizza per il violento contrasto tra i 2.
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𝟙𝟘 | 𝕁𝕦𝕧𝕖𝕟𝕥𝕦𝕤 𝔽ℂ
FanfictionNon arrivi a condurre una squadra all'apparenza senza speranza verso la gloria eterna per caso. Entrata dalla porta sul retro come un generico Signor Nessuno. Una delle tante, diventata presto l'idolo di tutti.