XIX. La tua nuova morosa

89 5 0
                                    


Vittoria apre il frigorifero e ne estrae alcune uova, poi prende il latte, la farina, un pizzico di zucchero a velo, una frusta. Si è lasciata alle spalle la zona living senza nemmeno guardare la splendida vista sulla quale questa si staglia e adesso sbatte con fare esperto il composto che ha nella ciotola in vetro, amalgamandolo finché non cola a nastro, filando liscio a ricamare il giallo crema sotto di sé.

«Ciao, luce dei miei occhi, preparo la colazione anche per la tua nuova morosa?» l'allenatrice rivolge un'occhiata sarcastica a Neymar, studiandone il volto sorpreso ed i capelli arruffati mentre le parole gli muoiono sulle labbra.
«Come...»
«"Cosa" sarebbe stato più appropriato. Come è su internet.» l'italiana prende un mestolo.

«Vittoria.» la riprende Neymar, allungando una mano per sfiorarle un avambraccio, il nome di lei a scivolargli sulle labbra come non aveva mai fatto. La ragazza evita il suo tocco disegnando un cerchio perfetto sulla padella per cuocere la prima crêpe. Vorrebbe ridere, cattiva, dovrebbe andarsene, adesso, eppure non fa nessuna delle due cose.
«Allora? Quali sono i gusti di Bruna? L'articolo non lo diceva, sai com'è.»

«Tu leggi di me e lei e questo è tutto quello che sai dire?» il calciatore incrocia le braccia al petto, allontanandosi dallo stipite della porta della cucina. Non era questo quello che voleva affermare, voleva soltanto farle sapere che non era successo niente, Bruna era una sua vecchia conoscenza che aveva per caso incontrato a Parigi a causa di un evento pubblicitario. La brasiliana, da poco lasciata dal fidanzato storico, era stata colta da un'improvvisa crisi di pianto sul finire dell'evento e lui non si era sentito di lasciarla sola.

Nulla di tutto ciò, però, lascia le sue corde vocali, quello che sente è solo fastidio, fastidio per la calma con cui Vittoria pare gestire il tutto. Sembra che le importi pochissimo, quasi come se fosse stata solo una mera questione di tempo.
«Cosa vuoi che ti dica, Neymar? Che mi sento tradita? Che avrei preferito non innamorarmi di te? Che vorrei che questo non fosse tuo figlio?» la ragazza toglie dal fuoco la prima crêpe, atona.

«Vittoria.» il calciatore ripete, scioccato, il nome di lei, l'ultima di quelle domande a rimbombargli nella testa, nel cuore, colpendolo a sangue. Sapeva che si sarebbe potuto fare male, che lei gli avrebbe potuto fare male, ma non pensava fino a quel punto. «Non fare finta che non ti importi.»
«E tu non mi toccare.» si scansa lei, togliendo la seconda crêpe dal fuoco che il giocatore spegne, allontanando il composto da loro.

«Non mettere in mezzo il bambino.» l'attaccante appoggia la ciotola dietro di sé. «Mai.»
«Disse quello che ha messo in mezzo una.» sibila Vittoria. «Io a volerti a Torino e tu qui con...»
«Non è come pensi. Stava male.»
«Non mi sembri una crocerossina ma capisco che il tuo amico lì sotto possa essere la panacea di tutti i suoi dolori.» gli indica il cavallo dei pantaloni.

«Sono serio, Vittoria. Non è successo niente. Perché non puoi fidarti di me?» il brasiliano la guarda e lei scrolla le spalle, tornando a cuocere le crêpes. Finisce di preparare la colazione quando Bruna li raggiunge in cucina, indossando ancora l'abito della sera precedente. Si è lavata il trucco sciolto dal viso, i capelli castani hanno perso quasi del tutto la piega mossa, gli occhi sono gonfi e arrossati.

«Bruna, piacere.» la sudamericana stringe la mano a Vittoria, che si presenta con un lieve sorriso, mettendo in tavola la colazione. «Grazie, davvero, non dovevi disturbarti, mi dispiace per...» si indica, accennando alle sue condizioni.
«Figurati, è sempre un piacere. Vi lascio, ho un aereo da prendere, una squadra da allenare e una partita da vincere.» l'altra recupera la sua borsa.

«Bru, dille che non è successo niente.» Neymar dà una gomitata alla castana, che annuisce.
«Non starò ad ascoltare...» inizia Vittoria, senza nemmeno preoccuparsi di parlare in portoghese.
«Non è successo niente, davvero. Ho anche dormito nella camera degli ospiti.» Bruna la ferma.
«Non è importante, oggi hai dormito di là, un domani? È il principio che è sbagliato.»

𝟙𝟘 | 𝕁𝕦𝕧𝕖𝕟𝕥𝕦𝕤 𝔽ℂDove le storie prendono vita. Scoprilo ora