XVI. Ha segnato Ševčenko

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«Buongiorno a tutti, benvenuti alla conferenza stampa di presentazione di Vittoria ed in vista della sfida di campionato di domani contro l'Udinese.» afferma l'addetto alle relazioni coi media, mentre l'allenatrice studia l'auditorio. «Come sempre, vi chiedo una domanda a testa e lascio la parola a Vittoria.» continua, cordialmente, salvo poi allontanarsi dal microfono per appoggiarsi, impettito, allo schienale della seggiola.

«Innanzitutto buongiorno a tutti, prima di iniziare vorrei ringraziare la dirigenza bianconera, i vari staff tecnici e medici, gli addetti, gli inservienti, i custodi ed i magazzinieri, i giocatori della Primavera e quelli dell'Under 23 che ho avuto il piacere di allenare in queste stagioni e che mi hanno permesso di arrivare fino a qui, tutta la città di Torino e tutti i tifosi, che mi hanno dato fiducia dal giorno zero nonostante non mi conoscessero.» la ragazza prende la parola, ripercorrendo mentalmente l'elenco che si è fatta.

«In questi anni ho sempre cercato di dare il massimo e di essere una professionista seria ed affidabile, un punto di riferimento per i ragazzi e, più in generale, per la squadra, focalizzandomi sugli obiettivi da raggiungere passo dopo passo, senza forzare i tempi ed evitando ogni genere di distrazioni.» presenta il suo modo di lavorare. «Per questo motivo, vorrei che la mia determinazione diventasse anche quella dei tifosi che ci verranno a sostenere allo stadio o che ci sosterranno da casa: insieme possiamo fare tutto, fino alla fine.»

«Buongiorno Mister, Claudio Zuliani, J TV. La prima volta che l'ho incontrata era l'estate del 2015, una vita fa. 6 anni nel calcio sono parecchio tempo e sono, soprattutto, un tempo sfasato, perché il calcio ragiona a 4, se si parla di mondiali, oppure ad 1, se si tratta di tutto il resto. Oggi ha 29 anni e la consapevolezza di aver vinto un trofeo, almeno un trofeo, sulla panchina della Juventus. Come va?»
«Buongiorno. Bene, dai.» l'allenatrice annuisce.

«Bene o bene, dai?» Claudio sorride.
«Bene, dai.» conferma lei, ridendo. «Sono in luna di miele con la Fidanzata d'Italia, non può che essere un "bene, dai". Devo ancora realizzare davvero, abbiamo disputato qualche amichevole, sì, però la strada da percorrere è lunga e la concentrazione deve rimanere alta. Domani torniamo dalle vacanze ed iniziamo la convivenza, vediamo come va, poi magari, verso maggio, togliamo il "dai".»

«Buongiorno Mister, cosa serve per arrivare sulla panchina di una squadra come la Juve?» le chiede un altro giornalista, dopo essersi presentato.
«Buongiorno. Credo la testa giusta, quella che ti fa vedere le cose con oggettività per più tempo possibile. Ho impiegato 6 anni ad arrivare sulla panchina della prima squadra perché la testa giusta ti viene quando ti viene ed io penso di avere acquisito una buona consapevolezza di ciò che sono e di ciò che voglio soltanto ora.»

«Buongiorno Mister, che ambizioni ha per la sfida di domani e, più in generale, per il campionato? Vede la sua Juventus in lotta per lo scudetto?»
«Buongiorno. Le ambizioni per la sfida di domani... sicuramente divertirmi e divertire i tifosi, poi vediamo.» risponde Vittoria, spolverando quel vediamo con un pizzico di malizia studiata, un luccichio brillante negli occhi, un sorrisetto consapevole sulle labbra.

«Vediamo con le stelline.» commenta la giornalista e l'allenatrice ride, senza sbottonarsi oltre.
«Per quanto riguarda lo scudetto, non le saprei rispondere. Le speculazioni odierne sono opinioni soggettive ed il campo è l'unico metro oggettivo in mezzo a tutte loro. Diamogli l'occasione di parlare, prima di esprimere giudizi e provare ad incasellare le varie squadre nell'una o nell'altra lotta. Penso semplicemente che sia presto per parlarne, sì.»

«Buongiorno Mister, come le piacerebbe vincere lo scudetto, se dovesse trovarsi nelle condizioni di?»
«Buongiorno. Vincere lo scudetto è sempre bello, penso che il come passi in secondo piano, una volta che si è lì, ad un passo dal traguardo. Vincerlo all'ultima di campionato contro i tuoi rivali di sempre è bello ma è bello anche vincerlo in hotel in calzettoni e ciabatte verso le 17:00, mentre i sudamericani fanno la siesta ed il tuo avversario si suicida. Alla fine, è vincere l'unica cosa che conta.»

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