Arrivano i rinforzi

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Siamo tutti e tre a tavola davanti ai nostri piatti fumanti, io di fronte agli altri due.

"Joan, è spettacolare! Davvero squisito!"
Richy apprezza il pranzo che ho preparato, è davvero carino, nonostante quello che è successo ha mantenuto il suo entusiasmo per qualunque cosa.

Io però non lo sto ascoltando.
Non sto neanche mangiando.

Sono qui, seduta a questa tavola insieme a lui e a Jake, con lo sguardo fisso verso Richy, quasi imbambolata. In realtà non sto nemmeno osservando lui, ma sto proprio pensando ad altro, tanto da non sentire neanche quello che mi sta dicendo.

"Joan?"

D'improvviso mi desto e vedo che mi stanno fissando entrambi, un po' spaventati, soprattutto Jake, il quale mi tiene anche per mano.

"Cosa?"

Guardo entrambi e divento rossa come un peperone, per la figura da imbecille che ho appena fatto.

"Joan tutto ok?" Jake si preoccupa e mi accarezza. Il suo tocco incendia la mia di mano che percepisce il suo calore come se fosse un fuoco.

"Uhm... sì, scusate ragazzi, ero sovrappensiero."

"Ce ne siamo accorti..." Puntualizza Richy.

Inizio a mangiare la mia pasta e, devo dire che, anche se si è un po' raffreddata, è venuta davvero bene.

Li guardo entrambi alternativamente e decido di spiegarmi meglio.

"Allora, scusate se mi sono distratta, stavo pensando a cosa dobbiamo fare adesso."

"Che intendi?" Incalza Richy, prendendo un'altra forchettata dal suo piatto.

Lascio la mano di Jake e guardo Richy negli occhi, questo discorso è diretto soprattutto a lui.

"Richy, devi prendere una decisione. Cosa vuoi fare?"

Richy diventa molto serio. Sì schiarisce la voce mettendo il pugno davanti alla bocca e mi guarda.
"Joan, è semplice: in un primo momento ho pensato che solo la mia morte avrebbe potuto rimettere le cose a posto... più o meno. Ma Jake me lo ha impedito. In questa settimana ci siamo confrontati più volte e, alla fine, ho deciso di costituirmi e sperare di poter avere, un giorno, il perdono di tutte le persone che ho fatto soffrire. Questo è il mio unico obiettivo, al momento."

"Bene. Richy, però, prima devi fare una cosa, anzi due."

"Cioè?"

"Devi parlare con tuo padre. E poi con Jessy."

Richy mi guarda con gli occhi lucidi. Sembra voler dire qualcosa ma non gli escono le parole, per le troppe emozioni.
D'un tratto inizia a singhiozzare.

"Lo so! Non so come farò, ma so che devo farlo, dannazione! Ci credi se ti dico che mi preoccupa più questo che la prospettiva di finire in carcere?"

Sento anche i miei occhi pieni di lacrime, guardo Jake e vedo che mi sta fissando con uno sguardo triste.

"Richy, facciamo venire Paul e Jessy nella bolla."

"Cosa?" Non ha compreso cosa intendo.

"Li facciamo venire qui. Be', Jessy ci verrebbe comunque stasera e non sa ancora nulla del vostro arrivo. Prima stavo appunto pensando a come fare, per questo ero assorta. Non posso chiamare Jessy e dirle che voi siete qui perché non possiamo sapere se qualcuno ci sta spiando ancora. Tra l'altro - mi giro verso Jake - se non decidi cosa fare con l'FBI sei ufficialmente ancora un ricercato."

"Tu e Jessy non avete un linguaggio in codice?" Domanda Jake. Lo guardo stralunata.

"Eh? Perché dovremmo?"

Duskwood: On The Trails Of NymosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora