XIV. Rimetterci le ginocchia

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«Allora? Com'è segnare al Barça?» Vittoria abbraccia Aaron, appena uscito dal campo per Danilo. Essendo pur sempre un'amichevole estiva sotto falso nome, l'allenatrice sta dando spazio un po' a tutti. All'intervallo ha sostituito anche un ottimo Perin. Tra i pali, adesso, c'è Pinsoglio.
«I'm literally buzzing.» lo scozzese prende una bottiglietta d'acqua e se la rovescia sulla testa.

«Ti vedo su di giri.» l'allenatrice ride, guardandolo allontanarsi i capelli dal viso.
«Bellissimo.» il terzino sinistro beve. «È un sogno.»
«Bravo, piccolino.» la ragazza gli dà il cinque, lasciandolo andare a sedere. Regala uno scampolo di partita anche alla vecchia guardia, sostituendo di fatto tutta la difesa: Alex Sandro per Pellegrini, Bonucci per de Ligt e Chiellini per Østigård, senza però che Dybala ceda la fascia al 3 bianconero.

Sta notando, con il passare dei giorni, che responsabilizzare la Joya fa il bene del giocatore e della squadra: dopo tanti anni, Paulo ha bisogno di nuovi stimoli e, per quanto caratterialmente non sia il profilo più adatto a ricoprire il ruolo di leader, Vittoria crede che abbia ampi margini di miglioramento. «Conosco quello sguardo inquieto, cosa ti preoccupa?» l'allenatrice torna a sedersi in panchina, rivolgendosi ad Icardi.

«Gli eventuali infortuni. Paulo e Douglas sono la vita, però il cristallo è fragile da morire.»
«Abbiamo un mezzo accordo con un'ala sinistra, per quanto Paratici abbia fatto disastri, mi sembra che ci abbia visto lungo. È un georgiano classe 2001, gioca nel Rubin Kazan'. Devo rompere le palle alla dirigenza perché reputa bidoni tre quarti di quelli che propongo, però costa poco e può dare tanto. Con l'uscita di Paratici hanno insabbiato la questione ma me lo sono andata a vedere dal vivo e ci sta.»

«E come si chiama questo presunto fenomeno?»
«Khvicha Kvaratskhelia. Farebbe carte false per venire qua, basta convincere chi ci paga lo stipendio. Alla fine abbiamo ancora qualcosina da parte, inoltre Cristiano pare vicino allo United. Spero solo che si sbrighi, la ciliegina sulla torta sarebbe privarsene prima che inizi il campionato in modo da strappare Vlahović alla Fiorentina pagandolo "poco".» lo aggiorna sulle strategie di mercato nascondendo il labiale con una mano.

«Se anche solo la metà di quest'orda di giovani crescesse in maniera decente, avreste tra le mani un tesoro dal valore inestimabile.»
«È questo lo step che vorrei far fare alla mia Juve: renderla un'alchimia di giovani e giocatori un po' più esperti per avere margine sia sul fronte trofei che sul fronte economico.» Vittoria annuisce. «Sono stanca di squadre costruite aggregando vecchietti singolarmente forti ma assemblati male.»
«Mi piace che tu creda davvero che il tuo mondo, quello che hai immaginato, possa realizzarsi.»

«Finché la realtà non me ne fa pagare il conto, mi godo quel che succede.» la ragazza dà un'occhiata ai minuti di recupero concessi dall'arbitro – cinque, le sostituzioni sono state tante e, dei ventidue originariamente in campo, ne sono rimasti soltanto quattro – e si dice che può stare abbastanza tranquilla: per quanto la riguarda, Håland è un prezzo sufficientemente alto da pagare.
«Penso di aggregarmi.» Mauro condivide appieno.

Il triplice fischio del direttore di gara sancisce la vittoria del primo trofeo stagionale per la Juventus, che batte il Barcellona con un inappuntabile 3-0 e si porta a casa un angolo di gloria. Zeru tituli l'anno prossimo. Forse. Gli obbiettivi delle telecamere indugiano sulle celebrazioni bianconere, con il solito Cuadrado che sequestra all'arbitro la bomboletta e dispensa riccioli di spray evanescente a destra e a manca, risparmiando Vittoria soltanto perché, con la scusa della gravidanza, si innervosisce con niente.

«So che vuoi insultare Cristiano Ronaldo: in sua assenza, saresti lì a festeggiare con loro.» Diana dà un colpetto su un braccio a Dušan, che sbuffa.
«Puoi anche non ricordarmelo, Baby V.»
«Quando smetterai di definirmi un mero esemplare di mia sorella in miniatura?» si lamenta lei.
«Penso mai, quella che veramente ricopre un ruolo nella mia vita è Vittoria, tu non sei nessuno.» il serbo le rivolge un sorrisetto beffardo, cui lei replica con una smorfia contrariata.

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