Buone notizie all'orizzonte

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Jake, David e io rimaniamo fuori dalla centrale di polizia ad attendere che Alan finisca con Richy.
Io sono molto agitata e Jake se ne accorge, mi tiene una mano e non la molla.

"Allora, Spencer, finalmente ci incontriamo. Non hai idea di quanto ci hai fatto scervellare in questi anni per trovarti."

Jake fa un sorrisetto e mi guarda.

"Stia sicuro che se non avessi conosciuto lei - mi indica con un movimento della testa - non ci sareste mai riusciti."

"Ti prego, diamoci del tu. Lavoreremo insieme."

"Ok, David."

"Prima di iniziare a spiegarti tutto ho bisogno di farti una domanda, che ci poniamo da una vita ormai... Come stracavolo hai fatto ad hackerare i server dell'FBI???? Abbiamo un analista bravo e non riesce ancora a farsene una ragione."

"Rainbow bravo? Avete standard abbastanza bassi nel reclutamento da voi."

"Lo conosci?"

"Certo. Già uno che si fa chiamare Rainbow è tutto un programma. Si inseriva nel dark web con questo nome pensando che nessuno avrebbe capito che era un federale. E, per carità, la maggior parte non ha capito chi è. Ma, tralasciando me perché non sono uno che si autocelebra, ci sono hacker di livello avanzato che, con tutto il rispetto, Rainbow se lo mettono in tasca."

"Caspita. Ho fatto bene ad insistere per averti dalla nostra parte allora."

David è leggermente in ritardo. Se ti trovi davanti qualcuno che in due parole demolisce l'organizzazione per cui lavori in maniera oggettiva non è che puoi fare molto.

"David, hai pensato che non sia una coincidenza che ci fosse un analista, come dire, "meno esperto"? Quel caso è stato manipolato, è stato appositamente messo in un dimenticatoio."
Jake incalza. Credo che conosca bene quel caso, quello su cui ho lavorato anche io, quello della Battle & Baylor, e vorrei davvero sapere perché.

"Sì, ci ho pensato. Ed infatti non ho potuto far nulla finché c'era Doyle a dirigere la nostra sezione. Non so quanto sia immischiato in questa faccenda ma di certo ha avvallato l'affossamento delle indagini. Ora il nuovo capo è di una stoffa totalmente diversa. È stato lui a convocarmi e a chiedermi di riprendere il caso in mano. Credo che sappia più di quello che dice, soprattutto riguardo a Doyle, ma non mi sono azzardato a chiedere."

Li ascolto e cerco di assimilare ciò che dicono. Parlano del MIO caso, quello che, a distanza di anni, ancora mi toglie il sonno pensando alle persone che ho deluso.

Jake mi guarda e si accorge che qualcosa non va.

"Joan che succede?"
Si avvicina a me e mi accarezza una guancia. Immediatamente sento il viso prendere fuoco.

"N-niente... Cioè... In realtà..."

"Ehi, stai calma."

Eh. Tu mica hai capito che è la tua vicinanza a farmi balbettare.

"Joan ma non gli hai ancora detto nulla?"
David si siede su un muretto e si accende una sigaretta.

"No, David. Ma tanto sa già tutto. Anzi, è lui che deve dire qualcosa a me, a quanto pare."

"Ma non sa che macigno emotivo ti porti dietro." Fa un tiro e butta fuori il fumo che genera una nuvoletta svolazzante.

"Vabbè, quello non aiuta le indagini."

"Di che sta parlando?"
Jake mi guarda preoccupato.

"Nulla, Jake. Inutile che ti dica che anni fa stavo lavorando a questo caso, lo sai, non so perché non mi hai mai detto nulla, ma lo sai. Mi hanno fermato. Dalla sera alla mattina mi hanno bloccato ed impedito di continuare con il mio lavoro. Ero diventata una specie di punto di riferimento per le famiglie delle vittime che contavano su di me, visto che le autorità non arrivavano a nessuna conclusione e li ho abbandonati, delusi, lasciati nel loro dolore e nella loro ingiustizia. Non passa giorno che io non pensi a loro. Ognuno di loro. Anche quelli che mi hanno mandato a quel paese e mi hanno insultato. Avevano ragione."

Duskwood: On The Trails Of NymosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora