LIX. Finanza

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«Sai cos'è tanto bello di lei? Il fatto che, pur volendoti insegnare ciò che la vita le ha insegnato, non sembra mai importi le sue affermazioni.» Leonor sorride e si porta una gamba sotto l'altra coscia. È seduta sul divano di casa di Vittoria, un po' più a suo agio di quand'è arrivata, un giorno e mezzo prima: sta persino scordando qua e là alcune piccole consuetudini del protocollo principesco...

L'allenatrice aveva proposto a Gavi d'invitare allo stadio l'erede al trono spagnolo in caso di incrocio tra la Juventus ed una qualsivoglia squadra iberica in Champions, poi è arrivato il Real Madrid, poi Vittoria ha spedito una lettera alla principessa, offrendole una sorta di alternanza scuola-lavoro al seguito della combriccola bianconera e dandole, con un enorme dispiegamento di energie persuasive, l'opportunità di seguire da vicinissimo le semifinali.

«Il Mister, dici?» Gavi tende e poi molla l'elastico dei calzettoni che indossa, scivolati giù mentre cercava di tirare verso di sé un cuscino.
«Sì... la scelta di rinunciare alla copertina di Vanity Fair, ad esempio, per non mancarvi di rispetto abbandonandovi in ritiro, senza minimamente farmi pesare il fatto che io e la mia famiglia, alla fine, viviamo dell'esposizione mediatica che lei rifiuta...»

«È una di quelle persone con le quali non devi necessariamente avere a che fare di frequente per sapere che, nel caso in cui tu abbia bisogno, ci saranno per te.» il calciatore annuisce.
«E tu come vivi la pressione che hai addosso? Ho visto che avete un sacco di frasi motivazionali al centro sportivo, qualcuno le legge o non...» Leonor fa per chiedergli ma lui la interrompe.

«O non sappiamo leggere?» Gavi solleva un angolo delle labbra e le strappa un abbozzo di risata.
«Dai, non intendevo questo.» soffia la principessa.
«Lo so, tranquilla.» il numero 30 scuote la testa, allungando un braccio sullo schienale del divano. La sessione in palestra si è rivelata piuttosto impegnativa. «Per come la vedo io, diventa un problema se si tramuta in ansia da prestazione.»

«So che, in Spagna, tutti mi guardano e so di essere un po' sparito nelle due partite contro il Bayern. Sono stati giorni difficili sotto l'aspetto psicologico, l'ho gestita male perché ho iniziato a dubitare delle mie capacità. Devo azzerare e ripartire.»
«È più facile farlo o dirlo?»
«È più facile parlare con Vittoria.» sintetizza lui, salutando la più grande e Gary di ritorno dal giro dell'isolato, una loro tradizione serale.

«Con me? Gli allenatori moderni sono abituati a ragionare per numeri, elaborando schemi e tattiche sulla base di dati e statistiche a cui i giocatori obbediscono come soldati. Ogni tanto, però, a qualcuno va in tilt il cervello, mentre qualcun altro decide di spegnerlo: il calcio è molto semplice, non rendiamolo complicato. Basta passare la palla a quelli con la maglia uguale alla tua e mantenere la porta inviolata: se non subisci gol, mal che vada pareggi. Buonanotte.» l'italiana fa spallucce.

«Hai mai paura, quando scendi in campo?» l'erede al trono torna a concentrarsi sul centrocampista.
«Non particolare: ci sono sport ben più pericolosi del calcio. Sembra che subiamo molti infortuni, in realtà sono perlopiù cose di poco conto: nel motociclismo se cadi rischi di farti davvero male, nel calcio al massimo prendi una pallonata. Gli infortuni traumatici esistono, certo, però tendono a zero se li dividiamo per tutti coloro che giocano a pallone.»

«Poi è ovvio che non faccia piacere accusare un risentimento muscolare ma ci siamo abituati. Tu, invece? Come ci si sente ad essere l'erede al trono?»
«Mi impongo di pensarci il meno possibile.»
«I miei ex compagni del Barça non fanno altro che sfottermi: ho WhatsApp intasato di fotomontaggi in cui porto la corona e di audio in cui recitano un mio ipotetico discorso alla nazione.» Gavi torna a piegare il braccio che aveva steso, passandosi una mano tra i capelli mentre ridacchia.

«Almeno non sono l'unica...» Leonor si mordicchia il labbro inferiore, è estenuante aver fatto il giro del mondo per quell'indiscrezione uscita troppo in fretta: i suoi genitori non hanno nemmeno potuto provare a fermarla che già era riportata ovunque. «Non credi sia troppo?»
«Essere sui tabloid a neanche 17 anni per una cosa del genere?» Gavi la guarda, dubbioso.

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