Duskwood: On The Trails Of Nymos

Cogito ergo sum (et amo)

Auto noleggiata, pneumatici caricati, utilizzo la posizione che mi ha inviato Jessy per impostare il navigatore. Speriamo che non mi faccia scherzi come ha fatto con i ragazzi, che li ha portati da tutt'altra parte.

Tempo stimato 43 minuti. Apro la chat di gruppo per avvisarli.

"Sto partendo in questo momento, l'arrivo è previsto per le 16:25."

"Non vediamo l'ora di conoscerti! Per l'occasione sto preparando la mia crostata di frutta, ricetta segretissima!"

Quanto è carina Cleo.

"Yum! Il mio dolce preferito! Grazie Cleo!"

Chiudo la chat e metto in moto. In pochi minuti mi ritrovo immersa nel bosco di Duskwood. È davvero un bellissimo paesaggio. Certo, di notte sarà un po' inquietante, o forse sono solo influenzata da questa brutta storia dell'uomo senza volto. Ma adesso non esiste più. Nessuno di noi è più in pericolo.

Be', tranne Jake.

Guidare mi aiuta sempre a riflettere, soprattutto quando sono sola in auto e la strada è lunga e libera. Mi sembra di essere in una dimensione parallela, in compagnia di me stessa.

Ripenso agli ultimi giorni. All'uomo senza volto che voleva me in cambio di Hannah. Chissà perché, poi? Voleva mostrarmi il suo finale spettacolare? Perché questa ossessione di volersi mostrare a me?

Poi penso a come Jake si è opposto in tutti i modi affinché non accettassi lo scambio.
Non riesco a togliermi dalla mente le parole che ha scritto.

"Io...
Io non posso perderti.
Sei l'unica
Che conta."

In quel momento mi sono sciolta completamente e ho iniziato a piangere.
Appena ci siamo conosciuti, via chat, era molto freddo e distaccato. A volte lo prendevo in giro per farlo sciogliere un po'. Non credevo che ci sarei riuscita. Pian piano l'ho visto aprirsi con me e ho notato che questa cosa addirittura lo terrorizzava. Stava per dare di matto quando mi disse il colore dei suoi capelli.

Quanto doveva essere spaventato e deluso dall'umanità per avere un timore del genere?

All'inizio diffidavo di lui, volevo che mi dimostrasse che potevo fidarmi. Col tempo mi sono resa conto che era lui che desiderava potersi fidare di me, ma aveva paura.

Lungo la strada che sto percorrendo vedo una casa abbandonata...ha un aspetto familiare... Dove l'ho vista?
Certo! La casa del coraggio! Quella della prova che Richy fece a 11 anni e ne ricavò uno spavento che lo fece ammalare. Chissà se c'era anche Hannah tra gli amici che gli fecero quello scherzo.

Oddio.

Quando Richy è andato lì, e mi ha fatto vedere tutto tramite videochiamata, poi è tornato al garage e mi ha mostrato il segno del corvo, fingendo stupore...aveva organizzato tutto per crearsi un alibi! Si era servito di me per fingersi marchiato da uno psicopatico. Ma lo psicopatico era lui! Sento una fitta al cuore, come se fosse ferito fisicamente. E lo è. Fa male.

Ho deciso di cercarlo. E non mi fermerò finché non lo troverò. Ma quando lo avrò davanti cosa proverò? Riuscirò a ricordare l'affetto che ho provato per lui, e che ancora provo, nonostante tutto, o il rancore prenderà il sopravvento? Con il tempo riuscirò a perdonarlo per il male che mi ha fatto e che ha fatto ai nostri amici? A Jessy, soprattutto?

Che poi ero davvero convinta che Richy sotto sotto fosse innamorato di Jessy. Solo a lei, oltre che a me, si è mostrato come l'uomo senza volto. Ma allora perché spaventarla a quel modo? Perché aggredirla di sera per strada? Chissà se in psicologia esiste un termine per spiegare perché una persona tende a fare del male, molto male, a chi ama di più. Dovrebbe esistere. Perché ho bisogno di credere che ci sia un motivo per il comportamento di Richy.