XXXIII. Un demonio travestito da angelo

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«Mancava casa, eh?» Zaniolo rifila una gomitata a Vittoria, il cui sorriso smagliante non lascia spazio a fraintendimenti: tornare allo Stadium è sempre qualcosa di magico.
«Da morire.» annuisce la più grande, uscendo dal tunnel insieme a lui, che è stato il più veloce a cambiarsi e, adesso, deve aspettare i compagni per iniziare il riscaldamento. «Spero di non abituarmi mai, amo illudermi che sia sempre la prima volta.»

«Ed è uno stadio a caso, pensa se fosse il San Paolo, oppure San Siro. Magari l'Olimpico...» il giallorosso solleva un angolo delle labbra, guadagnandosi uno schiaffo sulla nuca da parte della ragazza.
«Quanto puoi essere scemo?» l'allenatrice gonfia le guance come una bambina, per poi sbuffare rumorosamente. «Tantissimo.» si risponde da sola.
«Tantissimo.» conferma lui, dandole un bacio su una guancia prima di scappare dai suoi compagni.

L'hanno paparazzata con Richarlison, in Brasile, e lei si è divertita un mondo a leggere, sdraiata sul letto insieme a Neymar, pelle contro pelle e respiro contro respiro, le fesserie inventate su di loro. I giornali scandalistici sudamericani sono stati i primi ad accorgersi della coppia più inventata e chiacchierata del momento, poi la notizia è arrivata in Europa e lì si è aperto il cielo. La parte migliore? La presenza di una figura incappucciata a pochi passi da Vittoria e Richarlison, un "passante" cui nessuno pare aver fatto caso, Neymar.

Mourinho opta per un 4-2-3-1 che vede in porta Rui Patrício, in difesa Karsdorp, Ibañez, Mancini e Viña, poi Cristante e Veretout a sostenere Zaniolo, Pellegrini e Mxit'aryan. A guidare l'attacco c'è Abraham, l'inglese pare in grande spolvero ma la Juventus è ben determinata a fargli mangiare la polvere. L'allenatrice bianconera, alla quale ormai pongono più domande su Richarlison che sulla squadra che guida, ha confermato in porta Szczęsny, protetto da Danilo, Bonucci, Chiellini e Hickey, a centrocampo ha scelto Cuadrado, de Paul, Locatelli e Bernardeschi, davanti Chiesa e Icardi.

«Un paio di note tecniche, prima di parlare di cose serie: solo contro l'Inter (85) ne abbiamo vinte di più in A – qui siamo ad 83 –, solo contro la Lazio abbiamo segnato più gol, 275 a 269. È dal 2016 che non ne vinciamo 2 di fila contro la Roma, se la vinciamo diventano la prima squadra contro cui raggiungiamo quota 10 successi allo Stadium, ad oggi li abbiamo battuti 9 volte su 10.» Vittoria indica la manciata di numeri che ha scritto alla lavagna tanto per non lasciarla vuota. «Prendiamocela comoda se il gol non arriva subito: in porta non hanno Tek, prima o poi entra.»

Si scambiano ancora una manciata di informazioni tattiche prima di gridare il consueto fino alla fine, mettono a punto qualche schema che, probabilmente, non useranno, scendono in campo e si accomodano in panchina. Orsato quasi non fa in tempo a fischiare l'inizio del match che Danilo cambia gioco in profondità per Bernardeschi, il cui sinistro insidioso impegna subito Rui Patrício. Al 4º minuto si fa pericolosa la Roma, Zaniolo ha addosso l'argento vivo e metterebbe in difficoltà anche la retroguardia più brillante, di certo non la situazione in cui si trova la Juventus, con i vecchietti Chiellini e Bonucci sul terreno di gioco.

I guizzi del giallorosso ordiscono un fraseggio veloce interrotto solo da un fallo al limite dell'area. Pellegrini pennella una punizione al bacio per la capocciata di Mancini ma Szczęsny è attento al secondo palo e respinge coi pugni. 5 minuti dopo è di nuovo Zaniolo a seminare il panico sulla trequarti offensiva, servendo l'ennesimo pallone caldissimo a Pellegrini che, dopo uno stop pulito, spedisce sulla difesa bianconera il tiro a giro con cui prova a concludere. Nicolò capisce, allora, che conviene mettersi in proprio: salta Bernardeschi e Chiellini, la scambia con Veretout e, da solo davanti a Szczęsny, insacca un gol da manuale.

La rete sarebbe magnifica, se non si alzasse la bandierina per fuorigioco di Veretout. Il numero 22 non esulta neanche, scuote la testa e torna ad occupare la sua zona di campo. Al 10º minuto Danilo prova il cross sul secondo palo, trova la testa di Hickey che la mette in area. La difesa capitolina si salva col brivido, mentre un colpo allo stomaco mette fuori uso Bonucci, sostituito da de Ligt mentre gli allenatori riorganizzano le squadre in campo. Passano 5 minuti prima che la Juventus, per mano di Cuadrado, si renda nuovamente protagonista di un cambio di gioco superbo.

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