«Mauro, vieni tu in conferenza stampa, alle 14 in sala relax.» Vittoria richiama l'attenzione dell'argentino senza dargli il tempo di replicare: si capisce dal tono con cui lo dice che la decisione è presa e non c'è margine di trattativa. È la vigilia di Barcellona-Juventus, la finale del Trofeo Gamper. La giocheranno allo stadio Johan Cruijff e, per la prima volta, si disputerà anche la finale femminile.«Perché io?» chiede l'attaccante, raggiungendola dove pattuito mezz'ora più tardi.
«Perché sai come funziona il mondo Barça, essendo cresciuto qua.»
«Raccontami un'altra frottola, magari ci credo.»
«Perché hai fatto bene nelle due amichevoli...»
«Senza offesa, ma erano contro Cesena e Monza.» la interrompe lui. «Puoi sforzarti, Vitto.»«Perché i media iniziano a sospettare che io non stia ingrassando ma che aspetti un bambino ed il tuo essere costantemente oggetto di gossip potrebbe sviare almeno in parte l'attenzione.» l'allenatrice lo guarda storcere il naso e scoppia a ridere, alzandosi sulle punte dei piedi per cingergli le spalle con un braccio. «Grazie, Maurito, sei un tesoro.»
«Ripetilo quando non avrai più bisogno di me.» borbotta il calciatore, spingendola via.«Chi avrei dovuto portare, Ronaldo? Per favore.»
«Rimane o se ne va? Io non ho ancora capito.»
«Perché chi lo capisce è bravo.» Vittoria entra in una sala stampa già gremita. È semplice calcio agostano, è vero, ma si tratta pur sempre di Barcellona-Juventus. «Buongiorno, buongiorno a tutti. Possiamo farla in spagnolo, se preferite.» rivolge un sorriso di cortesia alla platea.
«Idem per me, buongiorno a tutti.» dice Mauro.Vittoria perde qualche minuto a raccontare come sia arrivata ad allenare la Juventus, della gavetta sui prati delle giovanili, di Vinovo, della primavera, della Continassa, della Serie C e di quella Serie B che non ha mai davvero potuto sperimentare, tessendo la trama di una storia che lascia pochi spunti da cui trarre l'ispirazione per ulteriori domande: è un monologo rodato, affinato di recita in recita.
«Jordi Batalla, Mundo Deportivo.» un uomo con gli occhiali prende la parola, facendo annuire l'allenatrice, che ha individuato il giornalista nonostante la mascherina. «Ho due domande, la prima relativa alla gestione del mercato – ha incuriosito tutti la vostra scelta di operare sotto traccia – e la seconda relativa alla decisione di costruire l'attacco su Icardi nonostante in squadra abbiate gente come Ronaldo e Dybala.»
«Come giustamente ha detto, si tratta di scelte.» Vittoria torna ad avvicinarsi al microfono. «Ho deciso di gestire il mercato in questo modo per suscitare la curiosità dei tifosi, della stampa e degli stessi giocatori: lui» accenna a Mauro «ha firmato senza sapere chi altro ci sarebbe stato, chi già c'era sospettava che io fossi la nuova allenatrice ma non ne aveva la benché minima certezza.»
«Aver parzialmente cancellato le parole mi ha consentito di invogliarvi a leggerle ancor di più. Ho intenzionalmente reso le trattative oscure, in modo da spingervi a notarmi, a notarci. Lo chiami marketing, se vuole, la mia intenzione era solamente quella di non deludere i tifosi: i media dicono e scrivono tante cose e per chi non ci è davvero dentro è impossibile sapere quando crederci.»
«In questo modo, invece, le notizie sono trapelate quasi in contemporanea con gli annunci ufficiali e la tifoseria, impreparata, è andata in confusione: tutti si lamentavano di tutti e tutti elogiavano tutti, arrivando al punto di non sapere più nemmeno da che lato far pendere le critiche e da che lato riporre le speranze. Intanto, noi ci allenavamo ed iniziavamo a vincere le amichevoli. Il resto è storia.»
«Passando a Mauro, Mauro... tu non ascoltare, altrimenti ti monti la testa e domani giochi male.» la ragazza si rivolge all'attaccante, che ride.
«No, no, ascolta!» ribatte qualcuno, dalla platea, con le risatine che diventano una risata generale.
«Ho scelto lui perché ha un modo di occupare l'area di rigore che rende subito chiaro – basta un'occhiata – che esistono esseri umani che ci stanno meglio di altri, perché quella è la loro dimensione.»
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𝟙𝟘 | 𝕁𝕦𝕧𝕖𝕟𝕥𝕦𝕤 𝔽ℂ
FanfictionNon arrivi a condurre una squadra all'apparenza senza speranza verso la gloria eterna per caso. Entrata dalla porta sul retro come un generico Signor Nessuno. Una delle tante, diventata presto l'idolo di tutti.