Un giorno di ordinaria follia

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Il bosco di notte mi fa paura se sono da sola, ma di giorno, quando la temperatura è mite e il sole riscalda il necessario da sentire quel tepore fin dentro le ossa e il cuore, lo adoro.

Sono distesa sul manto d'erba, è l'alba e i raggi del sole mi illuminano e mi fanno percepire una temperatura davvero confortevole, più di quanto immaginassi, per essere all'aria aperta e in un momento della giornata ad alta umidità.

Ma non sono sola, c'è qualcun altro con me. Sento qualcuno sfiorami
un piede, poi una mano e infine una guancia. Non riesco ad aprire gli occhi per capire di chi si tratta.

Ma...quando sono uscita di casa? Ieri sera sono rientrata e mi sono messa a letto. Come ho fatto ad uscire per ritrovarmi in mezzo all'erba e, soprattutto, perché l'ho fatto?

Spalanco gli occhi all'improvviso. Sono nella mia stanza, nel mio letto. In casa. Niente erba, niente sole, il calore che sento è quello delle coperte.

E ho Nymos sul cuscino. I tocchi sulla mano, sul piede e sul viso erano i suoi. Il suo modo di dire che ha fame.

E quello era solo un sogno.

Che strana sensazione. Mi metto seduta sul letto ed inizio ad accarezzarla.

"Buongiorno Nymos."

Mi alzo ed immediatamente la gattina fa un balzo giù dal letto e mi segue fino alla cucina. Osserva ogni mio movimento, come se stesse supervisionando tutte le operazioni di riempimento ciotola. Appena poggio la scodella a terra piena di crocchette si precipita a fare la sua colazione.

Inizio a preparare il caffè, a momenti Jessy arriverà in versione zombie.
Detto fatto, mentre il caffè sale nella moka, ecco arrivare la mia coinquilina con due occhiaie terribili.

"Jessy! Dormito male? Non mi pare che ieri tu abbia bevuto."

"Buongiorno Joan, ho dormito malissimo, ma non so per quale motivo. Mi sono svegliata molte volte e ho avuto gli incubi. Devo dire a Phil di mettere meno chili nella sua insalata di riso, mi fa un pessimo effetto."

"Sbornia da peperoncino, forte! È la prima volta che la sento!" Scoppio a ridere.
Jessy afferra un cuscino dal divano e me lo lancia, andando a colpire, invece, la sedia accanto al tavolo. Il cuscino cade accanto a Nymos che non si fa scomporre neanche per un secondo e continua a gustare il suo piatto.

"Hai già fatto il caffè?"

"Eccolo! Proprio in questo istante! Bollente e amaro, per la sbornia da alcool è un toccasana, verifichiamo cosa fa al chili."

Ne verso una tazzina a Jessy, che lo beve in due sorsi, nonostante abbia una temperatura lavica. A volte credo che abbia il palato fatto di piombo.

"Joan, ma cos'hai addosso?"
Impiego qualche secondo per capire la domanda che mi ha posto.
Mi guardo e improvvisamente ricordo... La felpa!
Divento paonazza.

"Ehm... È...di Jake".

Jessy scoppia a ridere fragorosamente.

"No, dai, scusa se rido, in realtà è una cosa molto dolce quella che hai fatto."

Passa dall'espressione divertita agli occhi a cuoricino.

"Vabbè, comunque vado a toglierla, non voglio macchiarla. Anche perché poi dovrei lavarla e non potrei sentire più il suo profumo..."

"Oddio Joan tu hai completamente perso la testa per lui!"

La guardo come se fossi stata colta con le mani nel sacco. Non oso immaginare di quanti colori si sta tingendo il mio viso.

Duskwood: On The Trails Of NymosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora