Chi cerca trova

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Usciamo da quella zona e prendiamo una delle gallerie laterali. Mentre camminiamo Alan riprende la conversazione.

"Quando sono venuto qui la prima volta, su tua richiesta, eravamo al telefono e ti ho raccontato tutta la mia vita. Adesso è il tuo turno." Parla un po' affaticato, è molto alto e per camminare qui dentro deve stare leggermente accovacciato e il pavimento è scivoloso per tutta l'acqua che hanno usato per spegnere l'incendio.

"Cosa vuoi sapere?" Mi torna alla mente la conversazione con Jake, quella in cui mi disse il suo nome e poi mi chiese se stavo con qualcuno. Mi viene da sorridere a ripensare a quel momento.

Jake, quanto mi manchi, non so quanto resisterò senza di te prima di crollare.

"Cosa fai per vivere?" Curiosità legittima. Una che di punto in bianco, di notte, parte per andare molto lontano senza darsi una scadenza per il ritorno, campa di rendita?

"Sono una giornalista scientifica. Per lo più lavoro da casa, tranne quando devo tenere qualche lezione o seminario o devo partecipare a qualche convegno."

Poggio male un piede e, a causa della forte umidità, scivolo. Alan, che è dietro di me, mi prende al volo, afferrandomi per le braccia, mi tira su e mi stringe, cingendomi i fianchi. Per qualche secondo rimaniamo così, immobili, sento il suo respiro sul mio collo e le sue braccia che mi stringono. Ha anche un buon profumo.

Ma no.
No.
Non so che cosa abbia in mente lui, ma so cosa ho in mente io. Non devo distrarmi.

"Alan..." pronuncio il suo nome sottovoce.
Immediatamente mi lascia andare, è rosso in viso, e ha lo sguardo rivolto a terra.

"...scusami, questo pavimento è davvero scivoloso." La mia voce è un po' imbarazzata, fatico a guardarlo negli occhi anche io.

"Uhm... scusami tu...mi è preso uno spavento quando ho visto che stavi cadendo...ti sei fatta male?" Anche lui ha la voce un po' tremolante. Sarà per il suo ruolo, sarà per carattere, ma sembra una persona molto premurosa...e timida.

"No, tranquillo, è tutto ok".

Rivolge lo sguardo alternativamente al pavimento e alle pareti, ma non guarda me direttamente. Non so cosa si aspettasse o perché mi abbia afferrato in quel modo.

"Uhm ..quindi...dicevi, giornalista scientifica. Qual è il tuo ramo specifico?". Riprendiamo a camminare. Fa finta di niente, mah, magari davvero non è niente e mi sto facendo dei problemi inutilmente.

"Mi occupo prevalentemente di ambiente e salute, soprattutto di come sono interconnesse le due cose." Continuo come se niente fosse successo, sperando di non ritrovarmi più in situazioni così ambigue. Sapevo che dovevo venire da sola, mannaggia a me che gli ho detto di sì.

"E...sei fidanzata o sposata o?"

Bella domanda. In realtà nessuna delle due, ma vorrei almeno avere Jake vicino...oh quanto lo vorrei!

"Be'...in effetti c'è qualcuno, anche se non siamo ancora riusciti a definire uno status specifico... è un po' complicato, diciamo che al momento siamo fisicamente lontani. Stiamo cercando di riavvicinarci."

E smuoverò mari e monti per poterci riuscire.

"Capisco...deve essere una persona molto fortunata..." Alza lo sguardo verso di me e sorride, ma immediatamente torna a guardare il pavimento.

D'un tratto sul mio lato destro si interrompono le lampade lasciate dai vigili del fuoco lasciando la parete totalmente al buio. La cosa mi fa sobbalzare. Ringrazio il cielo che ci sia anche Alan, devo ammettere, fa davvero impressione trovarsi in fondo ad una miniera e ad un tratto in una zona totalmente buia.

Duskwood: On The Trails Of NymosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora